Mi sono presa il mio spazio - DarkOct02

Mi sono presa il mio spazio

 

Mi sono presa finalmente il mio spazio di Donna!!!

Sono sempre stata una brava moglie ed ho sempre cercato di soddisfare mio marito sotto ogni punto di vista. Sia nel letto che fuori.
Eppure non sono mai riuscita a sentirmi soddisfatta in pieno, come donna.

L’occasione è arrivata quel giorno in cui presi quella telefonata. Era uno dei tanti call center che ti propongono sempre qualcosa ma stavolta, non chiedetemi perché, decisi di stare ad ascoltare cosa mi proponevano. Parlavano della possibilità di avere in casa un depuratore d’acqua, la ragazza al telefono era molto gentile e decisi di accettare l’appuntamento di quel venditore, che mi avrebbe illustrato i vantaggi del dispositivo.

Si raccomandò che ci fosse anche mio marito in casa perché, si sa, le decisioni si prendono in due, visto che ci avrebbero evidentemente proposto un acquisto o qualcosa del genere. Fissai l’appuntamento per il lunedì successivo per le 18:30, sapendo che mio marito, solitamente, in quell’orario era già a casa.

Quando arrivò il giorno dell’appuntamento, sinceramente, non lo ricordavo neanche più. Lo avevo accennato a mio marito qualche giorno prima, ma probabilmente anche lui se ne era dimenticato. Fatto sta che mi trovavo a casa in totale relax. Ero stata fuori a correre un po’, ero rientrata e mi ero fatta una doccia. Poi mi ero sdraiata sul divano seminuda, avevo addosso soltanto una maglia lunga e l’intimo.

Quando sentii suonare il campanello mi sembrava strano che fosse mio marito, perchè lui abitualmente usa le chiavi. Improvvisamente mi tornò in mente che avevo preso quel dannato appuntamento. Mi sembrava scortese mandate via la persona, quindi risposi cordialmente al citofono. Era effettivamente la persona che doveva presentarmi questo “fantastico” prodotto, quindi gli dissi di salire.

Mi guardai, ero abbastanza presentabile, la maglia lunga mi arrivava comunque fin quasi al ginocchio e mi faceva fatica andare a mettere dei pantaloni. E poi lui stava già salendo…

“Ma chi se ne frega..” pensai tra me e lo accolsi in quel modo.

Si presentò alla porta un bel ragazzo, vestito molto elegante, in giacca e cravatta. Era alto e davvero di bell’aspetto, doveva essere anche piuttosto muscoloso. Mi fece piacere farlo entrare in casa, seppure mio marito non fosse ancora tornato. Pensai che comunque non avrebbe tardato a rientrare.

Buonasera signora, sono Diego Rambaldi” mi salutò gentilmente il ragazzo con un tono di voce molto accattivante. Del resto doveva essere allenato a convincere le persone.
Suo marito è in casa?” si preoccupò subito di chiedermi.
Piacere, sono Elisabetta. Mio marito dovrebbe rientrare a momenti. Ma si accomodi…” gli risposi gentilmente.
Allora possiamo cominciare noi?
Senz’altro..” gli risposi sorridendogli non so bene perchè..

Mi chiese di poterci mettere in cucina, per potermi presentare le magnificenze del suo depuratore. Mi fece qualche domanda sulle nostre abitudini, se compravamo l’acqua al supermercato o se bevevamo quella dell’acquedotto. Insomma, mi fece una sorta di sondaggio iniziale.

Mi misi seduta al tavolo di cucina, più interessata a guardare lui che a stare attenta alle sue parole. Tirò fuori il prodotto e cominciò a descrivermi le caratteristiche e i benefici che avremmo potuto ottenere. Poi mi chiese di poterlo collegare al rubinetto del lavandino per potermi far assaggiare l’acqua depurata. Ed io acconsentii.

Aveva un modo di fare e di parlare molto coinvolgente, la sua voce era profonda e maschia. Mi guardava in un modo che a una donna fa effetto. Sono sicura che di tanto in tanto cercasse di sbirciare nella scollatura della mia maglia. E devo ammettere che la sua sfacciataggine non mi dispiaceva. Sfilai i piedi dalle mie ciabattine e li appoggiai, nudi, sulla stecca di legno della sedia. Volevo vedere come avrebbe risposto a quella “piccola provocazione”.

