Spiando mia moglie - Capitolo 2 - DarkOct02

Spiando mia moglie – Capitolo 2

Laura venne a letto come al solito indossando solo le mutandine. Appena si sdraiò le montai sopra e le infilai la lingua in bocca. Rimase perfino sorpresa per tanta foga. Per la prima volta mi sentivo geloso. Geloso di quello che le aveva fatto il medico poche ora prima. Geloso di vederla esposta in quella maniera seppur davanti a un professionista.

Mi resi conto che il mio desiderio di vederla fare sesso con un altro uomo era solo mentale. Che non avrei retto a vederla davvero trapanata da un altro. Mi risollevai dalla sua bocca e presi in mano le sue grandi tette. Erano eccitanti come non lo erano mai state. Con le mani gliele avvicinai l’una all’altra in modo che i suoi capezzoli già duri si sfiorassero. Erano larghi, chiari, con le punte dritte come chiodi. Gliele mangiai. Con quelle punte sempre più dure nella mia bocca il mio cazzo diventò durissimo.

Mi sfilai velocemente i boxer e infilai il cazzo tra le tette d Laura. Mi feci una spagnola bellissima. Poi impugnai il mio membro e senza tanti convenevoli lo infilai nella bocca di mia moglie. Che cominciò  a succhiarmelo ancora sorpresa di tanta intraprendenza.

Volevo fotterla, volevo maledettamente fotterla. Non le leccai nemmeno la fica, cosa che adoravo fare quasi ogni volta. Sfilai il cazzo dalla sua bocca, le spalancai le cosce e appoggiai la mia cappella su quelle meravigliose labbra che il ginecologo le aveva tenuto aperte con le sue dita.

Cominciai a spingere e il mio cazzo entrò fin troppo agevolmente nella sua fica. Avrei tanto voluto averlo più grosso in quel momento, avrei voluto farle male. Ma purtroppo la mia dimensione non me lo permetteva. Presi Laura per le caviglie e cominciai a pomparla più forte che potevo. Avevo le sue deliziose piante dei piedi proprio davanti al viso. Mi ricordai che quelle stesse piante erano state davanti al ginecologo quel pomeriggio. Proprio mentre lui “si divertiva” con la fica di mia moglie. Tirai fuori la lingua e gliela passai su tutta la pianta. Su entrambi i piedi. Poi continuai infilandole la lingua in mezzo alle dita dei piedi e ciucciandole tutte le dita cercando di affondare il mio membro il più a fondo possibile.

Laura godeva. E più godeva e più muoveva le dita dei piedi. Sapevo che faceva così ogni volta. Proprio come aveva fatto dal ginecologo. Io e mia moglie non parlavamo molto durante il rapporto, come fanno tante coppie che si dicono maialate. Ma quella sera doveva essere diversa. Dovevo sapere.

“Lo senti il cazzo eh?”

“Oh si lo sento”

“Voglio sfondarti tutta”

“Si ti prego fallo! Fammelo sentire tutto!!”

“Hai la fica tutta fradicia lo sai?”

“Si tutta fradicia per te amore”

“Dimmelo che sei la mia puttana!”

Laura rimase un attimo interdetta, non era da me offenderla nell’eccitazione. Ma decise di assecondarmi. Forse non aspettava altro.

“Sono la tua puttana, la tua troia, la tua zoccola!”

“Dimmelo che vuoi essere scopata come una troia, forza dimmelo!!”

“Oh si voglio che mi scopi come una troia! Sfondamela, ti prego sfondamela!”

Probabilmente anche lei stava tirando fuori una parte di sé tenuta troppo nascosta.

La feci girare, la misi a pecora. E le infilai di nuovo il cazzo in fica. Con un colpo solo. La tenevo per i fianchi e la montavo come una furia.

“Dimmi quanto sei puttana!”

“Tanto amore, lo sono tanto!!”

“Una puttana che vorrebbe essere riempita da tanti cazzi vero?”” la provocai e Laura stette al mio gioco.

“Si amore tanti cazzi!! Tanti cazzi tutti per me!”

“Quanti ne vorresti dimmelo!”

“Due … tre … quattro … tanti!!!”

“Cosa faresti se tu avessi un cazzo davanti alla bocca adesso?”

Laura cominciò a godere più forte: “Mmmmmmm glielo succhierei!!!”

“Glielo succhieresti mentre io ti scopo?”

“Oooooo siiii!!!”

“E quanto è grosso il cazzo che ti succhieresti dimmelo!!”

“Tanto amore tanto!!! Un cazzo enorme!!!”

“Tanto enorme che non ti entra in bocca?”

“Oh si enorme che non mi entra in bocca si!!!”

“E poi ti faresti scopare anche da lui?”

“Si! Si! Mi farei scopare da lui, mi farei scopare da tutti!!”

Laura stava giocando, lo sapevo. Ma nel gioco sapeva fare benissimo la puttana. Tutte cose che probabilmente aveva già in testa, nelle sua fantasia di donna.

“Oggi dal ginecologo eri bellissima” le dissi introducendo l’argomento. Era il momento giusto.

“Mmmmmm davvero? Mi hai spiata?”

“Certo che ti ho spiata!! Ti guardavo nuda a cosce aperte davanti a lui e avrei voluto scoparti in quel preciso momento!”

“Mmmm amore mi vuoi far impazzire stasera!”

“Mentre il ginecologo ti teneva le labbra della fica spalancate ti avrei infilato la lingua dentro!”

“Cazzo mi fai sborrare così!!!” e urlò venendo.

Ma io non mi fermai.

“Era troppo eccitante vedere le dita del tuo dottore che ti entravano nella fica!”

“Oh si amore!”

Non mi aveva ancora risposto.

“Tu le sentivi?”

“Certo che le sentivo”

“Sentivi le sue dita penetrarti la fica vero?”

“Si le sentivo tanto!”

“Dimmi la verità ti facevano godere vero?”

