Ho scoperto questa passione quando ero ancora adolescente e andavo a fare i compiti a casa di una compagna di classe.
Stavamo conoscendo insieme le prime sensazioni legate al sesso, allo sviluppo dei nostri corpi. Le tette che cominciano a crescere, i primi peli sulla fica.
E’ un attimo a quell’età, quando prendi confidenza con la tua amica del cuore, ritrovarsi con le mutandine abbassate alle ginocchia per vedere chi è più sviluppata. E di conseguenza cominciare a toccarci perché le labbra già a quell’età si bagnano eccome.
Con la Betty era successo così. Due giovani corpi nudi sul letto, due lingue con la voglia di assaggiarsi, le dita curiose di intrufolarsi tra le labbra della fichetta dell’amica. Poi le dita diventano pennarelli, evidenziatori, tubetti di colla, qualsiasi cosa sia possibile infilarsi dentro quel buchino stretto senza rischiare di rompersi l’imene.
Oggetti che diventavano i nostri primi ragazzi, la fantasia che quel pennarellone si trasformi nella nostra mente nel pisello del più bello della scuola che ti entra dentro. Sono stati loro, i benedetti pennarelloni che i genitori ignari ci compravano per colorare a conoscere per primi l’interno delle nostre vagine. E spesso perfino dei nostri culi. Almeno dietro non si correva il rischio di combinare troppo danni irrimediabili.
Fu proprio così che un giorno, con la Betty, scoprimmo la passione per la pipì. Successe per caso, non fu una cosa cercata. Stavamo “giocando” tra noi come ormai capitava sempre più spesso. Il pomeriggio eravamo quasi sempre sole a casa sua quindi per fare qualche pausa dallo studio capitava che ci spogliavamo completamente nude e cominciavamo “a fare le sceme” sul letto, come dicevamo noi.
La Betty era sopra di me, mi stava strusciando la fichetta sulle tettine perché ci piaceva tanto e poi si mise a sedere sul mio viso. Lei si teneva le labbra aperte con le dita e io le leccavo il clitoride. Diventava matta appena glielo sfioravo con la punta della lingua.
Ci venne in mente una scena con protagonista un nostro compagno di classe un po’ scemo e cominciammo a ridere a crepapelle. quella stupidina della Betty non si era resa conto le scappava la pipì forte talmente era presa dal mio trattamento orale. Così, nel ridere da “mal di pancia” dalle sue labbra partì un piccolo getto di pipì che mi finì proprio sul viso e un po’ in bocca!
“Che cazzo fai!” le urlai “mi hai pisciato in faccia cretina!”
“Scusa tesoro non l’ho fatto apposta!” mi rispose vergognandosi
Corsi in bagno a lavarmi la faccia e a sciacquarmi la bocca.
“Ora te lo faccio io a te così siamo pari!” le dissi categorica
“Va bene, se serve per farmi perdonare”
Così la feci entrare nella vasca da bagno e la feci mettere distesa, per non bagnare il pavimento.
“Oh io ti ho fatto solo un piccolo schizzo eh!” si raccomandò
“Ma si ma si!!” le risposi fregandomene delle sue raccomandazioni. Il mio pensiero di vendetta si era già trasformato nella voglia di provare una nuova esperienza.
Così montai in piedi sul bordo della vasca, posizionandomi a gambe aperte sopra di lei. Mi aprii le labbra della fica e cominciai a concentrarmi per farla uscire.
“E dai muoviti però!” mi diceva per uscire al più presto da quella situazione che inizialmente la schifava.
“Se non stai zitta cretina non mi uscirà mai!”
Finalmente dopo qualche secondo alcune goccioline di pipì uscirono dalla mia uretra e caddero sui suoi capezzoli.
“Mi devi fare solo un piccolo schizzo in faccia per essere pari non inondarmi tutta!”
“Vuoi stare zitta cretina o stiamo qui tutto il pomeriggio!?!?!?”
Quasi non finii di dire la frase che dalla mia vagina spalancata partì un getto violentissimo di piscio che andò a colpirla direttamente in faccia. Solo con quel getto le avevo inondato il suo dolce e candido visino con la mia urina gialla.
“Ma sei cretina mi hai lavato la faccia!” mi disse cercando di ripulirsi con le mani.
