Lo avevo detto a mio marito, “non comprarmi le fragole che lo sai sono troppo ghiotta!” E infatti, come volevasi dimostrare, ne avevo mangiate una quantità industriale quella sera dopo cena.
La mattina seguente, quando mi sono svegliata ho notato subito quelle piccole bollicine rosse sulla pancia. Avevo già avuto, in passato, uno sfogo molto forte dovuto all’alimentazione e non volevo certo rivivere quella stessa esperienza. Così decisi di farmi vedere subito dalla mia dottoressa, in modo da farmi segnare qualche medicina per evitare un’altra brutta esperienza.
Presi il telefono e chiamai lo studio medico. La segretaria, però, mi disse che la dottoressa era in ferie. “Maledizione” pensai, “questa se ne va in ferie a giugno! E adesso come faccio?”. La segretaria mi suggerì di rivolgermi alla ASL, di farmi vedere da un dermatologo, in modo da poter scongiurare l’eventuale peggiorare della situazione. Sarebbe bastata una crema, secondo lei, al limite qualcosa da prendere subito per bocca.
Ero sola in casa con la maglietta e le mutandine, mio marito era già a lavoro. Notai che anche sulle gambe avevo qualche piccola bollicina rossa, così decisi di non perdere tempo. Presi nuovamente il telefono e chiamai la ASL. Per fortuna mi dissero che il dermatologo era disponibile già quel pomeriggio, quindi presi un appuntamento per le 15:30.
Subito dopo pranzo cominciai a prepararmi per la visita. Mi feci una doccia, notai che per fortuna le bollicine non erano aumentate. Avrei fatto ancora in tempo per evitare il peggio. Tornai in camera, buttai l’accappatoio sul letto e cominciai a vestirmi. Era una giornata molto calda, decisi di vestirmi abbastanza leggera. E soprattutto pratica, certamente avrei dovuto far vedere al dottore la mia pancia e le mie gambe, tanto valeva vestirsi in maniera comoda.
Indossai un perizoma nero, col reggiseno abbinato, i pantaloni della tuta e una maglietta bianca. Poi misi i calzini e le scarpe da ginnastica. Uscii di casa ed arrivai alla ASL intorno alle 15:15. Feci l’accettazione e mi misi seduta nel corridoio ad aspettare il mio turno.
“La chiameranno entro pochi minuti” mi disse l’infermiera.
“Grazie” risposi serenamente.
Il tempo di lettura di qualche posto su Facebook di qualche amica, che la porta dello studio si aprì. Lì per lì rimasi un po’ scioccata, il dermatologo era un uomo di colore. E, devo ammettere, davvero un bell’uomo all’apparenza. Con un bel sorriso mi disse “Signora Petra venga pure…”
Quel sorriso mi mise a mio agio, entrai nella stanza e lui richiuse la porta dietro di me.
“Si accomodi signora, quale è il problema?”
“Ecco dottore, stamattina mi sono svegliata e ho notato dei puntini rossi sulla pancia e sulle gambe, siccome ieri sera ho mangiato parecchie fragole non vorrei aver fatto indigestione. Ho già avuto qualche problema del genere in passato, quindi ho preferito farmi vedere subito”
“Ha fatto bene signora, adesso diamo un’occhiata”.
Poi si mise seduto alla scrivania e compilò qualche scheda al computer con i miei dati. Mi fece qualche domanda, del tipo se ero allergica in particolare a qualche alimento o a qualche medicina. Aveva un tono di voce molto rassicurante, quasi sensuale. Anche il suo sguardo era molto profondo, intenso. Di questi particolari avrei certamente sorvolato con mio marito, conoscendo la sua gelosia. Se poi avesse saputo che a visitarmi sarebbe stato un bell’uomo di colore…
Dopo qualche minuto il dottore spostò lo sguardo dallo schermo del PC e guardandomi mi disse la classica frase: “Bene Petra, diamo un’occhiata a queste bollicine. Si metta seduta su quel lettino”.
Mi alzai dalla sedia, lasciai la mia borsa sulla seduta e raggiunsi il lettino. Mi misi a sedere come mi aveva detto e a quel punto anche lui si alzò e mi raggiunse.
“Sollevi un po’ la maglietta per gentilezza”
Aveva una voce così rassicurante, ovviamente lo feci. Mi tirai su la maglietta e scoprii la mia pancia. Lui indossò dei guanti di lattice, osservò da vicino quelle bollicine e poi le toccò con le dita. Non so spiegarmi il motivo, ma le sue dita sul mio corpo mi fecero provare un brivido. Non mi era mai successa una cosa del genere.
“Bene Petra, mi ha detto che ha le stesse bollicine su altre parti del corpo?”