Laura rimase qualche secondo in silenzio. Godeva e non mi dava risposta. Immaginai che le mie domande si fossero fatte pesanti, che le mie allusioni fossero diventate esagerate”.

Quando si ruppe il silenzio provai i brividi su tutta la schiena.

“Vuoi la verità amore? Non ti incazzi?”

“Certo che no amore perchè mai dovrei” le dissi per tranquillizzarla pompandola ancora forte.

“Non capita sempre, ma oggi godevo quando mi penetrava con le dita…”

Era la confessione che cercavo. L’avevo ottenuta. Anzi era la conferma di quello che già immaginavo. Dovevo fingere che tutto questo mi eccitasse. In fondo era anche vero. E non potevo comunque rischiare che non si fidasse più di me e smettesse di raccontarmi la verità.

“Me ne sono accorto da come muovevi le dita dei piedi. Come quando godi con me”

“Amore…”

La interruppi prima che potesse giustificarsi o ritrattare:

“Amore non dire nulla, non ti devi giustificare. Mi sono eccitato vedendoti eccitata durante la visita. E poi credo sia una cosa fisiologica” le dissi dando spiegazione a tutte le sue confessioni, presenti e future.

“Non capita sempre ma a volte sì. Forse perchè mi tocca dei punti dentro…”

“Mmmmm mi fai impazzire!!” le dissi per tranquillizzarla ancora. “Dimmi cosa  hai provato quando ti ha infilato l’ecografo in fica”

“All’inizio una sensazione strana, è freddo. Ma quando te lo infila tutto dentro è… è… grosso. E lungo!”

“Quando te lo muove dentro ti fa impazzire vero?

“Impazzire diciamo di no.. ma… godere si…”

Avevo il cazzo durissimo come forse non avevo mai avuto. E Laura doveva essersene accorta perchè era sempre più tranquilla nelle sue confessioni.

“Quando te lo muoveva dentro era come se ti sentissi scopare?”

“Mmmm un po’ si amore…”

“Scopare da un cazzone enorme?”

“Si, esattamente…”

“Se ti comprassi un grosso dildo ti piacerebbe?”

“Credo di si amore”

“Lo vorresti provare enorme nella tua fica?”

“Si… amore sborro ancora…aaaaaah!!!”

Ormai era tutto chiaro. Quello che quasi per gioco dicevo al bull era la realtà. Mia moglie dentro di sè era una vera puttana. E conservava nascosto il desiderio di farsi penetrare da un cazzo molto grosso. Molto più del mio. Non avevo più bisogno di sapere altro.

Diedi alcuni colpi rapidi e potenti nella fica di Laura e le schizzai dentro.

Poi mi lasciai cadere sopra di lei e lei mi abbracciò.

“Mi hai fatto godere tanto stasera amore” mi disse.

Certo che la avevo fatta godere tanto. perchè avevo dato “vita” ai suoi desideri più reconditi.

Ci baciammo e ci addormentammo.

Il giorno dopo non feci altro che pensare a tutto quello che era successo. A tutte le situazioni che si erano create e che avevamo “trasformato” Laura, nella mia concezione, da moglie santerellina a inguaribile zoccola.

E io, in tutto questo, mi sentivo confuso. Ero arrivato a desiderare di essere cornuto quando la sapevo casta e pura, ero geloso adesso che la vedevo più disinibita e porca. Si desidera sempre quello che non si sa. Maledetta razza umana.

I giorni passarono senza che mi rifacessi vivo col bull. Non mi sentivo più pronto a condividere Laura con lui. Nè con nessun altro. Non ancora, almeno. Non in questo stato confusionale.Non adesso che lei ci sarebbe addirittura stata, forse.

Dopo quella sera, la sera delle confessioni, vedevo Laura diversa. Era diversa. Mi domandai cosa fosse successo. Forse un pentimento, per le cose dette. Capita. Forse avevo tirato troppo la corda. Volevo solo che tutto tornasse come prima. Nella mia “area di comfort”.

Una volta ogni paio di mesi ero solito fare un ritrovo con gli amici. Ci ritrovavamo a casa di uno di loro, per giocare a carte e parlare dei tempi passati. Quando da adolescenti si facevano le più divertenti cazzate. Ed eravamo soliti rimanere a dormire insieme, arrangiandoci alla meglio. Laura li conosceva tutti e ovviamente anche le fidanzate. Per cui era molto tranquilla.

Partii con l’auto per la casa di “Pippo”, che abitava in collina a una cinquantina di chilometri da casa mia. Col mio zainetto con tutto il necessario per la notte. Quattro stracci. Un paio di pantaloncini per dormire, il beauty -case, un paio di calzini di ricambio, un asciugamano, il caricabatterie del telefono… cazzo il caricabatterie del telefono!!!! Dimenticato nella presa in salotto. Lo sapevo che alla fine lo avrei lasciato lì, nascosto dietro la porta.

Avevo percorso solo una quindicina di chilometri, facevo in tempo a tornare a prenderlo. Non potevo rischiare di rimanere col telefono scarico. Parcheggia la macchina sotto casa, feci le scale per fare prima. Dovevo arrivare solo al secondo piano, in fondo. Laura mi avrebbe detto che sono sempre il solito, che dimentico sempre tutto. E che ho la fortuna di avere la testa attaccata al collo.

Quasi quasi entro senza farmi sentire, magari è in bagno. Prendo il caricabatterie, esco  ed evito la ramanzina. Aprii la porta di casa senza far rumore, per fortuna Laura non era in vista. entra in salotto, presi il caricabatterie e mi avviai di soppiatto verso la porta. Mi fermò solo un rumore. Un rumore che conoscevo. Un gemito. Forse laura stava male?

Mi accorsi che la luce del comodino della camera era accesa. Mi avviai nella stanza e mi fermai sulla porta.  Da quel momento tutta la mia non fu più la stessa.

Laura era sul letto. Completamente nuda. A pancia in su.

E sotto di lei c’era un uomo. Con un cazzo, veramente grosso, piantato a metà nella fica di mia moglie.

