La nonna porca - DarkOct02

La nonna porca

Fin da quando ero piccolo ero abituato a passare qualche settimana in campagna da mia nonna. Sono sempre stato bene con lei, mi faceva sempre pane e nutella e con questo “comprava” il mio amore, visto che mia madre me lo negava sempre. La nonna Elisa è sempre stata una bella donna, nonostante l’età matura. Le era sempre piaciuto tenersi in forma.

Crescendo ho diminuito il tempo che ho trascorso in estate con lei, perchè mi capitava di essere invitato al mare da qualche amico.

Ma questa estate sono voluto andare a trovarla, mi mancava. Adesso non sono più un bambino, ho già diciotto anni. E lei sessanta, ormai. Era da un po’ che non la vedevo ed ero veramente curioso di ritrovarla.

Quando arrivai da lei era contentissima di rivedermi. Mi abbracciò con tutto l’amore che aveva sempre avuto per me e mi chiese “Vuoi pane e nutella?”. Scoppiammo a ridere, era rimasta la stessa donna di spirito di sempre.

Il pomeriggio le piaceva prendere il sole in giardino, un’abitudine che aveva sempre avuto. Io mi ero portato un buon libro, approfittando della pace della campagna per dedicarmi a una buona lettura.

Infatti, uscendo in giardino col mio libro in mano, la trovai come sempre sdraiata al sole. Usava ancora il costume a due pezzi, del resto, vedendola, se lo poteva permettere.

Mi misi sdraiato sull’erba con un asciugamano e cominciai la mia lettura. Ogni tanto l’occhio mi cascava su di lei, del resto non ero più un bambino e gli ormoni facevano ormai da padroni. Avevo avuto finora solo un’esperienza sessuale con una coetanea un annetto prima, che non era andata benissimo.

Nonna Elisa era sulla sdraio a pancia in giù e non potei fare a meno di constatare che aveva davvero un bel culo. Un pò grande ma molto sodo. E delle belle gambe. Non avevo mai gurdato mia nonna in quel modo ma, del resto, non avevo mai avuto diciotto anni prima.

Alternai la lettura a rapide occhiate a nonna e quando si girò rimasi incantato dal suo seno grande come al solito. Successe quello che non era mai successo prima e che nemmeno mi sarei mai aspettato capitasse. Ebbi un’erezione. Talmente possente che temetti lei se ne accorgesse, facendo così una bella figura di m… Decisi quindi di rientrare in casa e contiuare la lettura in salotto.

Dopo una decina di minuti è rientrata anche nonna in casa.

“Oggi il sole è molto caldo, ho fatto una gran sudata” mi disse.

“E’ vero, nonna, per questo ho preferito venire a leggere in casa ” le risposi mentendo.

“Vado a farmi una bella doccia!” disse ancora

“D’accordo nonna”.

Dopo un paio di minuti mi venne in testa un’idea folle. Cercai di allontanarla ma prese il sopravvento sulla mia eticità di nipote. Così salii le scale senza far rumore, lei era appena entrata in bagno. Presi coraggio e mi chinai per guardare dal buco della serratura. Nonna era davanti allo specchio a guardarsi. Dopo qualche secondo le sue mani sono andate dietro la schiena, a cercare il gancetto del reggiseno del costume. Sentii un brivido, per un attimo mi vergognai di quello che stavo facendo e mi rialzai.

Feci qualche passo e poi tornai indietro. La curiosità vinse. Avvicinai di nuovo l’occhio al buco della serratura ed ebbi un sussulto quando la vidi senza reggiseno. Le sue tette erano davero grandi e i capezzoli molto larghi. Il mio cazzo nei pantaloncini cominciò ad animarsi. E quasi venni nelle mutande quando vidi nonna tirarsi giù il costume e vidi il folto pelo nero tra le sue cosce. poi la vidi mettersi seduta sul wc e sentii benissimo il rumore della pipì che evidentemente le sgorgava dalla vagina.

Non ne potevo più, corsi in camera mia e mi sparai una sega pazzesca riempiendomi la mano di sborra.

Provai rimorso per quello che avevo fatto, ma era stato più forte di me. Dopo aver eiaculato ero tornato in me e decisi di non dare peso all’accaduto.

La giornata proseguì come nulla fosse accaduto. Anche perchè nonna non poteva minimamente immaginare ciò che avevo fatto.

Il giorno dopo, la mattina, nonna andò a fare la spesa e io preferii rimanere a casa per dormire un po’ di più. Quando mi svegliai lei non era ancora rientrata. In compenso mi ero svegliato con una bella erezione adolescenziale e mi tornò in mente il corpo di nonna spiato il giorno prima. Senza quasi pensarci presi in mano il mio cazzo e cominciai lentamente ad accarezzarmelo.