“Sì, sulle gambe”
“Mi faccia vedere”
Così mi alzai dal lettino, mi abbassai i pantaloni della tuta davanti a lui e provai un certo imbarazzo, cosa che non mi aspettavo assolutamente. il fatto di essere in mutandine mi metteva una certa agitazione.
“No, così non mi rendo conto. Devo chiederle di sfilarsi completamente i pantaloni e di stendersi sul lettino”
La sua richiesta era assolutamente normale, ma detta da quell’uomo e con quel tono di voce così sicuro e penetrante mi emozionò.
Ovviamente seguii le sue indicazioni, mi sfilai le scarpe da ginnastica e poi i pantaloni. D’istinto mi girai per spogliarmi, senza rendermi conto che ero in perizoma, quindi inconsciamente avevo offerto al dottore la visione del mio culetto molto poco coperto.
Non mi rendevo neanche conto del perché avessi quei pensieri, era un medico, ne vedeva centinaia di sederi, figuriamoci se il mio lo avrebbe sconvolto. Anche se, in realtà, modestamente avevo davvero un bel sedere.
Mi sdraiai sul lettino, con addosso solo la maglietta, le mutandine e i calzini. Lui si avvicinò nuovamente a me e ricominciò a visitarmi. Si soffermò sulle mie gambe, mi appoggiò sopra le sue mani possenti e di nuovo sentii qual brivido lungo la schiena. Mi toccò le gambe fino alle caviglie, per vedere se avevo altre bollicine. Quando arrivò ai miei piedi, senza neanche chiedermi il permesso, afferrò i miei calzini e con un gesto disinvolto me li sfilò entrambi, lasciandomi anche a piedi nudi.
Quel gesto inaspettato, quella che fu quasi una confidenza intima non anticipata verbalmente, mi fece uno strano effetto. E poi mi aveva in qualche modo spogliata lui, stavolta. Ero sdraiata, non vedevo, ma sentii le sue mani toccarmi i piedi, poi salire lungo i polpacci fino alle cosce. Mi visitava scrupolosamente, ma quelle dita sul mio corpo, pur con mio grande stupore, mi fecero effetto. Ed era la prima volta che mi accadeva durante una visita medica.
Aveva ancora una mano appoggiata sulla mia coscia, quando con l’altra mi sollevò di nuovo la maglietta, stavolta tirandola su fino al collo e lasciandomi col reggiseno. Mi sentivo nuda davanti a lui e stavolta invece di vergognarmi sentivo una reazione strana. Forse non volevo ammettere che in qualche modo mi stavo eccitando. Non ne ero certa e forse non volevo saperlo, ma a sensazione avrei detto di avere le mutandine umide.
Eppure la cosa non mi imbarazzava più di tanto, il suo modo di fare, il suo tocco era troppo piacevole.
Mi guardava la pancia, mi guardava il petto e siccome la maglietta tendeva a scendere lui la sollevava di nuovo con la mano. Istintivamente, senza neanche pensarci, me la sfilai completamente. Ero sul lettino con indosso solamente il mio intimo.
Ero consapevole di avere un bel corpo e forse era normale che un uomo, seppure medico, in qualche modo lo ammirasse. In quel momento, non so perché, cominciai a pensare a quello che si dice sugli uomini di colore. Insomma, che là sotto siano estremamente dotati. Non avevo mai avuto questo tipo di esperienza e in quel momento la curiosità si fece donna. Mi vergogno un po’ a dirlo, ma senza pensarci girai lo sguardo verso i pantaloni del dottore e quando vidi quell’inequivocabile gonfiore, mi resi conto che le “voci” dovevano essere vere. Doveva esserci parecchia roba in quei pantaloni.
Poi tornai alla realtà, “ma che cavolo stai pensando??” dissi tra me e me.
Mi resi conto solo i quel momento che lui mi stava parlando, che mi stava spiegando che non si trattava di nulla di grave, ma che voleva rendersi conto di quanto poteva essersi espansa quell’irritazione cutanea per potermi dare la giusta cura.
Io non so se lui si sia mai accorto del mio sguardo verso i suoi pantaloni, ma quando mi chiese di togliermi anche il reggiseno non ebbi nulla da obbiettare. Lo feci, quasi come una liberazione. Forse, addirittura, non aspettavo altro. Non chiedetemi perché, ma avevo voglia che vedesse ancora di più del mio corpo. Così mi misi seduta sul lettino, mi sganciai il gancetto del reggiseno e me lo sfilai completamente. Ora ero addirittura a seno nudo davanti a lui, con la mia bella terza di cui ero orgogliosa. Né troppo piccole, né troppo grandi, mi ero sempre detta.