Lasciai cadere a terra il caricabatterie. Non li guardavo nemmeno in faccia. Il mio sguardo era puntato su quel bastone di carne che costringeva le labbra della fica di Laura a stare oscenamente spalancate per poterlo accogliere.

Loro ovviamente mi videro e per qualche secondo ci fu un silenzio tombale nella stanza. Nella nostra stanza.

Quello che più mi sconvolse era il fatto che sotto a mia moglie ci fosse proprio lui. Il bull della chat. Non lo riconobbi dal viso, non lo avevo mai visto in faccia. Ma da un neo piuttosto evidente che aveva sull’asta del cazzo. proprio nella parte appena fuori dalla fica di mia moglie.

Laura non si preoccupò minimamente di sfilarsi da quel cazzo incastrato nella sua fica.

Le sue parole furono saette di fuoco dentro di me.

“Che c’è amore? Non ti eccita più così dal vivo piuttosto che far vedere la mia visita ginecologica a un estraneo?”

Aveva scoperto tutto. Non sapevo come ma aveva scoperto tutto quello che avevo fatto. Tutte le foto rubate, i video, le mie confessioni di aspirante cornuto. Forse proprio dal mio telefono. Lo aveva contattato, aveva organizzato la vendetta. Forse perfino il caricabatterie faceva parte del gioco. Voleva che tornassi. Che li trovassi.

“Adesso capisco tutte quelle domande l’altra sera… tu volevi questo, volevi vedere come sarei stata sopra a un maschio del genere, non è vero”.

Non riuscivo a dare alcuna risposta.

Marco, o come diavolo si chiamava, aspettò il momento opportuno per intervenire. E ancora non lo era. Era ancora tutto in mano a Laura. Più che in mano, nella sua fica.

“Avvicinati, vieni a vedere. Guarda da vicino come ce l’ho incastrato nella fica il suo enorme cazzo. Dovresti sentire quanto fa male quando entra.”

Nel dirlo faceva scivolare la sua fica fradicia su e giù per quell’asta nodosa. E quando affondava troppo gridava “Ahia!” per umiliarmi ancora di più.

“Avanti  avvicinati, è quello che volevi, che hai sempre sognato. Vedere tua moglie usata da un altro”

Come un automa mi avvicinai al letto. Mi misi seduto. Inebetito. Laura continuava lentamente a farlo scivolare su e giù mentre le sue grandi labbra gli avvolgevano l’asta. Gli abbracciavano le vene. E la sua fica grondava umori bianchi che gli scivolano sul bastone fino ai grandi coglioni di quell’uomo.

“Mi riempie lo sai? Per entrare ha dovuto sforzarmela perchè non ero abituata a una misura del genere ed ho urlato. Dovevi sentire quanto ho urlato. E’ stato come perdere la verginità un’altra volta”.

Mia moglie si stava comportando come la più incallita delle puttane. Voleva farmela pagare. Per tutto quello che mi ero permesso di fare a sua insaputa. E me la stava facendo pagare con la mia stessa moneta.  Dando in effetti vita a quelli che erano i miei desideri confessati a quell’uomo. Facendomi realmente cornuto. Proprio adesso che avevo scoperto che quei desideri erano soltanto pura fantasia.

“Avanti amore che fai lì impalato? Non era questo il tuo desiderio? Non avevi confessato proprio a quest’uomo che avresti tanto voluto una moglie puttana? Tu non hai ancora idea di quanto so esserlo se lo voglio! E adesso lo voglio, perchè ho scoperto che lo vuoi tu. Che mi vuoi così. Sai, inizialmente mi ero incazzata. Mi sentivo delusa. Io ti avevo scoperto già dopo il secondo video. Non hai mai saputo fare le cose di nascosto. Almeno non con me. Ma ero ancora confusa. Volevo capire dove saresti voluto veramente arrivare. Quando mi hai accompagnata dal ginecologo io lo sapevo che mi stavi filmando. Dopo il materiale che avevo già trovato ero sicura che non ti saresti persa questa ghiotta occasione. Ed è per questo motivo che durante la visita ho voluto godere. Ed ho goduto. Veramente. Ho goduto mentre il dottore mi perlustrava la fica con le dita. E sono arrivata vicinissima all’orgasmo mentre mi faceva l’ecografia transvaginale con quello strumento così lungo e duro.. Mi sono trattenuta solo perchè non volevo fare brutte figure con lui.”

Ascoltavo Laura come un idiota. Tutto questo lo diceva ansimando. Continuando a far scorrere lentamente il suo palo di carne su e giù nella sua fica. E grondando sborra come se non venisse da una vita.

“Ti dirò di più amore. Se tu avessi confessato a me le tue fantasie le avremmo realizzate insieme. Ma per te è stato più eccitante tenermi all’oscuro di tutto. Dimenticandoti che sono tua moglie. Un piacere egoista, il tuo. Hai preferito “vendermi” a quest’uomo. Gli hai dato il mio corpo, seppure in foto e video. La mia più profonda intimità. Gli hai fatto vedere cosa fanno a tua moglie durante una visita ginecologica. Mi hai condivisa con lui. Ricordati che tutto questo non l’ho deciso io. E’ una scelta tua. Se adesso sono seduta su questo enorme cazzo è solo perchè tu mi hai spinta qui sopra. E adesso ne accetti le conseguenze”

Aveva tremendamente, maledettamente, ragione. Ero stato io a creare tutto questo. Ero stato io a spingerla sul suo cazzo. Ero stato io a far entrare il bull nella nostra vita.

“All’inizio ho solo letto la chat. Tutta. Più volte. Soppesando ogni tua parola. Era solo il tuo pensiero che mi interessava. E dopo che gli hai mandato anche il video della mia visita è stato tutto chiaro. Allora l’ho contattato, con un altro nickname. Gli ho spiegato chi ero. Se vuoi saperlo non mi ha spinto lui a questo. Sono stata io. Sono stata io a invitarlo a casa nostra.  Sono stata io a fare in modo che tu tornassi. Che mi trovassi esattamente così. Impalata su questo enorme cazzo. Che duro fatica a fare entrare tutto dentro da quanto è lungo e largo. Ma del resto tu lo sai bene no? Lo avevi visto bene in foto che mostro di cazzo aveva quest’uomo giusto? Giusto???”

