Io e mia moglie Sabrina eravamo ormai a una svolta della nostra vita sessuale.
Dopo tanti anni di sesso solo tra noi e un piccolo cazzo di gomma, l’ingresso del grosso toy nero aveva cambiato le carte in tavola nella nostra intimità.
Mi ero reso conto di quanto lei desiderasse qualcosa in più di me, dal punto di vista sessuale. E questo mi aveva spinto a proporle di far entrare un altro uomo nel nostro letto.
La cosa mi spaventava a dire il vero, ma mi eccitava da pazzi allo stesso tempo. Non sarei più stato solo un “cornuto virtuale” ma un uomo avrebbe realmente posseduto mia moglie davanti a me. Ed ero stato proprio io a spingerla in questo, pur immaginando che non aspettasse altro.
Così un giorno in palestra ha avvicinato uno degli istruttori, ovviamente quello di colore. Doveva solo verificare le sue dotazioni intime e direi che lo ha fatto. Riuscendo poi a invitarlo a casa per cena.
Ecco, la sera della cena è arrivata.
Ovviamente si è organizzata per lasciare nostra figlia da nonni per il weekend essendo sabato, in modo che nessuno potesse disturbare la nostra nuova avventura. Ho pensato tutto il giorno a quello che sarebbe potuto succedere, se fossi davvero pronto a condividere l’amore della mia vita con un altro. E ogni volta che ci pensavo mi si induriva il cazzo. Avevo deciso di contenermi per non arrivare all’appuntamento totalmente scarico di adrenalina sessuale quindi mi feci solo una sega la mattina.
Arrivai a casa intorno alle 18 e Sabrina non c’era. Mancavano circa 2 ore all’appuntamento e cominciavo a sentirmi nervoso. Ero quasi tentato di far saltare tutto, ma avevo una tremenda paura. Mia moglie desiderava provare un altro uomo e se non la avessi accontentata io lo avrebbe fatto probabilmente di nascosto. E questo lo trovavo peggio. Preferivo continuare a far parte della sua vita sessuale, a costo di avere un altro uomo con noi.
Rientrò verso le 19, mi disse che era stata dall’estetista. Capii che ci teneva a fare bella figura con l’istruttore, era andata a farsi bella per lui. Non avevo dubbi.
Poi Sabrina si spogliò per andarsi a fare la doccia, la guardai sfilarsi i vestiti uno dopo l’altro, tra poco quel meraviglioso corpo sarebbe stato tra le braccia di un altro. Si tirò giù le mutandine, vidi il suo culo perfetto. Mi venne un’erezione pensando che avrei visto le mani di un ragazzo di colore su quelle chiappe. Entrò in bagno e ci rimase per mezz’ora. Si stava preparando. Per lui.
Non mi chiese mai se ci avevo ripensato, forse temeva che la avrei fermata proprio adesso che era ad un passo dal suo sogno.
Si chiuse in camera per vestirsi, non volle che entrassi. Doveva essere una sorpresa, mi disse.
La cena era già pronta, dovevo solo apparecchiare e mettere tutto in tavola. Aperitivo compreso.
Finii appena in tempo di sistemare in tavola che il campanello suonò. Sentii un brivido gelido su tutta la schiena. Era arrivato il momento. Come avrei reagito vedendolo? Decisi di non programmare le mie intenzioni, di lasciare tutto al caso. Ormai ero in ballo, dovevo per forza ballare.
Aprii la porta e rimase qualche istante ammutolito facendo forse anche una figuraccia. Era un ragazzo sulla trentina, ne dimostrava anche meno. Era alto e sembrava avere un fisico davvero prorompente. Mulatto, più che nero. Forse brasiliano.
“Buonasera… ehm … Carlo?” mi chiese imbarazzato
“… Oh si…scusami…sono Carlo… entra pure”
Lo feci accomodare sul divanetto che abbiamo in salotto e gli offrii da bere. Si guardava intorno, sembrava spaesato. E io più di lui. Si era vestito abbastanza elegante, con un paio di pantaloni neri, le scarpe classiche marroni e la camicia bianca un po’ aperta davanti quel tanto che basta per intravedere due pettorali invidiabili. Gli versai lo spumante nel bicchiere e riempii anche il mio. L’unico mio alleato, quella sera, sarebbe stato l’alcol.
Gli dissi che mia moglie si stava preparando e che sarebbe arrivata tra poco.
“Prima volta?” mi chiese
“Ehm, siì.. prima volta” e gli sorrisi imbarazzato
“Capisco, la prima volta è sempre così” mi disse per rompere il ghiaccio sull’argomento
“Già, immagino” e cercai di sorridergli, pur sapendo che era l’uomo con cui mia moglie mi avrebbe tradito.
Gli chiesi qualcosa su di lui, tanto per conoscerlo un po’ meglio. Mi disse che era italiano, di madre italiana e padre africano. Che era laureato in scienze della comunicazione ma che era appassionato di palestra e per questo era diventato istruttore professionista. Insomma, almeno non era un raccattato.