Mi guardai il seno per un attimo, forse per avere conferma di quello che già sentivo. Avevo le areole raggrinzite e le punte erano dure, come quando sono eccitata con mio marito. La cosa che più mi sconvolse e che non ero assolutamente imbarazzata del fatto che mi vedesse così.
Il dottore cominciò a guardare anche il mio seno, appoggiò un dito vicino al mio capezzolo per farmi notare che c’era un altra bollicina proprio accanto a quella punta rigida che si ergeva possente dal mio capezzolo davanti ai suoi occhi.
“Anche qui ci sono un paio di bollicine” mi disse indicandomi una zona molto vicina all’altra areola.
“Sì, è vero….” confermai. “Queste non le avevo viste, forse sono uscite dopo..”
“Si giri che guardiamo dietro”
Eccoci, pensai, dopo aver ammirato il mio seno adesso avrà modo di guardare anche il mio culetto. Eppure benedii la scelta di aver indossato un perizoma. Volevo lo vedesse, inutile negarlo.
Mi voltai e mi sdraiai di nuovo. Sentii le sue mani sulla schiena, la sua voce indicarmi la presenza di altre bollicine.
“Anche qui ce n’è qualcuno..” mi disse appoggiandomi la sua mano sulle natiche.
Oddio, pensai tra me, mi sta toccando il culetto ora! Non chiedetemi perché, ma una donna quando è con un uomo che le provoca suo malgrado queste sensazioni, perde ogni inibizione. Ogni pudore. Non so se lui avvertì questa mia situazione mentale, se fu questo il motivo per cui cominciò spostare le sue dita su ogni centimetro delle mie natiche. Che erano davanti a lui praticamente nude.
Ero come drogata in quel momento, completamente presa da quella situazione che per me era diventata inspiegabilmente eccitante. Benedii anche il fatto di essere venuta a farmi visitare senza mio marito.
“Beh, Petra, niente di grave stia tranquilla. Devo solo essere certo che si tratti di una sorta di intossicazione alimentare o sia dovuto ad altro”
“Cosa intende dottore?” gli chiesi
“Uno sfogo alimentare avrebbe dovuto già essere esteso e con una certa regolarità sul corpo. Invece in questo caso si è esteso solo in alcune specifiche zone. Per questo vorrei capire meglio. Ha per caso utilizzato bagni pubblici in questi giorni?”
“Sinceramente no, dottore. A cosa pensa?”
“Vorrei escludere che si possa trattare di una infezione proveniente dalle vie genitali”
“In che senso?”
“Ecco, a volta capita che utilizzando un bagno pubblico, magari senza usare le dovute accortezze, si possa prendere qualche infezione sgradevole, appunto partendo dalle zone intime”
“Ah..” risposi un po’ spaventata
Il dottore a quel punto si allontanò leggermente dal lettino e mi disse: “Dovrei farle una visita ginecologica per scongiurare eventuali infezioni interne”
La sua richiesta mi sconvolse, non riuscivo a capire se la cosa era davvero necessaria o si stesse in qualche modo approfittando di me. Tornando un attimo seria, mi resi conto che stavo avendo pensieri stupidi. Lui era dottore e se riteneva necessaria una cosa del genere non potevo certo essere io a rifiutarmi.
“Va bene dottore, se necessario…”
Lui tornò alla sua scrivanie e prese il telefono. Io lo guardavo un po’ spaventata.
“Si Mandy, sono il dottor Naga. Puoi venire da me e portarmi uno speculum che non ne ho più? Ti ringrazio..”
Quando posò il telefono capii che faceva sul serio e la cosa mi sconvolse. Ero seduta sul lettino con indosso ormai solo le mie mutandine e aspettavo un po’ scioccata gli eventi. Quella che doveva essere una normale e veloce visita si stava rivelando qualcosa di più complicato.. e intimo!
Dopo un paio di minuti bussarono alla porta, entrò una infermiera con in mano una scatolina. Dovevano essere gli speculum…. oh mamma!!
Non era certo la prima visita ginecologica che facevo, ma l’idea di farmela fare da lui, dopo tutto quello che mi era passato per la mente, mi sconvolgeva.
“Ecco gli speculum, dottore”
“Grazie Mandy” rispose lui prendendo la scatola.
Quando sentii la voce dell’infermiera ebbi un sussulto! Ma era un uomo o una donna?? Dall’aspetto sembrava una donna, aveva perfino il seno. Ma la sua voce forse con accento brasiliano tradiva il fatto che potesse essere un transessuale. Rimasi impietrita, preda degli eventi….
Vidi il dottore aprire la scatola, prendere uno speculum chiuso in una confezione si plastica trasparente. La aprì e mi disse: “Petra, adesso ho bisogno che si sfili le mutandine e che si metta sul lettino con le gambe divaricate”. Me lo disse con tono imperativo, quasi senza darmi modo di obbiettare.