“Si…lo avevo visto.. lo sai…”

“Non era quindi il tuo sogno che quest’uomo sfondasse tua moglie con questo cazzo fuori misura?Rispondi!!!”

“Si.. lo era …”

Laura non mi fece nemmeno finire di parlare, cercare di spiegarle che era stato tutto un gioco mentale, che mi ero accorto che non volevo veramente quelle cose. Che accadesse tutto questo realmente. Ma lei non poteva saperlo. Aveva solo letto le mie confessioni in quella chat. Non era nella mia testa. Senza darmi modo di provare a giustificare il mio comportamento,  lentamente si sfilò dal suo cazzo. Che rimase dritto sfidando qualsiasi legge di gravità.

Camminando sul letto si avvicinò a me. Spalancò le cosce davanti ai miei occhi. Spostò il bacino in avanti per permettermi una visione fin troppo chiara e con le dita si spalancò le grandi labbra.

“Voglio che guardi qui. Il mio ingresso vaginale. Voglio che mi dici se lo riconosci. Se è uguale all’ultima volta che mi hai scopata tu…”

Lo guardai attentamente ed era fin troppo evidente. Il buco della sua vagina era visibilmente più largo. Molto più largo. Troppo più largo.

“No… Laura… non è per niente uguale a prima…”

“Ecco..” disse soddisfatta della mia risposta “Così ti rendi conto di come mi ha già ridotta. In soli dieci minuti prima che arrivassi tu. Non si torna più indietro amore!!! Non si può più tornare indietro marito mio… ”

“Lo so…”

Laura era ancora con le labbra della fica tenute spalancate con le dita.

“Voglio che me la lecchi!” Adesso, subito, immediatamente! Voglio che mi sbatti la lingua nella tana che mi ha fatto lui!! Ora!!!”

Non avevo scelta. O lasciare mia moglie o sottostare a tutto questo. Amavo Laura più di me stesso.

Mi misi in ginocchio sul letto, appoggiai le mie mani alle sue cosce ancora calde, ancora sudate per il rapporto che stava consumando con lui. Tirai fuori la lingua e gliela passai lungo tutta la fessura, dal basso fino al clitoride.

“No!!!” mi ammonì Laura “Ho detto DENTRO!!!” Devi semplicemente schiaffarmi la tua lingua tutta dentro la fica!!!”

Infilai la lingua nel suo buco oscenamente slargato e gliela spinsi più dentro che potevo. Lei cominciò a muoversi verso di me, come a farsi scopare dalla mia lingua.

“Voglio che mi dici se senti il sapore del suo cazzo…”

Il sapore della fica di Laura in quel momento era fortissimo, non riuscivo certo a distinguere il sapore del cazzo di quell’uomo. Mentii.

“Si, Laura, si sente e anche tanto…”

“Sei proprio un coglione!” mi disse irritata “Non si sente il sapore del suo cazzo!! Quello che senti è solo il sapore di tutta la sborra che lui è stato capace di farmi uscire dalle viscere.”

Mi stava provocando. Mi stava umiliando. Mi stava probabilmente testando. Voleva capire fin dove mi sarei spinto. Quanto avrei voluto essere cornuto. Ripensai al mio quesito precedente. Che fare? La risposta era semplice…  prendere o lasciare. Non c’erano ormai più alternative.

“Hai ragione … Laura … non si sentiva. Si sentivano solo i tuoi umori..”

Ero ormai uno schiavo nelle sue mani. Adesso ero io curioso di capire dove sarebbe arrivata lei. Aveva già superato ogni mia aspettativa. Non la avrei mai immaginata arrivare fino a questo punto.

Laura mi prese per mano e mi costrinse a salire sul letto. Mi fece mettere in ginocchio accanto a lui. Il cazzo del bull adesso era leggermente curvo in avanti. Era un minimo umano anche lui. Mia moglie si mise dall’altra parte. Lui era sdraiato in mezzo a noi come un modello di anatomia maschile. Un modello surreale se paragonato alla  media.

“Voglio che guardi il suo cazzo. Lo hai visto in foto ma ora lo vedi dal vivo. Guardalo e dimmi come è…”

Mi fermai qualche secondo a fissare il bastone tra le sue gambe. Mentre mia moglie fissava me. Dritta negli occhi.

“E’ grande Laura.. è .. parecchio grande…”

Mia moglie con un movimento fulmineo afferrò il suo cazzo alla base stringendolo con una forza che gli fece di nuovo gonfiare tutte le vene. Dal rumore sembrava avesse afferrato un palo di marmo.

“E’ grande dici?”

Cominciò a segarlo, sempre tenendolo in una presa fortissima. Bastarono i primi movimenti della sua mano per farlo tornare dritto e duro. Io non avevo mai visto nulla del genere. Non da così vicino. Non sul nostro letto matrimoniale. Non in mezzo a noi.

“Guardalo bene adesso. E’ grande???”

“Adesso è … è … enorme amore …”

“Credo che ancora tu non ti renda effettivamente conto di cosa abbia quest’uomo tra le gambe!”

Con la stessa velocità con cui glielo aveva afferrato poco prima, lo lasciò.

“Voglio che lo afferri tu adesso! Fallo!!!”

L’umiliazione cresceva in maniera esponenziale. Non avevo mai toccato il cazzo di un altro uomo prima. Solo da bambino mi era capitato di toccare il pisellino a un amico giocando a dottori. E lui aveva toccato il mio. Ma non era stato un gioco sessuale, non sapevamo neanche cosa fosse, il sesso, allora. Avevo perfino rimosso questo ricordo oltretutto omosessuale nella sua innocenza. Mi era tornato i mente solo adesso. Adesso che non c’era più niente di innocente.