Dopo qualche minuto la porta di camera nostra si aprì e quello che vedemmo ci fece rimanere entrambi a bocca aperta. Sabrina era semplicemente bellissima. Aveva un vestito nero lungo con un bello spacco fino alla coscia e ai piedi un paio di decolletà argento. Era semplicemente uno schianto.
“Ciao Erin vi siete già presentati immagino”
Erin, appunto, era rimasto abbagliato da tanto fascino e le rispose a malapena.
“Si, si, Sabrina… tuo marito è molto simpatico”
Ruffiano, pensai tra me. Sono simpatico si, ti faccio mettere le mani su uno splendore del genere.
“A me non versate da bere cavalieri?” ci disse provocandoci.
“Certo amore, ecco a te”
Sabrina si sedette apposta in mezzo a noi, sorseggiò il suo Prosecco e poi cominciò a parlare con Erin di qualcosa che riguardava la palestra. Erin le rispondeva, ammirandola spesso dalla testa ai piedi. Per qualche minuto era come se io fossi completamente inesistente, invisibile accanto a loro. Mia moglie parlava solo con lui. Quasi sfacciatamente.
Finalmente Sabrina ci propose di metterci a tavola. Ci accomodammo ai nostri posti e cominciammo a mangiare (e a bere vino bianco!) parlando del più e del meno. sabrina sembrava a suo agio in questa nuova avventura, sicuramente molto più di me. Notavo una certa confidenza tra loro, il dubbio che quella non fosse la loro prima volta era sempre più forte nella mia testa.
Arrivati quasi a fine cena, eravamo tutti piuttosto carichi di alcol. Tanto che Sabrina rideva di gusto di ogni cosa che diceva Erin, perfino su quelle che a me sembravano stronzate assurde. Era chiaro che l’alcol aveva fatto il suo effetto su di lei.
L’abito di Sabrina era molto scollato e lei non aveva indossato il reggiseno, per cui capitava che assumendo certe posizioni l’abito si scostava dal suo corpo quel tanto che bastava per farle avere i capezzoli in vista. Ed ero certo che Erin, da dove era seduto, aveva modo di vederli anche meglio di me.
Per rompere il ghiaccio e cominciare ad entrare nell’argomento, Erin cominciò a chiedere cose su di noi. Le classiche, come ci siamo conosciuti, da quanto eravamo sposati, le nostre passioni.
Prese la parola Sabrina (e l’alcol dentro di lei), gli raccontò in pochi minuti praticamente tutta la nostra vita e alla fine gli disse che stavamo bene in tutto, compreso il lato sessuale. Ma gli disse anche che da qualche tempo avevamo ampliato la nostra “visione di coppia” come la chiamava lei, aggiungendo qualche giocattolo ai nostri rapporti intimi.
“Lo vuoi vedere??” se ne uscì poi spudoratamente.
“Certo, perchè no” rispose Erin sicuro.
Sabrina si alzò e andò in camera, tornando con l’enorme cazzo di gomma nero in mano. Senza dire niente lo mise al centro del tavolo e si mise a sedere guardando Erin e aspettando una sua considerazione.
“Niente male, direi” esclamò sorridendo a Sabrina “solo che di carne credo sia meglio no?”
Vidi Sabrina mordersi il labbro come era solita fare quando era eccitata come una porca.
“Eh certo” gli rispose “ma non è facile trovare misure del genere, bisogna accontentarsi, vero amore?” disse lanciandomi un’occhiata di sfida e facendo capire a Erin che la mia dotazione era decisamente inferiore.
“A volte basta guardarsi un po’ intorno” le disse Erin sicuro di sè.
“Ne sono sicura” gli rispose ammiccando. Sabrina sembrava ormai in preda all’alcol e stava perdendo tutte le sue inibizioni, per quanto poche ne avesse ormai.
“Accomodatevi sul divano, vi porto il caffè” disse Sabrina andando in cucina.
Io e Erin ci mettemmo comodi sul divano, ero frastornato, quella sera Sabrina stava concedendo il meglio di sè.
“Sei fortunato, hai una moglie stupenda” mi disse Erin.
“Grazie, lo so” gli risposi sorridendogli e con un certo orgoglio per le sue parole.
Sabrina rientrò in salotto con in mano il vassoio con le tazze del caffè. Ma credo che nè io nè tantomeno Erin ci fossimo soffermati per un solo istante sul vassoio. Mia moglie si era fermata sulla porta. Non aveva più il vestito addosso. Indossava solo un tanga veramente minimo e le sue scarpe argentate ai piedi. Il resto del corpo era completamente nudo. Sentii il mio cazzo pulsare nei pantaloni, soprattutto pensando che anche Erin la stava guardando così.
Dopo qualche istante rimasta immobile Sabrina si avvicinò come niente fosse e ci offrì il caffè. Poi tornò a sedersi accanto a noi facendo ballare le sue tette davanti a Erin.