Senza rendermene quasi conto mi infilai le dita nell’elastico delle mutandine e con un gesto rapido, come a volermi togliere il pensiero dell’imbarazzo, me le tirai giù fino alle ginocchia. Poi le feci scendere fino alle caviglie e me le sfilai dai piedi. Fu solo in quel momento che presi coscienza di essere completamente nuda……
Appoggiai le mie mutandine sul lettino, rendendomi conto che erano davvero umide. L’infermiera venne a prenderle e mi resi conto che anche lei, o lui, insomma quello che era, si sarebbe accorta di come le avevo ridotte durante la visita precedente. Mise le mie mutandine accanto ai pantaloni sulla sedia e poi aspettò ordini dal dottore. Capii che sarebbe rimasta anche lei durante la visita più intima.
Intanto il dottore si era cambiato i guanti ed aveva tirato fuori lo speculum dalla confezione. Lo vidi avvicinarsi verso di me con in mano quell’invasivo strumento medico.
“Si stenda e divarichi bene le gambe Petra” mi ordinò ancora.
Obbedii senza fiatare.
Mi sdraiai sul lettino, l’infermiera si mise accanto a me, indossava dei pantacollant neri e mi resi conto che anche lei, in mezzo alle gambe, doveva avere parecchia sostanza, visto il gonfiore che vedevo.
Il dottore, intanto, si mise ai piedi del lettino, mi prese per le gambe e mi fece capire che dovevo spostarmi col sedere più vicino al bordo, per permettergli di visitarmi la vagina. Poi mi mise le mani sulle ginocchia e mi spalancò le gambe. Ebbi un sussulto, ero oscenamente aperta davanti a lui!
Per qualche secondo si soffermò a guardarmi la vulva, spostando le mie labbra a destra e a sinistra per ispezionarla minuziosamente.
Poi si mise un gel sulle dita e mi appoggiò indice e medio sulle labbra della vagina. Appena mi toccò le labbra feci un salto sul lettino, ammetto che quel tocco mi aveva eccitata. L’infermiera mi tranquillizzò pregandomi di stare ferma, che non avrei sentito male.
Il dottore cominciò ad accarezzarmi le labbra per spargere il gel, ma quando con le dita me le aprì quel rumore fu eloquente: dentro ero fradicia cavolo! Ma che mi stava succedendo?? Quella visita mi stava eccitando oltre ogni aspettativa. Forse perché era per la prima volta qualcosa di strano, di diverso, rispetto alla routine con mio marito. Forse era addirittura qualcosa che avevo sempre sognato accadesse, nei miei sogni più perversi.
Sentivo che con le dita mi teneva le labbra spalancate e mi stava guardando dentro. Quando ero eccitata sapevo di avere un clitoride molto ben visibile ed ero quasi certa che in quel momento il mio “grilletto” era tutto scappucciato davanti ai suoi occhi. Spostai il viso verso destra, davanti a me avevo il “pacco” vistoso dell’infermiera. Dio mio che mi stava succedendo? Che mi stavano facendo questi due? Ero come stregata da quella situazione!
Quando sentii le dita del dottore entrarmi nella fica trattenni il fiato per non urlare. E non certo per il dolore! provai un piacere incredibile per quella penetrazione, aveva evidentemente inserito due dita in me ed erano due dita decisamente grosse!! Ormai non sapevo neanche più per cosa mi stava visitando, non avevo più il controllo della situazione. O forse proprio non volevo averlo.
Le sue dita sprofondarono nella mia fica, che avvertivo completamente piena di umori vaginali. Le spinse molto in fondo, mentre con l’altra mano mi spingeva sulla pancia. Sapevo che serviva per sentire le ovaie, ma non capivo come potesse interessargli in quel momento. E neanche mi interessava capirlo. Stavo bene, troppo. Questa era l’unica cosa che mi interessava. Mi sentivo già piena con le sue dita, quando me le muoveva dentro, quando le girava, mi eccitava come se mi stesse scopando. Poi sentii che sfilò le dita e questo mi dispiacque molto.
Ma dopo qualche secondo sentii che aveva appoggiato le alette dello speculum al mio ingresso vaginale.
“Stai rilassata Petra..” mi disse con quella voce pazzesca. Neanche mi accorsi che improvvisamente mi stava dando del tu.
Non era mai stato piacevole prendere dentro quello strumento medico durante le precedenti visite ginecologiche, ma quando lui cominciò a penetrarmi con lo speculum ebbi quasi la sensazione che fosse un membro a entrarmi dentro. Di nuovo trattenni il fiato per non gemere….