Io non le risposi e neanche smisi pisciare. Dalla mia fichetta continuò a uscire un getto continuo di piscio che cercai di direzionarle su tutto il corpo. Alla fine era bagnata di piscio dalla testa ai piedi.
“Ma sei demente???” mi urlò incazzata.
“Sssssh” le dissi baciandola e assaporando il sapore della mia urina sulle sue labbra “Ora fallo tu a me”
Mi sdraiai in vasca sul lato opposto da dove si era messa lei, bagnandomi già tutto il corpo con tutto il piscio che era rimasto nella vasca.
“Sei proprio una troietta!” mi disse “Vuoi la guerra??” poi mise le gambe sui bordi della vasca, a sua volta si spalancò le labbra con le dita e dopo pochi secondi cominciò a spararmi il suo getto di pipì su tutto il corpo. Era così calda, piacevole.
Mi accorsi che anche io ne avevo ancora e così tornai ad aprirmi la fica e a pisciare su di lei. Ci pisciammo addosso dappertutto. Ridendo come pazze. Avevamo perfino i capelli pieni di piscio. E ci era finita anche in bocca. L’odore in quella vasca divenne molto forte e inebriante. Ci ubriacammo con l’odore della nostra urina.
Presi in mano un piede della Betty che nel frattempo aveva rimesso nella vasca e che quindi si era bagnato completamente col nostro piscio mescolato insieme e cominciai a leccarle le dita pisciose. Il sapore era acidulo, molto forte. Le ripulii tutto il piedino, dalle dita alla pianta. Lei fece altrettanto con il mio. Poi ci baciammo con le nostre lingue tutte sporche del nostro liquido dorato. E ci leccammo per un bel po’ tutto il corpo, scoprendoci assetate in maniera perversa del nostro liquido giallo.
Fu la prima volta ma ne seguirono molte altre. Ogni volta che una delle due andava in bagno l’altra la seguiva e finivamo con l’assaggiare ogni volta la nostra pipì, tenerci l’un l’altra la fica aperta mentre la facevamo e alla fine ripulircele con la lingua.
Eravamo già due giovanissime troiette.
Crescendo non ho perso quella passione. Con alcuni ragazzi ho provato il piacere di provare il piscio maschile sul corpo e in bocca. E a mia volta di dissetare i miei partner con il mio prezioso liquido vaginale di cui alcuni vanno golosi.
Così come adoro pisciare all’aperto. Non perdo occasione, anche quando sono in gruppo con amici, di far fermare l’auto in qualche posto per scendere e pisciare fregandomene se tutti mi vedono. Ormai lo sanno tutti che sono disinibita, anche se non tutti conoscono questa mia passione irrefrenabile per la pioggia dorata.
A volte vado al parco da sola e quando vedo qualche signore un po’ anzianotto seduto su qualche panchina a veder passare il tempo ne approfitto. Mi avvicino e gli chiedo se gli può dare fastidio se faccio pipì accanto a un albero che si trova magari vicino alla sua panchina. Con la scusa che non resisto più. Molto raramente trovo qualcuno che mi dice di no. Di solito mi dicono “Prego, faccia pure!” e io ne approfitto per abbassarmi i pantaloni e le mutandine per poi accovacciarmi e far uscire il “prezioso liquido” a gambe spalancate davanti a loro. Loro si girano verso di me e ovviamente si godono lo spettacolo che gli offro. Mica gli capita tutti i giorni di vedere una fica come me pisciare.
Qualche volta mi è anche capitato che qualche ometto più arzillo me la asciugasse con la lingua. E io magari in cambio gli tiro una sega veloce anche se, purtroppo, a volte far sborrare i loro cazzi mosci non è impresa facile. Solo una volta mi è capitato un anziano con un tubo esagerato. Non gli rimaneva molto duro ma la misura era assolutamente fuori dalla norma.
Ah, dimenticavo, ovviamente ho coltivato la passione anche con altre persone del mio stesso sesso. Con Betty ci siamo perse di vista crescendo, ma in compenso ho conosciuto altre donne con il mio stesso amore per il pissing. Perfino una cameriera di un albergo, una volta che mi trovavo fuori città per lavoro. Ci siamo pisciate addosso praticamente in ogni punto della camera. era una gran maiala e io più di lei. Ci fosse stato un maschio quella volta in camera con noi avrebbe sborrato dopo dieci secondi vedendo quali porcate eravamo in grado di fare.
Sono bella, sono porca, adoro il piscio, che male c’è?