Bevemmo il caffè, anzi io lo sorseggiai mentre Sabrina e Erin lo bevvero quasi in un sorso. Poi appoggiarono le tazzine sul tavolino, mentre io ancora me lo gustavo. Senza proferir parola mia moglie si girò verso Erin e gli infilò letteralmente la lingua in bocca! Cominciarono a baciarsi con foga davanti a me e io rimasi allibito dalla sfrontatezza di Sabrina! Non conoscevo affatto questo lato “oscuro” di mia moglie.
Erano giorni che mi domandavo come sarebbe iniziato tutto, pensavo che Sabrina iniziasse con me e poi lentamente facesse entrare anche lui tra noi. Invece Sabrina non mi considerò minimamente, era visibilmente attratta da quell’uomo e certo non lo nascondeva.
Erin e Sabrina cominciarono a baciarsi giocando con le lingue fuori dalla bocca. Da veri maiali insomma. Lui le teneva le mani sui fianchi nudi mentre i capezzoli di Sabrina, già visibilmente duri, andavano a cercare il contatto con lui. Mentre si baciavano lei cominciò a sbottonargli la camicia e poi gliela sfilò lanciandola in mezzo alla stanza. Il fisico di Erin era perfetto. Bicipiti, pettorali, addominali. In confronto io sembravo l’omino Michelin.
Erin cominciò a baciare Sabrina sul collo, sapevo che sarebbe andata fuori di testa in questo modo. Vidi la sua lingua scendere lungo il collo di mia moglie e arrivare sulle sue spalle. Mentre Sabrina aveva le mani sui suoi pettorali e se li godeva. Lui continuò a leccare il corpo di mia moglie e lei si spostò quel tanto da offrire alla sua bocca le sue meravigliose tette piene di voglia. Prese tutto il capezzolo di Sabrina in bocca e cominciò a succhiarlo, tanto che Sabrina cominciò a gemere in maniera rumorosa.
Mi accorsi che li stavo guardando con ancora la tazzina in mano e il cazzo duro nei pantaloni. Presi coraggio, appoggiai la tazzina ancora mezza piena e cominciai ad accarezzare la schiena di mia moglie, sapevo che le piaceva. Mentre Erin continuava a “lavorarle” i capezzoli, alternandoli nella sua bocca, mia moglie si voltò verso di me e mi disse:
“Grazie amore, ti amo da pazzi” e poi mi fece capire che voleva la mia bocca.
Bastò quella frase per farmi contento, quello che volevo era solo che mi amasse. Mi infilò la lingua in bocca, quella lingua che fino a poco prima giocava con quella dell’amico di colore. Era il primo contatto (indiretto) tra me e Erin.
Poi Sabrina si alzò dal divano e mi prese per un braccio. Mi passò una mano sul gonfio dei pantaloni, poi si mise in ginocchio e cominciò a sbottonarmeli. Erin ci guardava soddisfatto mentre io ero al limite dell’imbarazzo. Cosa che non sfiorava mia moglie. Mi fece spostare leggermente per essere proprio davanti all’altro, fece cadere i miei pantaloni e poi mi tirò giu le mutande con una impazienza mai vista prima.
Il mio cazzo era duro anche se non al suo massimo, Sabrina con la mano mi tirò giù la pelle per farmi uscire tutta la cappella e in un istante prese tutto il mio cazzo in bocca. Cominciò a pomparmi talmente forte che a un certo punto dovetti sfilarglielo di forza dalla bocca per non sborrare subito.
Lei quindi si staccò dal mio cazzo e mi disse “Continua a segarti, tienilo duro, ti faccio vedere una cosa”
Camminando a quattro zampe si avviò verso Erin. Gli slacciò e gli sfilò le scarpe, poi i calzini. In quel momento sembrava la schiava di quell’uomo. Gli diede un bacio sulle dita dei piedi e poi si arrampicò sulle sue gambe. Gli sbottonò i pantaloni, guardandolo negli occhi come se volesse dirgli “non mi deludere”. Io mi segavo davanti alla scena a cui assistevo.
Gli sfilò del tutto i pantaloni e quello che uscì fuori fu qualcosa che mi sconvolse! Erin non indossava mutande quindi balzò fuori dai pantaloni un cazzo nero di una misura incredibile! Era praticamente grosso come il dildo e sinceramente faticavo a credere che qualcuno potesse averlo davvero così!
Era già lunghissimo ed era parecchio largo. Gli stava su da solo, come fosse un tubo di ferro in mezzo alle sue cosce. Sabrina si mise ad ammirarlo senza fare niente, lo guardava e si mordeva il labbro come fosse la cosa più eccitante che avesse mai visto in vita sua. E in effetti lo era. Cominciai a capire perchè molte donne hanno desiderio degli uomini di colore.
Io non avrei mai potuto competere con un maschio del genere, nè per il fisico nè per la dotazione tra le gambe. Guardavo il cazzo che stringevo in mano e guardavo il suo. Potevo essere 3/4 matrioske dentro quell’arnese.