Lentamente mi infilò lo speculum completamente in vagina e poi lo aprì per dilatarmi. Mi sentivo aperta, esposta, sfacciatamente larga davanti a lui. Cominciai a muovere “nervosamente ” le dita dei piedi, una cosa che faccio sempre anche durante il rapporto sessuale. E in effetti è quello che mi stava facendo.
Mi tenne qualche secondo con lo speculum completamente divaricato dentro di me, poi lo richiuse, ma invece di sfilarlo cominciò a muovermelo dentro, come se fosse un sex toy. L’effetto fu devastante, non riuscivo a trattenere il piacere. Non più.
Mi scappò un gemito, un gemito di piacere. Quando mi accorsi di averlo fatto, persi ogni inibizione. Lui continuava a muovermi lo speculum su e giù dentro la mia fica. Sì, mi stava scopando così.
Lanciai un altro gemito, forse più forte del precedente. Aprii gli occhi e vidi l’infermiera che si teneva una mano sul pacco ed allora mi resi davvero conto della dimensione di quell’affare. E cominciai a desiderarlo, ma non osavo arrivare a tanto.
Intanto il dottore aveva sfilato lo speculum, ma non aveva smesso di prendersi cura della mia vagina. Con le dita aveva ricominciato ad accarezzarmi le labbra e ogni tanto col pollice mi sfiorava il clitoride che doveva ormai essere duro come il marmo. E ogni volta che me lo sfiorava saltavo col sedere sul lettino, per poi tornare a spalancare le cosce forse per incitarlo a continuare. Lo volevo, volevo le sue dita dentro. E probabilmente non solo quelle.
Mi feci coraggio, aprii di nuovo gli occhi, stavolta rivolta verso il dottore. Vidi il suo volto, il suo sguardo stupendo, penetrante.
“Tutto bene?” mi disse con quella voce che mi mandava fuori di testa.
“Oh si…” risposi senza essere più io.
E istintivamente sollevai le gambe, mi misi con i piedi per aria, come a incitarlo a prendermi, a farmi godere ancora. E ancora di più, non ero affatto sazia. Ormai mi avevano accesa.
Lui avvicino il suo viso alla mia fica, forse aspettava un ultimo segnale di consenso. Gli appoggiai le piante dei piedi sulle spalle, per fargli capire che poteva prendermi come voleva. Anzi, che volevo che mi prendesse. Subito.
Vidi la sua testa sparire tra le mie cosce e quando sentii la sua lingua appoggiarsi al mio clitoride cominciai a gemere come una porca. Ormai ero sua. Volevo essere sua. Neanche per un solo istante avevo pensato a mio marito durante la visita. Cominciò a titillarmi il grilletto con la punta della lingua ed io scoppiai in un orgasmo devastante. Ma sarebbe stato solo il primo. Mi spalancò nuovamente le labbra della fica con le dita e cominciò a leccarmela dentro. Impazzivo, non avevo mai goduto tanto. Aveva una lingua grande e dura, la sentii penetrarmi, insinuarsi dentro, addirittura ispezionarmi le pareti vaginali. Mi stava letteralmente scopando con la lingua.
Poi usciva, raccoglieva tutti i miei umori che colavano dalle mia grandi labbra e che probabilmente finivano fino al mio forellino anale. Tanto che per raccogliere tutto il mio miele doveva leccarmi anche il buco del culo! E io glielo facevo fare, eccome se glielo facevo fare. Nessuno mi aveva mai leccato i miei forellini in quel modo!!
Mentre il dottore si prendeva cura della mia fica con la sua fantastica lingua, mi girai verso l’infermiera, ormai volevo tutto. Avvicinai una mano ai suoi pantacollant e afferrai con decisione il suo pacco. La forma che aveva assunto il suo membro era eloquente. Gli afferrai l’asta, non mi importava nulla se era un uomo, una donna, quello che cavolo era. Vedevo un cazzo bello grosso dentro quei pantacollant e lo volevo vedere!
Lo tenevo stretto dai pantaloni e cominciai ad accarezzarglielo. A quel punto l’infermiera si tirò giù i pantaloni, non aveva neanche le mutande. Uscì fuori il suo cazzo e… cavolo se era imponente! Lei era mulatta, forse davvero brasiliana e il suo cazzo era color caffellatte, con una punta bella grossa e già umida. Mai avrei immaginato di essere così attratta da un trans!!
Afferrai con forza il suo uccello e gli tirai giù tutta la pelle per scoprire completamente la sua punta. Era davvero fradicia. Iniziai a masturbare quel bellissimo membro, mentre lei mi accarezzava il seno e giocava con le punte ormai durissime dei miei capezzoli. Poi avvicinò il viso alle mie tette e prese i miei capezzoli in bocca. Impazzivo quando mi ciucciavano i capezzoli e lei lo faceva divinamente! Me li ciucciava, me li mordeva.