Lui parlava del suo fantastico apparecchio e io cominciai a muovere sensualmente le dita dei piedi. Facendo finta che fosse la cosa più naturale del mondo. E mi accorsi, con mia grande soddisfazione, che ogni tanto buttava lo sguardo proprio lì, sui miei piedini, che sembravano ammaliarlo.

Mi ritrovai in una posizione per me nuova, strana, ma allo stesso tempo eccitante. Non mi ero mai comportata così fino a quel giorno, con nessuno. Ma quel ragazzo mi aveva ispirata e volevo “giocarci” un po’ prima che tornasse mio marito. Così, con la scusa di stare seduta più comoda, in un momento in cui era girato verso il rubinetto mi tirai leggermente su la maglia, quel tanto che bastava per mettere un po’ in mostra le mie gambe. Mi sentivo come il gatto col topo e la cosa mi piaceva.

Non volevo certo esagerare, non volevo passare assolutamente da puttana. Volevo solo provocarlo un po’, sapendo che non si sarebbe permesso di approfittare della situazione, considerando soprattutto che mio marito stava rientrando.

Quanto giudica importante l’acqua nella sua vita?” mi chiese

Presi la famosa “palla al balzo” per continuare il mio giochino: “Beh, tanto direi. Oltre che per bere è importante per lavarsi, poi per una donna ancora di più per l’igiene intima, giusto?

Lui rimase un attimo spiazzato dalla mia risposta, ma ne approfittò per girare le mie parole a suo favore: “Certo, brava, dice bene. Infatti immagino che farà molta attenzione alla sua igiene intima utilizzando prodotti di qualità giusto? E la stessa cosa dovrebbe fare, a maggior ragione, per l’acqua che beve

Ne approfittai ancora, sfacciatamente: “Sono perfettamente d’accordo con te“, gli dissi cominciando a dargli del tu per vedere se ci faceva caso. Poi continuai: “Io ci tengo molto in effetti alla mia igiene intima, come dovrebbe fare ogni donna. Infatti uso prodotti di alta qualità quando faccio il bidet e inoltre uso lavande vaginali molto delicate per una corretta pulizia interna” conclusi provocandolo con l’argomento più intimo e guardandolo con uno sguardo da “bambina cattiva”.

Lui rimase un attimo scioccato dal fatto che gli avessi confessato come ero solita prendermi cura della mia vagina. Ma da bravo venditore cercò ancora una volta di “usare” le mie parole a suo favore.

E’ molto postivo che sia così attenta alla sua salute, vede, potrebbe usare l’acqua depurata a maggior ragione anche per la sua pulizia vaginale.” mi rispose rigirandomi la provocazione.
Ah si?” risposi interessata “questa è una ottima cosa. Ma se il depuratore viene montato in cucina come faccio? Mi dovrei fare il bidet nel lavandino?” gli chiesi mettendomi a ridere per la battuta che avevo fatto

Lui assecondò la mia risata, ma anche stavolta aveva la risposta pronta: “Beh no, immagino che sarebbe un po’ scomodo. Però può prepararsi una lavanda vaginale con un’acqua sicuramente più pura rispetto a quella dell’acquedotto, prendendola da questo rubinettino aggiuntivo che verrà installato qui accanto nel lavabo. Poi ovviamente la farà sul bidet per essere più comoda…” concluse forse immaginandomi proprio in quella situazione. Ed era quello che speravo, in fondo.

Io stessa, in quel momento, mi immaginavo sul bidet tutta nuda e magari proprio con quel bel ragazzo, davanti a me, ad ammirarmi eccitato. Il pensierò mi eccitò e cominciai a sentire le mie mutandine inumidirsi. Sperai che mio marito ritardasse ancora, era strano che non fosse ancora rientrato, ma in quel momento ne ero felice. Perchè avevo intenzione di continuare a provocare questo gran figo e decisi di giocarmi il jolly.

Sicuramente sto più comoda sul bidet” dissi facendo un sogghigno “non penserai mica che possa mettermi a gambe aperte sul lavandino di cucina e infilarmi quel ‘rubinettino’ nella mia vagina, non credi?