Sabrina si voltò verso di me e mi disse “Amore lo hai visto? E’ meraviglioso!”
Non aspettò neanche una mia risposta, comnciò a leccare le gambe di Erin avvicinandosi al suo membro. Che sobbalzava possente ad ogni colpo di lingua di mia moglie sulla sua pelle mulatta. Lei arrivò vicino alle sue palle, anch’esse di una misura esagerata. “Ci siamo” pensai, tra poco sarò ufficialmente un povero cornuto.
Sabrina raggiunse con la lingua i suoi grandi testicoli e cominciò a leccarli. Tanto avidamente che credetti fossero di cioccolata. Fondente, perchè a differenza della sua pelle mulatta, il suo bastone era molto più nero. Un classico cazzone africano.
Dopo aver giocato un po’ con le sue grosse palle, Sabrina si decise ad afferrare con forza il suo bastone di carne. La mano di mia moglie sembrava quella di una bambina in proporzione alla larghezza di quell’asta. Non poteva assolutamente stringere la mano intorno a quella verga, mentre con me poteva farlo tranquillamente. Come ci fu il contatto tra la mano di Sabrina e l’asta di Erin mia moglie cominciò a mugolare immaginando cosa le avrebbe fatto quella notte quel gigante di ebano.
Sabrina glielo stringeva come se fosse l’unica maniglia di salvataggio che la teneva su da un dirupo, lentamente cominciò a segarlo. Sempre fissandolo negli occhi. Da vera porca. Vedevo la sua mano andare su e giù sul maestoso cazzo di Erin, che era circonciso per cui la sua cappella stava sempre completamente esposta. E che cappella che aveva porca miseria. Forse addirittura più larga dell’asta, che già era esagerata.
Mia moglie tirò fuori la lingua di nuovo e cominciò a passargliela lungo tutta l’asta fin quando raggiunse la cappella di Erin. Che potevo vedere essere tutta fradicia da quanto era lucente. Sabrina si occupò di ripulirgliela tutta, con una accuratezza che non le avevo mai visto con me.
Poi volle sfidare se stessa. La vidi spalancare la bocca per provare ad accogliere quella punta pazzesca e dopo qualche istante la fece sparire tutta nella sua bocca. Erin lasciò cadere indietro la testa per godersi la pompa di mia moglie, che a fatica poteva contenere quel tubo nella sua bocca. Infatti riusciva a pompargli poco più della cappella, proprio come col dildo. Fu uno dei momenti in cui mi sentii più inferiore a Erin. Considerando che il mio riusciva a prenderlo tutto in bocca fino alle palle.
E poi vedere la mia Sabrina con un enorme cazzo nero in bocca (e stavolta vero e non di gomma!) fu una scena davvero forte per me. Fortuna che anche nel mio caso l’alcol riusciva ad annebbiare la sensazione di rabbia e a godermi il fatto che mia moglie mi stava clamorosamente cornificando. Non mi guardava neanche, per tutto il tempo in cui è stata tra le gambe di Erin ha pensato solo a godersi in pieno quel palo di carne nera.
Dopo qualche pompata ben assestata Sabrina impugnò il cazzo di Erin e lo costrinse ad alzarsi tirandolo per il palo. E senza mollare per un solo attimo la presa cominciò a dirigersi verso la camera da letto. Si voltò verso di me solo per dirmi “Seguici!”. Ormai era piena padrona della situazione. E nella situazione che aveva creato capii subito che io avevo un ruolo di semplice comparsa. I protagonisti sarebbero stati mia moglie e il suo nuovo amante nero.
Appena arrivammo nella nostra camera da letto Sabrina mollò il cazzone di Erin. Poi si sdraiò sul letto con addosso ancora le scarpe e il tanga. Di solito aspettava me, a letto, ma quella sera aspettava solo lui. Voleva solo lui. Cominciò a contorcersi sul letto facendo capire a Erin di essere una gatta in calore. Lui si avvicinò al letto, con il cazzo imperioso tra le cosce, duro come il marmo, con la cappella gonfia puntata verso mia moglie. Io dall’altra parte del letto che mi segavo il cazzo, così minuscolo a confronto del suo.
Quando fu abbastanza vicino mia moglie sollevò le gambe e puntò i tacchi sul petto del ragazzo. Erin afferrò mia moglie per le scarpe, poi infilò il suo serpente tra il tacco e la suola della scarpa di Sabrina. E inizio a masturbarsi. Quindi sfilò lentamente una scarpa a mia moglie, la lasciò cadere sul pavimento e prese in mano il suo piede nudo. Cominciò a baciarlo, in ogni centimetro, una cosa che la fece impazzire. Soprattutto quando lui tirò fuori la sua lingua lunghissima e cominciò a infilargliela in mezzo alle dita dei piedi. Sabrina gemeva ad ogni colpo di lingua. Nel frattempo le sfilò anche l’altra scarpa e le fece la stessa cosa sulla pianta del piede. Gliela leccò tutta, avido dei sapori delle estremità di mia moglie.