A quel punto avevo il suo cazzo troppo vicino al mio viso, senza pensarci due volte me lo presi in bocca. Mentre lo tenevo in bocca con la lingua limonavo con la sua cappella e contemporaneamente lo masturbavo. Aveva due testicoli davvero imponenti, iniziai ad accarezzarglieli mentre mi prendevo cura della sua punta. Avevo perfino un buonissimo sapore, si bagnava continuamente sporcandomi tutta la bocca con la sua precum.
Nel frattempo il dottore mi passava la lingua dappertutto, sulle cosce, sulla pancia e poi di nuovo tornava sulla mia fica e sul mio ano. Mentre succhiavo l’infermiera lo guardavo con la coda dell’occhio, vidi che si alzò e che cominciò a spogliarsi. Aveva davvero un bel fisico, ma quando si tirò giù le mutande per poco non svenni! Il suo cazzo nero era di una dimensione mai vista! Era già duro, circonciso. Era davvero lungo ma soprattutto la sua asta era larga da far paura. Come anche la sua cappella. E sotto aveva due testicoli anch’essi enormi. Roba che si vede solo nei film porno. Temevo davvero che mi avrebbe fatto male, non avevo mai provato un uccello del genere! Allo stesso tempo ne ero intimamente attratta! Dovevo assolutamente provarlo!!
Lui cominciò a toccarselo davanti a me, ma certo non ne aveva bisogno perché era già sufficientemente grosso per sfondarmi nel vero senso della parola. Mi staccai dal cazzo dell’infermiera, lo guardai dritto negli occhi. Era bellissimo mentre stava davanti a me, tutto nudo, impugnandosi quell’arnese dalle dimensioni esagerate.
Glielo sussurrai, ma lo capì bene: “Mettimelo dentro … ora … subito …”
“Sei bellissima Petra..” mi disse e quelle parole mi fecero eccitare ancora di più.
Lo vidi avvicinarsi a me con quel membro maestoso e quando sentii la sua enorme punta appoggiarsi alle labbra della mia fica desideravo solo che entrasse, a costo di urlare dal dolore. Mi strusciò quella sua punta nera sul clitoride che ormai era impazzito. Non ce la facevo più!!
“Sbattimelo dentro ti prego..” gli dissi decisa.
Lui non se lo fece ripetere due volte, puntò la cappella all’ingresso della mia fica e lentamente cominciò a spingerla. Afferrai il cazzo dell’infermiera come per sorreggermi a qualcosa, mentre lei continuava a torturarmi i capezzoli.
Sentivo quella punta enorme sforzarmi le labbra per entrare, mi resi conto che sarebbe stata la penetrazione più violenta mai subita nella mia vita. Le mie labbra cedettero di fronte a tanta potenza sessuale e la sua cappella mi entrò dentro! Fu devastante, mi misi una mano in bocca e me la morsi per non urlare.
Lui non si fermò, come un porco continuò a penetrarmi senza ritegno, sentivo la sua cappella slabbrarmi, passare dalle mie pareti vaginali, sforzarmele come mai nessun uomo aveva fatto prima. Era quasi come se fossi vergine per lui. Vedevo le stelle, ogni centimetro del suo cazzo che sprofondava nel mio corpo era una sensazione nuova. Realmente indescrivibile. Non si fermò fin quando raggiunse il fondo, fin quando sentii la sua cappella raggiungere il mio utero.
Godevo come una pazza, mi girai e di nuovo presi in bocca il cazzo dell’infermiera. Ora lo pompavo in maniera decisa, pensando a quell’enorme cazzo che il dottore mi aveva piantato nella fica. Mi teneva per le caviglie, con le gambe spalancate, mentre il suo tubo di carne cominciava a scoparmi davvero. Ogni volta che affondava mi sbatteva contro l’utero, facendomi provare quel piacere intenso del dolore misto ad un godimento senza senso. Mi faceva sentire donna, mi faceva sentire troia. Inutile nasconderlo.
E poi lo aveva così largo, era sempre stato il mio sogno recondito provare le sensazioni nel ricevere un membro di tale circonferenza. Ed erano sensazioni incredibili, che nemmeno avevo potuto mai immaginare. Sentirsi toccare le pareti vaginali dalla sua asta, sentirle addirittura sforzare al passaggio, insomma sentirsi veramente riempita dentro, in ogni millimetro di vagina, era una sensazione che certo non potevo provare con mio marito, essendo normodotato. Ero in estati, come una ragazzina ai primi rapporti sessuali. E per giunta, oltre a sentirmi scopare in una maniera divina dal dottore, avevo in bocca quest’altro cazzo bellissimo, duro come il marmo. Mi resi conto che in pratica ero presa in mezzo a due uomini, una cosa che mai avrei immaginato di fare. E questo mi fece sentire davvero porca, forse era qualcosa che davvero mi mancava nella mia vita sessuale.