Questa mia ulteriore, perfida provocazione, ebbe il suo effetto. Perchè il ragazzo rimase qualche secondo senza parole, probabilmente chiedendosi dove volevo arrivare. Ma il suo corpo reagiva per lui, perché non potei fare a meno di notare il gonfiore che c’era adesso nei suoi pantaloni piuttosto attillati. Ed era un gonfiore molto eloquente sulle misure del ragazzo, perchè era ben visibile la sua asta ricurva che arrivava abbondantemente fino alla sua coscia. Ma quello che mi sconvolse era soprattutto il diametro, di quell’asta. Il ragazzo doveva avere un cazzo decisamente largo, imprigionato in quei pantaloni.

Cercò di distrarsi, di nascondere quell’evidenza. Si girò verso il lavandino e farfugliando frasi abbastanza sconnesse cercò di sistemarsi il pacco perchè non si vedesse troppo. Ma io, ormai, lo avevo visto.

Mio marito, quando mi scopava, diverse volte amava fantasticare sul fatto che un altro uomo mi fottesse davanti a lui. A volte, scherzando, avevamo perfino affrontato la possibilità. E lui non era mai stato particolarmente negativo in tal senso. Anzi, ogni volta che ne parlavamo durante un rapporto, il suo cazzo diventava ancora più duro. Segno che non gli sarebbe dispiaciuto condividere la sua mogliettina con un altro maschio. E forse quella era la situazione giusta.

Il ragazzo era ancora girato verso il lavandino, forse imbarazzato per quella improvvisa (e devo dire mostruosa!) erezione. Oltretutto mio marito era dotato nella norma ed io non avevo mai avuto la possibilità di sperimentare una dotazione superiore. Forse, a 40 anni passati, la mia fica meritava di essere messa alla prova con qualcosa di più “impegnativo”.

Mi alzai dalla sedia, a piedi nudi raggiunsi il ragazzo al lavandino.

Volevo farti una domanda, Diego….
Si, mi dica signora….” mi rispose senza voltarsi, visibilmente imbarazzato. E quell’imbarazzo, inutile nasconderlo, mi eccitava ancora di più. Tanto che cominciai a gocciolare nelle mie mutandine.

Ecco.. mi chiedevo….”  gli dissi mettendomi  proprio dietro a lui. “…mi chiedevo se invece di quel ‘rubinettino’ … si potesse installare un tubo più grande..” e nel finire la frase feci scivolare la mia mano sui suoi panaloni, fino a raggiungere la sua erezione pazzesca.

Il ragazzo fece un sospiro, proprio mentre le dita della mia mano si chiusero a stringere il suo, di tubo. Che sentendolo con la mano mi sembrò ancora più grosso e duro di come lo avevo immaginato.

Si girò, era ancora imbarazzato. Non gli detti modo di proferire parola, perché senza mai lasciare la presa sul suo cazzo, mi misi la sua gamba tra le cosce seminude e lo guardai negli occhi. Poi mi misi in punta di piedi, perchè era più alto di me e gli feci capire che la mia bocca stava per raggiungere la sua. Rimase immobile, in preda degli eventi. Eventi che erano in mano mia, proprio come il suo cazzo.

Avvicinai la mia bocca alla sua e senza tanti scrupoli gli misi la mia lingua in bocca. Lui rispose concedendomi la sua e cominciammo a pomiciare come due ragazzini in calore. Aveva una bella bocca e una lingua molto calda, mi eccitai ancora di più. Mentre mi facevo baciare scorrevo le mie dita sulla sua asta che diventava sempre più grossa e sempre più dura. Il ragazzo sembrava davvero superdotato. Mi sentivo i capezzoli diventare turgidi nel reggiseno.

Quasi non mi riconoscevo, non era da me comportarmi in quella maniera. Ma sentivo dentro un senso di enorme soddisfazione nel circuire quel bellissimo ragazzo e mi faceva impazzire l’idea di piacergli. Le mie seppur minime inibizioni mentali sparirono completamente quando lui, ormai preso evidentemente dalla foga, mise la sua grande mano sulla mia coscia e cominciò a sollevarmi la maglia.