Poi prese entrambi i suoi piedi e con loro avvolse il suo immenso cazzo. Aveva tutte le vene gonfie sull’asta che sembravano scoppiargli. Usò i piedi di mia moglie per masturbarsi, a lei piacque molto sentire la consistenza di quel membro sotto i suoi piedi. Perchè cominciò a masturbarsi le tette, a leccarsi i capezzoli davanti a lui e a tirarseli con i denti. Stava facendo la puttana con lui. Come non la avevo mai vista prima. Mi cascò l’occhio sul tanga di Sabrina e non faticai a notare che davanti aveva le mutande fradice. I suoi umori avevano trapassato il tessuto e si vedeva benissimo la macchia di sborra.
Dopo aver sporcato i piedi di mia moglie con la sborra che aveva sulla cappella, Erin passò all’azione, quella vera. Prese l’elastico delle mutandine di mia moglie e in un attimo gliele sfilò. Le annusò a pieni polmoni e dovevano avere un odore fortissimo di sesso. Poi le lanciò sul letto.
Come si ritrovò senza mutande, completamente nuda, mia moglie spalancò le gambe davanti a lui come fosse dal ginecologo. Voleva che lui la vedesse, subito, voleva che lui la desiderasse, alla svelta. Non ce la faceva più e si vedeva.
Erin montò sul letto, sul nostro letto matrimoniale. Lo stesso letto dove facevamo l’amore, dove abbiamo concepito nostra figlia. Adesso era l’alcova di mia moglie e un enorme nero. Che presto l’avrebbe fatta sua. Proprio davanti a me, al marito cornuto. Ed eccitato sempre più.
Lui si mise sopra di lei, il suo corpo maestoso quasi la nascondeva. Il gigante e la bambina. Si baciarono ancora ed erano baci veri. Di passione, di voglia. Si volevano da pazzi. Poi lei gli offrì le sue tette da leccare e lui ne approfittò subito. Gliele afferrò entrambe con le mani, stringendogliele talmente forte che pensavo le facesse male. Invece questo non faceva altro che infoiarla ancora di più. Le punte dei suoi capezzoli erano diventate lunghissime e lui gliele tirava con la bocca e con i denti. Lei sentiva male. E godeva ancora di più. Era il maschio che voleva. Quello che ti prende con la forza. Che ti fa male alla fica e allo stesso tempo godere da pazzi.
A vederlo così, sopra di lei, sembrava un cavallo, con quel cazzo gigantesco che gli penzolava (si fa per dire) tra le gambe.
“Leccami la fica” gli ordinò.
E lui non se lo fece ripetere. Infilò la testa tra le cosce di mia moglie, con le dita le teneva aperte le labbra che comunque erano già spalancate, tirò fuori la sua lunghissima lingua e cominciò a passargliele sul clitoride sulle labbra. Appena le toccò la fica mia moglie venne per la prima volta, urlando. Potrei giurare di aver visto la sua fica schizzare gli umori sul suo viso. Aveva squirtato, una cosa che non era mai riuscita a fare prima con me.
Erin non si fermò, affondò la lingua dentro la vagina di mia moglie e cominciò a scoparla con la sua linguona. Sabrina stava con le gambe spalancate in modo che lui arrivasse più in fondo possibile, con le mani gli spingeva la testa contro la sua fica caldissima e godeva rumorosamente fottendosene della mia presenza. Facevano sesso come se io non ci fossi.
Dopo qualche minuto che Erin le ispezionò internamente la fica, mia moglie non ne poteva più.
“Erin sbattimi ti prego! Ficcamelo dentro!”
Provai ancora brividi di freddo. La troia di mia moglie stava implorando un ragazzo nero di fotterla sul nostro letto. Davanti a me. Mi dovetti fermare per non sborrare.
Erin si posizionò per la penetrazione. Eccoci al dunque. Impugnò il suo cazzone come fosse una lunga spada. Vedevo la sua enorme cappella avvicinarsi sempre più alle labbra della fica di Sabrina. Che guardando quel palo avvicinarsi al suo ingresso vaginale ebbe un attimo di paura.
“Fai piano all’inizio ti prego, se no mi rompi tutta”
Anche quella frase colpì in pieno il mio ego già abbondantemente messo alla prova.
Poi si voltò verso di me. Si era ricordata che c’ero anche io.
“Amore tienimi la mano, so che mi farà molto male”
Lo disse chiaramente per umiliarmi, per farmi capire che quello era un vero maschio e che la avrebbe aperta come io non ero mai stato in grado di fare. Mi avvicinai a lei, le presi la mano e con l’altra continuai a giocare col mio cazzo.