Glielo presi in mano. Fu scioccante per me. Non riuscivo a chiudere le dita della mia mano su quell’asta. Sentivo le sue vene pulsare contro il palmo della mano. Era talmente duro che non era possibile piegarlo. Un maschio alfa pazzesco.

“Adesso riesci a renderti conto meglio di quanto lui sia maschio?”

“Si Laura…”

“Voglio che ti avvicini col viso. Che lo guardi più vicino possibile. E voglio che ti fermi a guardare la sua punta!”

Esegui alla lettera quello che mi aveva ordinato mia moglie. Aveva due coglioni enormi, sembravano pieni. Guardai tutta l’asta e mi fermai ad ammirare la sua cappella. Lucida, fradicia. Enorme.

“Hai visto la sua cappella? Vedi tutto il fradicio che c’è sopra? Quella è la mia sborra, quella che gli ho gocciolato sopra quando mi ha sverginata stasera. Perchè è lui ad avermi sverginata veramente.”

Non c’era modo di darle torto.

“Adesso voglio che ti alzi, che ti metti ai piedi dal letto, davanti a noi. E che ti spogli. Completamente nudo!”

Adesso l’umiliazione sarebbe stata clamorosa. Mi alzai dal letto come mi aveva ordinato. Il mio cellulare squillò. Erano i miei amici che si domandavano a che ora arrivassi.

“Sono loro che ti cercano? Sono sicura che potrai trovare un’ottima scusa!”

Presi il cellulare di tasca e digitai “Scusate ragazzi, questa volta salto. Credo di avere la febbre. Scusate.”

Poi Mi sbottonai la camicia, completamente. E la lasciai cadere in terra. Laura, che fino a quel momento era rimasta inginocchiata davanti a lui, si sdraiò accanto a quell’uomo. Lui la abbracciò. E lei si lasciò abbracciare. La mano di lui cominciò ad accarezzare il seno di Laura. Il suo capezzolo durissimo. Contemporaneamente lei gli accarezzava i muscoli del petto. E mi guardavano. Sicuri di sé.

Guardai per un  attimo il mio fisico. I miei pettorali. Inesistenti. Lei me lo stava indirettamente facendo notare.

“Continua!” fu il suo ordine.

Mi sfilai le scarpe, i calzini. Poi mi sganciai la cintura, mi sbottonai i pantaloni e li lasciai cadere a terra, sfilandomeli dai piedi. Rimasi davanti a loro in mutande. Mi bloccai.

“Le mutande amore. Voglio che ti tiri giù le mutande e che le sfili!” mi disse sorridendo.

Sapevo ormai benissimo dove voleva arrivare. Abbassai lo sguardo, presi l’elastico delle mie mutande bianche. Rimasi ancora qualche secondo esitante. Non avevo scelta. Feci un lungo sospiro. E me le tirai giù, sfilandole del tutto. Ero completamente nudo. Come lui. Ma non ero come lui.

Mi guardai tra le gambe. Il mio cazzo era moscio. E piccolo. Maledettamente piccolo. Forse più di sempre. Ciondolava inutilmente tra le mie cosce. Adesso mi accorgevo che anche i miei testicoli erano piuttosto piccoli. Sicuramente lo erano in confronto ai suoi.

Alzai lo sguardo, incrociando il loro. Lui sghignazzava, roteando il capezzolo di Laura tra due dita. Lei sorrideva. Semplicemente.

“Avvicinati…” mi disse lei.

Camminai scalzo fino al letto. Mi posizionai su un lato. Su quello che era il mio lato del letto. Era, o era stato.

Laura sfilò il braccio da dietro la sua testa. Fece scorrere le sue dita di nuovo sul suo petto muscoloso, scendendo poi lentamente su tutto il suo corpo maschio. Senza farsi tanti scrupoli tornò ad afferrare con forza il suo cazzo. Lo teneva dritto davanti a me, anche se non avrebbe avuto bisogno del suo sostegno.

“Chi è il maschio in questa stanza? ” mi chiese perfidamente.

Guardai le piccole dita di mia moglie avvolte a quell’asta spaventosa.

“E’ lui Laura, è lui il maschio…”

Mentre pronunciavo queste parole Laura cominciò a spostare su e giù la pelle del suo membro. Di fatto, masturbandolo. Il bull prese in mano il mio cazzo, ebbi un sussulto, non me lo aspettavo. Più che prenderlo in mano, in effetti, me lo prese con due dita. Giusto per farmi vivere meglio la mia condizione di palese inferiorità. Me lo scuoteva senza ottenere nessuna reazione. Ero troppo scioccato per eccitarmi. Tanto meno con il suo contatto. Mi tirò su la pelle scoprendo la mia piccola cappella. E, per la prima volta, prese lui la parola.

“Sbaglio o te lo avevo già scritto  in chat che tua moglie aveva bisogno di ben altro? Non ti rendi conto di che cazzo inutile hai tra le gambe? Non ti vergogni di portare le mutande per coprire un pisellino del genere? Sono sprecate” e cominciò a ridere forte, soddisfatto per l’umiliante battuta.

In quel momento aveva perfettamente ragione. Ma ero sotto choc per tutto quello che stava succedendo. Ritenevo comunque di avere un cazzo non così ridicolo. A parte, appunto, in quell’istante. Mi aspettavo, ingenuamente, che Laura confermasse il fatto che la facevo comunque godere. Ma non lo fece. Aveva stampato sul viso un sorriso compiaciuto. E non per me, ma per il cazzo con cui stava giocando adesso. Lo masturbava decisa e non parlava. Aveva lasciato il “testimone ” a lui.

“Guardati tra le gambe. Sembra il cazzo di un bambino. Amore come fai a sentire entrare questa cappella minuscola nella tua fica?” chiese direttamente a Laura.

L’aveva chiamata AMORE! Non mi ero sbagliato! La aveva chiamata proprio così!

“Infatti non la sento AMORE!” rispose Laura.

Ditemi che parlava con me! Solo questo era il mio pensiero in quel momento. Ma non era così. Lui adesso la chiamava AMORE. E lei faceva altrettanto.