Anche l’infermiera si spogliò completamente ed aveva un corpo stupendo. Era davvero un trans bellissimo, aveva un grosso seno evidentemente rifatto, un fisico davvero femminile, eppure tra le gambe aveva quel palo di marmo che continuavo ad alternare in mano e in bocca golosamente. Godevo, godevo e ancora godevo. Sentivo scorrere l’enorme membro nero del dottore dentro la mia fica, sentivo l’attrito della sua cappella e della sua asta sulle mie pareti vaginali completamente sforzate. Me la stava allargando tutta, per un attimo mi chiesi scioccamente se sarei più tornata come prima, se avrei ancora sentito mio marito dentro. Considerazioni talmente stupide, soprattutto in quel momento di estasi, che subito accantonai.
Venni, venni ripetutamente, non so neanche quante volte. Poi il dottore mi sfilò il membro dalla vagina e sul momento ci rimasi male. Avrei voluto sentire quel coso dentro ancora per ore. Mi sentivo davvero insaziabile. Ma, per fortuna mia, non avevano ancora finito con me.
L’infermiera mi fece cenno di alzarmi dal lettino, mi sollevai e mi girava la testa per tutti gli orgasmi che avevo avuto. Lei mi abbracciò e avvicinò la sua bocca alla mia, senza neanche pensarci le offrii la mia lingua e cominciammo a pomiciare come due adolescenti innamorati. Sentivo il mio seno contro il suo, le sue mani accarezzarmi i fianchi, le natiche. Aveva un tocco così delicato. e poi sentivo il suo membro spingere contro la mia coscia, potente, voglioso. Mi stava bagnando tutta la coscia con la sua punta fradicia.
Poi si inginocchiò tra le mie cosce e mi mise la sua lingua sulle labbra della vagina. Spalancai le gambe per favorirla, tremavo mentre la sua lingua giocava col mio clitoride, mentre si insinuava nella mia cavità vaginale già spalancata dopo il trattamento del dottore. Si sdraiò sul pavimento, tenendosi in mano il suo palo caffellatte. Capii che mi voleva anche lei, mi voleva possedere, fare sua. Le montai sopra senza ormai più dignità, appoggiai le mie labbra vaginali alla sua punta, che entrò senza alcuna fatica dentro di me. Oddio, pensai, era il secondo cazzo che mi entrava dentro in pochi minuti. Non avrei mai pensato di concedermi a due uomini contemporaneamente, pur trattandosi di una trans.
Mi misi seduta completamente sull’infermiera, il suo cazzo entrò tutto nella mia fica, ed era veramente lungo. Anche lei mi sbatteva contro l’utero, dalla foga avrei cominciato a saltarci sopra come una forsennata ma probabilmente mi sarei fatta parecchio male. Mi avrebbe sfondata. Così cominciai a cavalcarlo, mentre lei mi spingeva contro di se tenendo le mani sul mio culo. Ci baciavamo con passione, mentre il suo membro entrava e usciva dal tunnel che mi aveva lasciato il dottore.
Proprio lui riapparve davanti a me, col suo enorme cazzo ancora in tiro davanti al mio viso. Adesso lo potevo vedere bene, ammirarlo nel suo splendore. Era completamente nero, dritto come un palo di ferro, con tutte le vene gonfie sull’asta. Un’asta di una circonferenza che non avevo mai visto, almeno dal vivo. Se lo teneva stretto in mano a pochi centimetri dal mio viso, capii cosa voleva. Spalancai la bocca per cercare di accogliere la sua punta gigantesca e lui me la infilò in bocca. Durai fatica a prenderla, a far entrare quel cazzo nella mia bocca. Mi rendevo ancora più conto, adesso, di come doveva avermi sfondata tra le gambe.
Cercai di pompare quell’enorme membro, ma riuscivo a prenderne in bocca soltanto una piccola parte, soprattutto per via della larghezza. Lui mi teneva per la testa e cercava di spingermi la sua punta fino in gola, mi soffocava. Mentre l’infermiera sotto di me mi stantuffava sempre più forte, tanto che sentivo i suoi coglioni sbattermi contro il culo ogni volta che affondava il colpo.
Poi mi sfilò il cazzone di bocca e si spostò dietro di me. Cominciavo a intuire che intenzioni avesse e questo mi spaventava.