Erin appoggiò la cappella alle labbra di Sabrina, adesso vedevo tutto da vicino. Forse era proprio questo l’intento di mia moglie, farmi vedere bene come lui la avrebbe sfondata. Cominciò a spingere lentamente la cappella, mi domandavo come avesse fatto mia moglie a prendere un tale cazzo dentro la sua fica. Le labbra di Sabrina non poterono resistere molto a quella possente spinta, infatti dopo pochi secondi le sue labbra si spalancarono in maniera quasi innaturale e la cappella di Erin fu dentro di lei.
Sabrina urlò, urlò fortissimo tanto che temetti la sentissero tutti i vicini. La penetrazione fu forte, dolorosa. Lo capii da come mia moglie mi stringeva la mano. Era come se l’avesse sverginata per la seconda volta. Sverginata davvero, stavolta. Nonostante il dolore Sabrina non voleva certo fermarsi. Non adesso che aveva il suo sogno tra le cosce.
“Continua Erin finisci di aprirmi” lo incitò come se fosse veramente vergine.
Erin cominciò a spingere lentamente l’enorme cazzo dentro mia moglie, le sue labbra stringevano il suo grosso palo. L’elasticità della sua vagina era messa a dura prova. Sabrina trattenne il fiato per tutto il tempo in cui i centimetri di Erin la penetrarono uno dopo l’altro. Aveva gli occhi sgranati. Doveva essere una penetrazione pazzesca. Quasi un parto al contrario.
Vedevo sparire quel serpente di carne nera dentro mia moglie e faticavo davvero a credere che potesse starci là dentro. Ma ci stava eccome. Mi domandai se avesse mai più sentito il mio dopo quello. Erin infilò circa 2/3 di cazzo dentro mia moglie. Poi si fermò perchè probabilmente era già arrivato al suo utero. Infatti lei lanciò un grido più forte, segno che la cappella era arrivata contro l’utero.
“Adesso che è dentro ti devi solo abituare, vedrai che tra poco vai fuori di testa”
“Ok” gli rispose Sabrina che parlava a fatica con quel palo incastrato nella fica.
Erin cominciò lentamente a muovere il cazzo dentro di lei, che cominciò a sprigionare una quantità incredibile di umori. Lo vedevo da come era ricoperta di sborra l’asta nera del ragazzo. Infatti dopo qualche secondo il suo bastone cominciò a muoversi più agevolmente nella sua fica e Sabrina cominciò a godere veramente.
“Oh mio Dio! Oh mio Dio! E’ sconvolgente amore!!!” mi disse stringendomi la mano fortissimo
“Cosa senti?” chiesi incuriosito
“E’ una sensazione pazzesca amore, mi sento piena, come se avessi un braccio dentro la fica!”
Furono le ultime parole “lucide” di Sabrina. Perchè di lì a poco la sua fica cominciò davvero ad abituarsi a quella penetrazione pazzesca. Le pareti vaginali di mia moglie “impararono” ad accogliere il suo tubo nero che adesso scivolava con meno problemi dentro e fuori alla fica fradicia di mia moglie.
Sabrina cominciò a non capire più nulla. Mi lasciò la mano e si dimenticò completamente di me. ora era pronta a goderselo. In tutta la sua grandezza. Mise le braccia intorno al collo di Erin, si avvinghiò a lui. Sollevò i piedi e li mise sul culo muscoloso del suo amante. Come a tenerlo fermamente a sè. come fossero un corpo unico. Uniti da una spada enorme incastrata nella fica di mia moglie.
Scesi dal letto, cominciai a girare per la stanza guardando i due amanti da diverse angolazioni. Segandomi costantemente il cazzo. Che ormai non era neanche più duro da quanto lo avevo menato.
Da qualunque posizione li guardassi erano pazzeschi. Il corpo di Erin era un ammasso di muscoli, vedevo il suo culo duro come il marmo e ogni volta che vedevo le sue chiappe stringersi significava che il suo bastone invadeva a fondo mia moglie e lei urlava. Erano tutti e due sudati, la pelle di Erin era lucida. Da dietro vedevo le sue grosse palle ciondolare e la sua lattina di carne sfondare impietosamente il piccolo buco di mia moglie. Che ormai tanto piccolo non doveva essere.
Mia moglie sborrò non so quante volte, lui ansimava pompandola e lei urlava ad ogni colpo che la cappella le dava contro l’utero. A un certo punto Erin sfilò il cazzo dalla fica di mia moglie che si rilassò un attimo dopo i potenti orgasmi.
“Guarda” disse Erin rivolgendosi a me e indicandomi la fica di mia moglie.
Mi avvicinai e rimasi scioccato. La fica di Sabrina era completamente slabbrata. Il suo ingresso vaginale era talmente largo che potevo vederci dentro. La aveva rotta. Mia moglie era stata completamente rotta da un nero.