Laura si chinò tra le sue cosce e gli passò la lingua aperta su tutta la cappella. Raccogliendo le gocce che gli uscivano dal buco del glande mentre lo mungeva.

“Baciami AMORE!” mi invitò aspettandomi con la lingua fuori dalla bocca, per farmi vedere quanto fosse sporca di lui.

Chiamava AMORE entrambi. Avrei dovuto scappare via, da quel bastardo e da quella puttana. Questo era veramente troppo. Avrei dovuto…

Avvicinai la mia bocca a quella di Laura, tirai fuori la lingua e lei passò la sua sopra la mia. Passandomi il liquido pre-eiaculatorio di quell’uomo. Poi mi prese la testa e mi costrinse a baciarla. Solo in quel momento riconobbi mia moglie. Il suo bacio. Con la stessa passione di sempre. Ci baciammo per diversi secondi, adesso il sapore dell’altro cazzo rimasto nella sua bocca era davvero forte. Poi lei si staccò dalla mia bocca e mi disse … “Ti amo”. Me lo disse con la stessa dolcezza con cui me lo aveva sempre detto. Mi sorrise. Provai anche io ad abbozzare un sorriso di risposta.

Poi mi spostò e si ributtò con la bocca sul suo cazzo. Cominciò a leccarglielo tutto, dai testicoli alla punta senza più considerarmi. Di nuovo.

“Tua moglie lecca il cazzo come una puttana” esclamò il bull visibilmente soddisfatto del lavoro di bocca di Laura.

“Forse perchè io SONO  una puttana…” confermò lei. Mettendosi a 69 sopra di lui. Per me ci fu solo quel bacio. Perchè era con lui che voleva fare sesso. Solo con lui. Del resto col mio cazzo moscio quella sera poteva fare davvero poco. Rimasi a guardarli, mia moglie a cavalcioni sul viso del bull ad offrirgli i suoi buchi. Lui che le teneva le chiappe spalancate e le alternava colpi di lingua sulla fica e sul buco del culo. Lei che non intendeva mollare la presa dal cazzone di lui. Glielo aveva insalivato tutto. La vidi provare a prendere in bocca, con grande fatica, quell’enorme cappella. Fin quando riuscì nell’intento e il glande del bull sparì tutto nella bocca di mia moglie. Adesso c’erano solo loro sul nostro letto. E si comportavano da maiali. Davanti a me.

Dopo qualche minuto in quella posizione, mia moglie si alzò da lui. Venne di nuovo verso di me. Era padrona del gioco e le stava piacendo da pazzi. Mi consentì di sdraiarmi sul letto, accanto al suo amante. Mi aprì le gambe. Il mio cazzo se ne stava moscio a ciondoloni. Non mi sentivo neanche più uomo.

Laura mi prese il cazzo con due dita. Anche questa presa era studiata per umiliarmi. Provò a segarmi ma il cazzo non rispondeva. Se lo prese in bocca. Cominciò a ciucciarlo, a succhiarlo. Per un bel po’ di tempo. Come se volesse provarle tutte per farmi partecipare al loro nuovo gioco. Ma il mio cazzo restò afflosciato su se stesso. Non riuscivo proprio a farmelo diventare duro, continuavo a rivedere nella mente le immagini di mia moglie poco prima, quando aveva in bocca il suo. Mi sentivo troppo inferiore. Non c’era neanche da metterli in paragone. Sarebbe stato ridicolo farlo. Laura si stancò di provarci. Lasciò la presa e il mio cazzo ricadde sulla mia coscia. Lo guardò per qualche secondo, probabilmente chiedendosi cosa poteva farci con il mio inutile cazzo.

Poi mi guardò negli occhi  di nuovo con la sua espressione da troia. Si girò verso il bull che teneva in mano il suo tubo, sorridendo orgoglioso. Glielo fissò per per alcuni secondi, poi si rivolse nuovamente a me:

“Lo capisci che devo montare sopra di lui?” e dicendomelo allungò il piede e cominciò ad accarezzargli l’asta con le dita.

“Lo capisco…”

Laura non aspettò neanche la mia risposta. Si avviò verso di lui. Gli montò sopra. Con tre dita della mano unite fra loro si diede una “mescolata” alle grandi labbra, per essere sicura che fossero di nuovo pronte a quella potente penetrazione. Poi le avvicinò alla sua cappella lucida. Cominciò lentamente a strusciarle su quella punta che tanto invidiavo. Iniziò a gemere. E a gocciolargli sopra. Potevo vedere benissimo gli umori di Laura scendere dalle sue labbra e imbiancare il suo glande. Non era solo una vendetta. Mia moglie desiderava da pazzi quell’uomo. Il suo cazzo, soprattutto. Non la avevo mai vista grondare piacere per me fino a quel punto.

“Aiutami a farlo entrare dentro di me…” mi chiese spudoratamente guardandomi.

Ormai ero certo che se volevo continuare ad avere mia moglie dovevo prendere atto di questo. Che aveva bisogno di quel cazzo. Che aveva bisogno di un vero cazzo. O la separazione o la moglie puttana. O la separazione o essere un cornuto conclamato. Consenziente.

Mi avvicinai. Mi misi dietro di lei. Impugnai quel cazzo. Cominciai a muoverlo sulle labbra di mia moglie. Laura cominciò lentamente a scendere su di lui. Vidi quella cappella trapassarle le labbra. Forzare contro il buco d’ingresso della sua vagina. Laura fece un lungo sospiro e fece scendere con decisione il bacino. Poi lanciò un urlo. E la cappella del bull la penetrò completamente.

“Mi spacca!” fu il suo commento urlando e cominciando a gemere forte.

“Lo vedo…” le risposi io. Lo vedevo veramente. Laura aveva fatto entrare nella sua fica circa un terzo di quel palo di carne. E si muoveva lentamente su di lui. Facendolo scorrere tra le sue labbra. Il suo foro vaginale era completamente dilatato. Le sue labbra vaginali interne stringevano la sua asta rimanendo aderenti al suo bastone. Non sarebbe potuto entrare uno spillo in quella fica. Era spaventosamente piena. Piena di lui.