Si inginocchiò, mi mise le mani sul culo e mi spalancò le natiche. Sentii il suo viso entrare tra le mie chiappe e poi la sua lingua appoggiarsi al mio sfintere. Mentre l’infermiera continuava a pomparmi sotto di me, il dottore cominciò a leccarmi il buco del culo. Stavo impazzendo, non capivo più niente. Di nuovo la sua lingua lunga e dura visitava il mio corpo nella maniera più intima. Sentii perfino la punta della sua lingua penetrarmi il foro anale e muoversi dentro il mio culo. Me lo stava insalivando con grande abilità e una volta bagnato a dovere, appoggiò un dito al mio ingresso anale e senza tanti complimenti mi infilò un dito nel culo! Lanciai un gemito di piacere, il suo dito così intimamente dentro il mio ano mi faceva diventare pazza! Lo cominciò a girare nel mio sedere, come a fare spazio. Non ero certo vergine analmente, mio marito qualche volto mi aveva penetrata e a me non dispiaceva affatto.
Ed ero abbastanza esperta da capire che mi stava solo preparando il culo per ben altro scopo. Da una parte ero terrorizzata, perché il dottore aveva un cazzo troppo grosso per poter entrare nel mio sfintere. Dall’altra pensai che un’occasione così forse non mi sarebbe mai più ricapitata nella vita. Avevo visto certe scene solo in qualche film porno e mai avrei pensato di esserne, un giorno, protagonista.
Capii che il dottore faceva sul serio quando sfilò il suo dito dal mio sedere, dopo avermelo “Lavorato” per un po’. E soprattutto quando sentii la sua enorme cappella farsi strada tra le mie natiche. La appoggiò al mio ingresso anale, non capivo come potesse entrare un cazzo del genere dietro di me. E lui mi tolse il dubbio, perché cominciò a spingere con forza la sua punta fradicia contro il mio buco del culo. Il mio anellino anale non poté resistere a lungo e dovette cedere di fronte a tanta possente pressione. Sentii la cappella del dottore entrarmi nel culo! Stavolta urlai davvero! Me lo stava spaccando!
L’infermiera mi tappò la bocca con la mano, poi allungò la mano per prendere la mia maglietta dalla sedia e mi disse di tenerla in bocca per non urlare. Lo feci, perché sapevo che sarebbe stata una penetrazione dolorosissima.
Il dottore giocò per un po’ con il mio foro anale con la sua cappella, poi decise di fare sul serio e cominciò a spingere tutto il suo cazzo dentro il mio culo. Era troppo possente per poterlo fermare, la mia cavità anale si dovette allargare per far passare quel tubo. Urlavo in silenzio, mordendo la mia maglietta. Ora mi sentivo spaccare sia davanti che dietro!!
Non sapevo né mai avrei saputo se il dottore sia riuscito a infilarmi tutto il suo cazzo dentro oppure no, so solo che ero completamente riempita sia in fica che in culo da due cazzi abnormi. Mi pompavano a ritmo, scopandomi in doppia penetrazione. Ed era ovviamente la prima volta in vita mia che provavo due cazzi dentro allo stesso tempo.
Non so spiegare cosa abbia veramente provato, è una sensazione troppo intensa per poterla descrivere a parole. Ti senti veramente posseduta nella tua totalità. Senti due pali di marmo muoversi dentro il tuo corpo, sfondarti. Cominciarono a pomparmi davvero forte, temevo mi sfondassero davvero tutti i buchi. Ricordo solo che dopo un paio di minuti ebbi un orgasmo che mai avevo avuto in vita mia, sborrai come una che non scopa da dieci anni.
Ero sfinita, devastata fisicamente. L’infermiera mi sfilò il cazzo dalla fica e mi schizzò il suo sperma sulla pancia. Sentii i suoi forti schizzi fino al mio seno. Il dottore fu bastardo fino alla fine, perché mi dette due pompate forti e mi sparò il suo seme tutto dentro il culo. Poi uscì anche lui.
Rimasi a terra, esausta, sfinita, prosciugata. Ma incredibilmente soddisfatta.
Loro si pulirono e cominciarono a rivestirsi. Come se nulla fosse accaduto. Io ero tutta sudata, con la fica e il culo doloranti. Mi sentivo la vagina e l’ano ancora completamente aperti. Mi misi dei fazzolettini in mezzo alle chiappe perché continuava a uscire lo sperma del dottore. Mi aveva davvero riempita fino all’intestino con la sua sborra. Mi rimisi le mutandine e mi rivestii.
Come se nulla fosse successo il dottore mi porse una ricetta:
“Ecco Petra, prenda queste pasticche per 3 giorni e tutto dovrebbe tornare alla normalità”.
“G-grazie…dottore….”
In effetti tutto sarebbe tornato alla normalità, le bollicine sparirono dopo un paio di giorni. Quello che non sarebbe più tornato alla normalità, era il mio culo.