Ma Sabrina non era ancora sazia. Dopo qualche secondo di riposo si mise a sedere sul letto, impugnò il cazzo di Erin che non era sceso di un millimetro e cominciò a leccarlo tutto avidamente, ripulendolo da tutti i suoi umori vaginali. Poi lo guardò dritto negli occhi e gli disse:
“Ti voglio cavalcare Erin”
Il ragazzo si mise steso sul letto e mia moglie si mise sopra di lui a 69. Non aveva più freni, non aveva più nessun ritegno, voleva fare la puttana e lo sapeva fare bene. Una volta sopra al ragazzo, Sabrina ricominciò a leccare la sua mazza. Tutta, dalla punta ai coglioni. Senza lasciare un solo centimetro di carne. Mentre il suo culo era rivolto verso di me. Erin aveva il viso sotto la sua fica e cominciò a scoparla di lingua. Con le mani le teneva le chiappe completamente spalancate, tanto che vedevo il suo buco del culo pulsare. A pochi centimetri dal viso di Erin.
Fu una visione troppo forte. Il buco del culo di mia moglie sul viso di un altro uomo. Sborrai. Come un coglione. Come un cornuto. Ma non smisi di masturbarmi. Vedevo la fica di mia moglie gocciolare letteralmente nella bocca di Erin. Lui le teneva le “alette” aperte con le mani e le passava la lingua in mezzo alle grandi labbra e in risposta a quel trattamento Sabrina gli faceva bere tutti gli umori di cui era strapiena. Avevo adesso la certezza che mia moglie con me era insoddisfatta dal punto di vita sessuale. Se godeva così tanto con lui significava solo che io non potevo più bastarle. Dovevo farmene una ragione.
Sabrina era impegnata a “lucidare” l’abnorme cappella di Erin con la sua lingua di troia quando il ragazzo le fece capire che era il momento di salire sul suo cazzo. Lei si rimise in posizione normale, pronta a quella nuova trapanata. Si baciarono ancora come due ragazzini innamorati poi lui la sollevò per le cosce. Aveva una forza incredibile. Le tette di mia moglie ciondolavano davanti a lui che la teneva sollevata posizionandola con la fica proprio sopra il suo maestoso cazzone.
Poi la lasciò cadere ancora un pò in modo che il foro vaginale di mia moglie si appoggiasse alla sua punta lucida costringendola a impalarsi. Ero dietro a loro, vedevo tutto in primo piano. Le labbra di mia moglie avvolgevano la cappella, la abbracciavano. La fece scendere e mia moglie urlò ancora. Era di nuovo dentro di lei. Le fece appoggiare le gambe sul letto, perchè se l’avesse continuata a far cadere sul suo cazzo la avrebbe probabilmente lacerata. In questo modo poteva invece essere lei a regolare la penetrazione in modo da non farsi troppo male.
“Hai un cazzo pazzesco Erin, non credevo si potesse avere in fica una roba del genere”
Sentendo le parole della troia il mio cazzo tornò duro.
Sabrina cominciò a muoversi lentamente sulla cappella nera cercando di farsi spazio nella fica per accogliere anche l’asta. Vedevo i movimenti del suo culo che roteava nell’intento di riuscire a “mangiargli” più cazzo possibile con la fica.
Lentamente il cazzo del ragazzo cominciava ad entrarle in fica, grazie anche a tutti gli umori che mia moglie gli colava sull’asta. Finalmente riuscì a far entrare più della metà del cazzo e allora cominciò a cavalcare. Prima lentamente, gemendo come una cagna in calore. Poi sempre più velocemente. Fino a montarlo nel vero senso del termine.
Vedevo le labbra vaginali di mia moglie scorrere sulle vene gonfie dell’asta e sentivo lei urlare, godere come una pazza mente lui le teneva le mani sul culo. Ogni tanto le spalancava le natiche, immaginai lo facesse per far eccitare me, per farmi vedere al meglio la potenza con cui me la stava sfondando.
L’asta di Erin era tutta bianca, perchè dalla vagina di mia moglie scendevano litri di sborra che colavano fino ai grandi coglioni del ragazzo e quindi su lenzuolo. le pareti vaginali di Sabrina dovevano essersi abituate a quella nuova misura perchè adesso la mia puttana lo cavalcava selvaggiamente. Urlando, tutta sudata. Decisi di partecipare.
Mi avvicinai al suo culo, le misi anche io le mani sopra e la acompagnai nei movimenti. Sabrina se ne accorse si voltò verso di me e mi disse:
“Amore sei la mia vita! Aiutami a farmi sbattere da questo enorme cazzo!”
Cominciai a spingere il culo di Sabrina sempre più verso la mazza di Erin, in modo che ne prendesse il più possibile. Sentivo i loro odori, fortissimi, di sesso. Passai le dita sulla fica di mia moglie che era un lago di sborra. Senza pensarci e inizialmente senza volerlo toccai il cazzo di Erin. Era come aver toccato il marmo da quanto era duro. Ormai ero completamente preso dalla situazione, mi lasciai andare anche io.
Avevo ancora una mano sul culo di mia moglie, con l’altra mano afferrai la base del cazzone nero. prendelo in mano fu incredibile. Mi resi veramente conto della misura che stava spaccando la mia consorte. Era troppo grande anche per la mia mano. Cominciai a segare la parte dell’asta che non poteva entrare in mia moglie e questo mi eccitava da pazzi. Mi scorrevano sulle dita gli umori di Sabrina dopo essere scivolati su tutto il bastone di Erin.