Le sue pareti vaginali presto tornarono a dilatarsi, costrette ad accogliere quella dimensione inusuale. E Laura cominciò a scorrere sul suo cazzo più agevolmente. E più velocemente. Adesso se lo stava veramente scopando. E godeva come non la avevo mai sentita.

“Adesso lascia quel cazzo e mettiti accanto a noi a guardarci e a segarti!” mi ordinò con la solita intonazione da zoccola.

Mi allontanai da loro, lasciandoli nella loro intimità. Si guardavano negli occhi, lui le teneva la mano sul bellissimo culo morbido e se la spingeva contro di sé. Lei usava i muscoli del bacino per affondare il più possibile su di lui.  E ogni volta urlava perchè evidentemente quella cappella le sbatteva con forza contro l’utero. Laura faceva volutamente ciondolare le sue grandi tette sul viso del bull, per invitarlo ad usarle. Lui ogni tanto sollevava la testa e le prendeva i capezzoloni in bocca, tirandole le punte con le labbra.

Guardai il mio cazzo tra le cosce. Adesso dava segnali di vita. Lo vedevo sobbalzare di tanto in tanto. Cominciai a segarmi. E sembrava finalmente rispondere. Ma Laura era troppo presa a scopare con lui per accorgersi di me. Ero solo uno spettatore non pagante.

Si baciavano a lungo, scopavano come due fidanzati le prime volte che lo fanno.

“Dai sbattimi tutta!”  lo incitava lei saltando sul cazzo.

“Lo senti come te la sto aprendo?” le rispondeva lui.

“Oh siiii come non me l’ha mai aperta nessuno. Oooooh non immaginavo si potesse godere così tanto! Sei un vero maschio te!!”

“Godevi così anche col cornuto di tuo marito?” le chiese lui come fanno gli amanti quando il marito non è presente.

“Non ho mai goduto così in tutta la mia vita non solo con mio marito” continuò la conversazione Laura noncurante della mia presenza.

Il mio cazzo era diventato duro. Mi avvicinai a loro per farglielo notare, anche se, pure adesso, il paragone col suo era ancora umiliante.

Finalmente Laura si voltò verso di me e mi vide col cazzo duro in mano. Senza dirmi nulla aprì la bocca facendomi intendere che lo voleva succhiare. Mi avvicinai e glielo misi in bocca. Laura cominciò a farmi un pompino, finalmente stavo godendo anche io in qualche modo di quella situazione che fino ad allora mi aveva visto estraneo.

Mia moglie mi accarezzava le palle e mi prendeva tutto il cazzo in bocca. Col mio poteva permetterselo. Poi si staccò dal mio membro e mi disse. “Voglio che mi lecchi il culo mentre cavalco lui!”.

Non mi aveva mai chiesto una cosa del genere prima. Per Laura il sesso anale in tutte le sue forme era sempre stato tabù. Evidentemente non per la “nuova” Laura.

Mi spostai dietro di lei. Che si sdraiò su di lui in modo da sollevare più possibile il culo. Le chiappe di mia moglie, morbide, ondeggiavano ad ogni colpo di reni che dava il suo nuovo maschio per sfondarla.

Sentii Laura bisbigliare qualcosa a lui. Capii cosa gli aveva detto quando vidi le mani del bull afferrare le chiappe di mia moglie con forza e spalancarle davanti a me. Nel vedere quello spettacolo ricominciai a segarmi forte. Era lo stesso spettacolo che avevo regalato a lui nel video in cui me la scopai quella sera. Solo che adesso lo spettatore ero io e sotto a Laura, col cazzo ben piantato in lei, c’era lui.

Il foro anale di Laura era completamente ricoperto di umori bianchi, evidentemente quelli mischiati dei loro organi sessuali che lo avevano raggiunto colando dalla fica di mia moglie.

“Muoviti lecca!!” mi ordinò impaziente,  senza accennare a smettere di cavalcare il cazzone.

Avvicinai il viso allo splendido culo di Laura, tirai fuori la lingua e cominciai a passargliela tutta intorno al buco. L’odore del sesso, del loro sesso, era veramente forte. Raccolsi con la lingua una grande quantità di umori appiccicosi. Poi con la punta della lingua cominciai a giocare col foro anale di Laura. Che faceva pulsare il buco in segno di approvazione. Poco sotto di me il palo del bull continuava a spaccarla.

Mentre ero intento a leccarle il buco, il bull mi allontanò il viso con la mano. Poi passò due dita sotto la vagina sbrodolosa di mia moglie e raccolse altri umori. Che andò a spalmare accuratamente sul suo buco del culo. Vedere la sua mano prendere addirittura confidenza con il foro più intimo della mia compagna mi fece ingelosire da pazzi. Non gli bastava scoparsela come stava facendo.

Pensai che le stava di nuovo sporcando il buco per farmelo leccare, ero pronto a intervenire per la “pulizia” ad un suo cenno. Invece glielo stava lubrificando. Ora sapevo cosa voleva farle. Laura non avrebbe accettato anche questo. Tutto,  ma non questo. Era sempre stata categorica con me. Non lo aveva mai permesso a nessuno, almeno era quello che mi aveva sempre detto. E le poche volte che ci avevo provato io si era incazzata pesantemente. Questa era la Laura che conoscevo, che avevo sposato.

Dopo averla preparata sufficientemente, il bull puntò il dito sul buco del culo di mia moglie. Adesso lei si sarebbe accorta delle sue intenzioni, gli avrebbe tolto la mano, si sarebbe infuriata. Come avrebbe fatto, del resto, anche con me.

Io mi segavo il cazzo duro, ero eccitato, finalmente sarebbe arrivato uno smacco anche per il superuomo.