Sentivo i brividi pervadere il mio corpo e mi eccitava sapere di avere comunque il controllo di quella situazione. Perchè ero stata io a manovrarla fino all’eccesso. Gli leccavo la bocca per incitarlo a continuare, a farsi avanti. Intanto continuavo ad accarezzargli quell’asta possente ancora nascosta nei pantaloni. E lui cadde nella mia “tela”, sentii la sua mano sulla mia coscia nuda e poi le sue dita insinuarsi tra le mie cosce e toccarmi le mutandine. D’istinto chiusi le gambe, ma solo perchè sentire quelle dita toccarmi la fica, seppur dagli slip, mi stava già facendo venire.

Decisi che dovevo ancora essere io ad avere il sopravvento su di lui. Gli tolsi la mano da sotto la mia maglia, lui ci rimase un po’ male. Ma quando mi vide inginocchiarmi davanti a lui, intuì le mie intenzioni, che erano tutt’altro che caste. Appoggiai le mani sulle sue gambe, adesso avevo davanti a me quel pacco mostruoso. Cominciai a baciarglielo dai pantaloni e il suo membro cominciò a sussultare, imprigionato nel tessuto. Era il momento di fargli prendere un po’ di aria.

Gli sganciai la cintura e gli sbottonai i pantaloni, poi senza tanti complimenti glieli tirai giù. Dai boxer aderenti il suo pacco era ancora più evidente ed esagerato!! Tirai fuori la lingua e gliela passai su tutta l’asta ancora nascosta, fino alla sua punta che arrivava fino quasi alla fine dei boxer. Non ci volle molto a tirargli fuori la cappella dalle mutande e rimasi sconvolta da quanto era enorme!! Era tutta bella lucida, fradicia, avvolta nel suo liquido pre-spermatico. Gli diedi un bacio su quella bellissima punta bagnandomi tutta la bocca. E, sono certa, cominciai a gocciolare in maniera oscena nelle mie mutandine. Mi sentivo le labbra della fica spalancate dalla voglia.

Gli tirai giù completamente i boxer e il suo meravoglioso palo di carne apparve davanti a me in tutto il suo splendore. Sono sincera, non avevo mai visto un cazzo così bello e così grosso dal vivo!!! Era uno di quei cazzoni che mi era capitato di vedere in qualche porno durante qualche ditalino sul divano nei momenti di relax da sola. Ondeggiava a destra e sinistra davanti al mio viso incredulo, era davvero lungo ma soprattutto era incredibilmente largo, una meravigliosa caratteristica che mi mancava di provare. La sua punta era mezza fuori dalla pelle ed era completamente fradicia. Dal buco del suo glande continuavano ad uscire goccioline di sperma che colavano sulla sua punta e sulla sua fantastica asta. E sotto aveva due testicoli molto belli e grandi. Belli gonfi di seme.

Impugnai a fatica il suo bastone e lui ebbe un sussulto, dal basso lo guardi negli occhi e gli feci capire di stare tranquillo, che era in ottime mani. Si mise appoggiato col sedere nudo al lavandino e mi consentì di prendermi cura del suo voluminoso arnese. Glielo tenevo stretto alla base, era talmente largo che non potevo chiudere la mano su tutta la sua circonferenza. Tirai fuori la mia lingua avida e gliela passai delicatamente sull’asta, accarezzando tutta la lunghezza. Poi i miei occhi si fermarono su quella cappella incredibilmente bella, con la mano gli tirai giù tutta la pelle e gliela feci uscire tutta. Non persi molto tempo, la mia fame era diventata ormai incontenibile. Spalancai la bocca più che potevo e mi mangiai la sua cappella!!!

In bocca era davvero grossa, mi riempiva tutta. Cominciai lentamente a pomparlo, riuscivo a prendere in bocca soltanto la sua punta e una piccola parte dell’asta. Provavo una sensazione indescrivibile, avevo un vero maschio nella mia bocca e questo mi fece sentire una gran porca. Lo sbocchinai per diversi secondi, mentre lui ansimava come un adolescente al primo pompino. La sua cappella continuava a gocciolare sborra nella mia bocca ed io avidamente la ingoiavo. Aveva un sapore buonissimo. Molto migliore di quella di mio marito.

Con la mano lo segavo per aumentare il suo gocciolamento, mentre con la bocca mi soffocavo sul suo cazzo, facendomelo arrivare fino in gola. Nel frattempo con la lingua pomiciavo con la sua cappella. Cazzo quanto era maschio!!!!