Lui intanto accarezzava il culo caldo della troia e mi accorsi che le sue dita si fermarono proprio in prossimità del buco del culo di mia moglie. Lei non aveva mai voluto farsi fare il culo da me e neanche farsi infilare un dito. Solo un paio di volte ero riuscito a infilarle un pezzetto di dito “a tradimento” durante un rapporto. Ma me lo aveva fatto togliere subito. Volevo vedere fino a che punto era troia adesso.
Spostai il dito di Erin proprio sopra il buco del culo pulsante di mia moglie. Lui capii. Cominciò a d accarezzarle tutto il forellino anale e lei non disse nulla, troppo presa a cavalcare la sua mazza. Con le mie dita fradice bagnai il buco del culo di mia moglie. Lei probabilmente si rese conto che stava iniziando un gioco a due. Erin sentendo il buco bagnato appoggio il dito all’ingresso anale di mia moglie. Che ancora non reagì. Cominciò a spingere lentamente il dito contro il buco vergine di mia moglie e dopo qualche secondo il dito di Erin entrò dentro il culo di mia moglie. La troia, stavolta, non disse niente.
Lui cominciò a masturbarle il buco del culo con il suo dito, che tra l’altro era anche piuttosto grosso. e lei lo lasciava fare. Si godeva anche quella inaspettata penetrazione anale. Adesso Sabrina era completamente sua. Lui era dentro a tutti i suoi buchi più intimi.
“Siete due maiali! State giocando col mio culo!” urlò a entrambi, quando in realtà col suo buco del culo ci stava giocando solo lui. E lei lo sapeva.
Non ho idea di quante volte mia moglie sborrò su quel cazzo di ebano ma evidentemente arrivò a un punto in cui era stremata. Mentre lui, da vero toro da monta, non dava segni di cedimento, avrebbe potuto scoparla anche tutta la notte. Un maschio da paura.
“Erin voglio la tua sborra” lo incitò per concludere.
“Dove la vuoi dentro la fica o sul viso troiona?” le chiese sfacciatamente.
“La voglio sentire spruzzare tutta in fica!”
Era l’apoteosi della puttana. E di me cornuto. Sabrina prendeva la pillola quindi non c’erano problemi da questo punto di vista. Così Erin cominciò a farla saltare veloce sulla sua mazza e sabrina cominciò a urlare forte. La stava letteralmente spaccando tutta. Vedevo il cazzo entrare e uscire veloce dalla fica ormai spanata di mia moglie, mentre Erin aveva ancora il dito dentro il suo buco del culo e glielo spingeva dentro con forza. La stava sfondando in entrambi i buchi.
Dopo un paio di minuti sentii Erin urlare insieme a lei, vidi la sua asta cominciare a pulsare forte. Capii che proprio in quegli istanti stava schizzando il suo sperma in fondo alla fica di mia moglie. Sul suo utero. Finito di svuotarsi dentro di lei, Sabrina crollò su di lui esausta. Poi si sfilò da quel cazzo ancora enorme e si lasciò cadere distesa sul letto. Era in un bagno di sudore. A gambe spalancate. La sua fica era completamente dilatata, come se avesse appena partorito. Me la aveva decisamente allargata.
“Amore mi ha riempita” mi confessò.
“Me lo immagino” le risposi.
Dalle sue labbra spalancate si vedeva il bianco della sborra di Erin.
Sabrina si toccò le labbra doloranti e in quel momento un fiume di sperma le cominciò a sgorgare dalla fica cadendo sul letto. Cazzo la aveva riempita veramente. Ma quanta sborra aveva in quei coglioni? Ne uscì una quantità incredibile dalla vagina di mia moglie. Sul letto si formò una pozza bianca.
Erin ci disse che si era fatto tardi e che doveva andare. Recuperò i suoi abiti, si rivestì in fretta, salutò Sabrina con un bacio in bocca e mi diede la mano. Poi uscì di casa.
Rimanemmo soli io e mia moglie. Lei ancora sdraiata sul letto. La guardavo nel suo splendore. Ora che era tornata essere solo mia moglie e non più la troia di Erin.
“Ho bisogno di una doccia, mi ha spaccata, in tutti i sensi”.
Si alzò dal letto, continuando a gocciolare sborra in terra fino al bagno.
Nella mia testa cominciarono ad alternarsi una serie infinita di emozioni. Mi sentivo il più cornuto di tutti i cornuti. Mia moglie si era appena fatta sbattere da un ragazzo nero davanti a me. E aveva goduto come forse mai prima in vita sua. Avevo dato vita a qualcosa di completamente nuovo. Non saremmo più potuti tornare indietro. Avrebbe dovuto continuare a farsi scopare anche da Erin. E, forse, da molti altri.