Lasciai la presa sul mio cazzo, che tornò presto ad ammosciarsi penzolando inerme tra le mie gambe quando sentii la voce di Laura urlare:

“Porco che cazzo aspetti??? Aprimi questo cazzo di culo una volta per tutte!!!”

Tutte le mie convinzioni, perfino quelle poche rimaste, caddero in un precipizio. Quella non era più la donna in abito bianco accanto a me davanti all’altare. Quella che mi ritrovavo adesso davanti era una troia ninfomane aperta a tutto. Una vera prostituta da strada.

Li guardavo di nuovo inebetito. Il bull cominciò a premere con forza contro il foro anale della troia. Il suo dito era decisamente grande, anche quello più del mio.

“Amore dimmi cosa mi sta facendo!!!” disse rivolgendosi a me. Quando voleva si ricordava che esistivo.

“Ti sta .. ti sta …” duravo fatica a pronunciare quelle parole che stavano a significare che quello sconosciuto stava per prendersi una cosa a cui io, il marito, non avevo mai avuto diritto.

“Sta cercando di infilarti un dito nel culo amore…”

Appenai pronunciai queste parole l’anellino anale di mia moglie cedette e il dito del porco si infilò completamente nel buco del culo di Laura. Che urlò di nuovo.

“Oh cazzo come mi brucia il culo!!”

Noncurante delle sue lamentele il bull continuò a sditalinarle l’ano. Spingendo il suo dito nello sfintere di Laura più che poteva per la posizione in cui era.

Mia moglie aveva adesso quell’uomo sia in fica che nel culo. Mi allontanai da loro e rimasi a guardarli. Tanto il  mio cazzo ormai non si sarebbe più ripreso, dopo quell’ulteriore colpo.

“Sto per sborrare voglio che sborri con me!” lo incitò lei senza ormai alcun freno inibitorio.

E cominciò a pomparsi con forza sul suo bastone. Il bull non aveva più smesso di scoparle anche il culo con il dito.

Dopo qualche secondo Laura esplose in un piacere animalesco.

“Cazzoooo vengoooooooooo!!!!”

“Anche io amore!!!! Ti inondo la ficaaaaaa”

“Ti sentooooooooooooo”

Vidi il bastone di quell’uomo sussultare, i suoi coglioni muoversi. Le stava schizzando chissà quanto sperma in fondo alla fica.

Laura si lasciò cadere inerme su di lui. Erano entrambi sudatissimi.  Sentivo l’odore forte che sprigionavano i loro corpi. Rimanemmo così, tutti in silenzio per alcun minuti,. Nella stanza si sentiva solo il respiro affannoso di mia moglie.

Poi lei cominciò a sollevarsi da lui, il suo palo era ancora ben piantato nella sua fica. Non si era ancora ammosciato, era pazzesco. Lentamente Laura fece scorrere la fica sulla sua asta per farlo uscire. Una volta liberata la vagina  da quell’enorme “ospite” rimase a quattro zampe sopra di lui.

Le labbra della sua fica erano oscenamente spalancate. Il suo buco vaginale era una caverna adesso. La aveva sfondata, la aveva allargata tutta. Fortuna che la vagina è elastica altrimenti io lì dentro non ci sarei più potuto entrare. Se glielo avessi infilato in questo momento, anche se lo avessi avuto duro al massimo, non mi avrebbe neanche sentito entrare.

“Amore leccamela un po’, ti prego, mi brucia la fica da morire!!” furono le parole di Laura che spezzarono il silenzio.

Dalle sue labbra cominciava a sgorgare fuori la sborra del bull. Era tantissima. La aveva veramente riempita. Aspettai qualche secondo dopo la sua richiesta. Non ero pronto a leccare tutta la sborra di quel maschio.

Finalmente Laura smise di gocciolare, mi avvicinai alla sua fica e cominciai a leccargliela tutta.

“Oh si amore… ne avevo bisogno mi ha sfondata nel vero senso della parola! Mi brucia tutta, dentro e fuori…”

Le infilai la lingua in quel foro dilatato passandogliela sulle pareti vaginali. Quando lei azionò i muscoli vaginali e mi riempii la lingua di sborra del bull, rimasta evidentemente in fondo alla sua fica.

Era bollente, viscida, dolciastr.. Fui costretto a mangiarla. L’umiliazione più completa. Ero sicuro che lei lo aveva fatto apposta. Voleva che ingoiassi lo sperma del maschio che la aveva accompagnata nel suo nuovo “viaggio”.

Laura dopo essersi svuotata su di me di quel liquido estraneo si sdraiò sul letto accanto al bull.

“Puliscigli il cazzo ora amore, sii educato con gli ospiti” fu l’umiliazione finale.

Però lo aveva chiamato “ospite”, questo significava che non lo aveva fatto entrare nella sua vita. Solo nella sua fica.

Fu una minuscola soddisfazione per me. Mi avvicinai al cazzo di quell’uomo che finalmente si era ammosciato. Ce lo aveva sdraiato su una coscia. Anche adesso era comunque grosso. Il suo cazzo moscio era della stessa misura del mio cazzo duro.

Non lo guardai nemmeno in faccia. Cominciai a passargli la lingua su tutta l’asta. Almeno questa era coperta degli umori di Laura. Con la mano mi offrì le sue grandi palle e gliele ripulii dalla loro sborra. Poi se lo prese in mano e mi diede da ripulire anche la cappella. La presi in bocca per qualche secondo e gliela feci tornare pulita.

“Adesso vai a farti una doccia, ne hai bisogno” mi ordinò Laura.

Mi alzai dal letto, mi incamminai verso la porta. Diedi un’ultima occhiata a loro abbracciati sul letto, nudi, intimi. Ed andai in bagno. Mi feci una doccia. Fredda. Una lunga, lunghissima, doccia fredda. Provai a pensare a quello che era successo, ma non ci riuscii. A quello che sarebbe potuto succedere d’ora in poi tra me e Laura. Invano.

Uscii dal bagno dopo circa mezz’ora e quello successe dopo mi lasciò ancora una volta sconvolto!

Leggi il Capitolo 3

 

 

 

 

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