Ogni tanto mi staccavo dal suo tubo, tornavo a passargli la lingua sull’asta che già aveva tutte le vene gonfie da come lo tenevo stretto in mano e poi gli leccai avidamente anche i bellissimi coglioni. Non lasciai un solo millimetro di quello splendido giovane uccello.

Ma che cazzo fai!!!!

Quell’urlo mi fece svegliare dalla mie estasi sessuale. Mio marito era rientrato, presi dalla situazione non ce ne eravamo accorti. Dopo un attimo di terrore, decisi di prendere in mano la situazione. O ora o mai più.

Mi staccai dal cazzo del ragazzo che era rimasto immobile con gli occhi sgranati, terrorizzato da quello che poteva succedere adesso. Feci intempo a fargli un sorriso veloce come a fargli capire di stare tranquillo, che ci avrei pensato io.

Andai verso mio marito che, a sua volta, era allucinato da quello a cui aveva dovuto assistere, sua moglie con in bocca un giovane cazzo molto più grosso del suo.

Amore ascolta, è importante che mi ascolti bene
Amore ma che cazzo fai…che vuol dire tutto questo?
Amore… amore...” gli dissi abbracciandolo e poi gli sussurrai all’orecchio: “Tu lo sai che io amo solo te e che ti amerò per sempre. Quante volte abbiamo fantasticato di fare una cosa a tre. Io non ti tradirò mai. Ma voglio fare questa esperienza insieme a te. Lo sai che siamo sempre stati legati sotto ogni punto di vista. Possiamo condividere questa cosa no?

Mio marito farfugliò qualcosa di incomprensibile, era stranito, lo potevo capire. Impugnai il suo cazzo dai pantaloni che non tardò a rispondere alla mia presa. Poi gli sussurrai ancora all’orecchio: “Sono e sarò per sempre tua moglie ma voglio che ci divertiamo insieme come quando lo facciamo con la fantasia. E’ la nostra occasione amore…

Sapevo di toccare i suoi punti deboli. E il fatto che il cazzo gli diventò subito duro ne era a conferma. Lui aveva sempre desiderato condividermi con un altro ma non ne aveva mai avuto il coraggio di andare fino in fondo. Gli sbottonai i pantaloni e glielo tirai fuori. Era già piuttosto duro e cominciai a segarlo. Certo non aveva le dimensioni del ragazzo, ma era comuinque un cazzo che sapeva farsi valere.

Lo baciai con amore e gli dissi “Fidati di me…

Tornai verso il ragazzo, era la prova del fuoco.

Anche tu fidati di me ok?” dissi al giovanotto.

Poi gli misi la lingua in bocca e lo pomiciai, mentre la mia mano tornò a impugnare quel grosso cazzo. Non sentii più mio marito obbiettare nel vedermi “lavorare” il cazzo di un altro, avevo vinto la scommessa con me stessa!!!

Era il mio momento, quello di far impazzire due uomini contemporaneamente!! Mi sfilai la maglia davanti a loro e rimasi solo col reggiseno e le mutandine. Avevo un perizoma bianco col filo in mezzo al culo che avrebbe fatto impazzire chiunque. Benedissi la scelta di aver indossato, a caso, proprio uno di quelli più minimi che avevo. Davanti ero fradicia, talmente tanto che avevo una macchia ben visibile di umori vaginali sulle mutandine.

Mi sganciai il reggiseno e lo feci cadere sul pavimento. Il ragazzo non sapeva bene come comportarsi, evidentemente imbarazzato. Ma quando vide mio marito estasiato, prendersi in mano il cazzo e iniziare a masturbarsi, anche il giovane si fece coraggio e cominciò ad accarezzarsi il bastone davanti a me.

Ero al settimo cielo, una femmina desiderata da due bellissimi cazzi!! Non potevo desiderare di meglio!!! Ed il gioco era tutto in mano mia adesso. Come avevo sempre desiderato durante le mie masturbazioni più depravate! Iniziai ad accarezzarmi le tette davanti a loro, gemendo in maniera quasi impercettibile, avevo le punte dei capezzoli dure come il marmo, me le giravo tra le dita e me le allungavo.

 

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