Poi ebbi un momento di lucidità e pensai che stavo facendo una cosa sbagliata a masturbarmi pensando a mia nonna. Decisi per una doccia, per calmare i bollenti spiriti. Entrai in bagno e subito il mio sguardo cadde sulla cesta della biancheria sporca.

Mi venne in mente una porcata che mi fece quasi trasalire solo per averla pensata. Ma fu più forte di me. Aprii la cesta, cominciai a rovistare fin quando non trovai quello che cercavo: un paio di mutandine di nonna. Cominciai ad ispezionarle, ad osservarle dove erano state appoggiate le sue labbra vaginali.

Erano sporche di bianco, immaginai fossero i suoi umori. Del resto era pur sempre una donna, avrà avuto anche lei dei momenti di eccitazione rimasti nei suoi slip. Avvicinai le mutandine al mio viso e provai ad annusarle. Si sentiva un forte odore di pipì, mischiato forse all’odore dei suoi umori intimi.

Incredibilmente la cosa mi eccitò. Mi abbassai i pantaloncini e cominciai a masturbarmi continuando a inebriarmi con gli odori più intimi di nonna. Non avrei mai pensato di fare una cosa del genere, ma il paicere che questo mi regalava era pazzesco. Cominciai a strusciare la mia cappella sulle sue mutande, per un attimo immaginai di penetrarla, di scoparmela senza ritegno. Dopo pochi secondi sborrai qusi senza preavviso.

Quando mi ripresi mi resi conto che avevo inondato di sborra le sue mutandine e mi prese il panico. Poteva accorgersene! Presi della carta igienica e provai a ripulirme meglio possibile, poi le ributtai nella cesta e mi feci la doccia. Quel pensiero malsano verso mia nonna stava prendendo troppo il sopravvento. Mi resi conto che nell’eccitazione non riuscivo a controllare questo impulso.

Dopo la doccia tornai in camera mia, ma per farlo dovevo passare davanti alla sua camera. Mi venne la curiosità di entrare e senza riflettere aprii il cassetto accanto al suo letto. Sollevai alcuni oggetti che c’erano dentro e quello che trovai sotto mi lasciò di stucco. Era un cazzo di gomma, nero, di dimensioni piuttosto esagerate! Chiusi il cassetto e andai in camera mia. Sconvolto. Mia nonna faceva queste cose dunque? Non avrei mai immaginato una cosa del genere da parte sua.

Poi nonna rientrò e insieme pranzammo. Cominciai a vederla con occhi diversa da quel giorno. Era ancora una bella donna, questo era indubbio. Ma era pur sempre mia nonna. Eppure la avevo spiata, la avevo vista nuda, ero arrivato addirittura ad annusare le sue mutandine sporche. E come se non bastasse, avevo scoperto che si dilettava con grossi cazzi di gomma. Era pazzesco tutto ciò.

Quel pomeriggio nonna tornò a prendere il sole sulla sua sdraio. Io uscii in giardino con lei. Mi misi un po’ a parlarle stando seduto sulla sua sdraio. E l’occasione fu perfetta per ammirare il suo corpo da vicino. Aveva davvero un bel culo, ora che lo vedevo con occhi diversi. E quando stava con le gambe aperte avevo notato che le usciva del pelo dalle mutande del costume. Non fu difficile, alla mia età, avere un’erezione già vedendola così. Per fortuna mia nonna non poteva sccorgersene.

“Amore mi metti un po’ di crema sulla schiena, che questo sole anche oggi brucia parecchio?”

La più classica delle situazione, pensai. Ma contemporaneamente mi ripromisi di non fare cazzate. Sarebbe scoppiato un putiferio in famiglia. Così cominciai a spalmarle la crema sulla schiena in maniera del tutto innocente, ma guardando con insistenza il suo culo ancora bello sodo. Avrei tanto voluto toccarlo in qul momento. Per fortuna non caddi in tentazione.

Quella sera, dopo cenna, ci mettemmo a vedere un film sul divano. Poi verso le 23 decidemmo di andare a letto. Mi chiusi in camera mia ma non riuscivo a prendere sonno. Pensavo a quella situazione così anomala che si era creata. Soprattutto nella mia testa. Sentii mia nonna ancora sveglia nell’altra stanza. La mia curiosità prese di nuovo il sopravvento.

Uscii di camera e raggiunsi la sua porta. Cominciai a guardare dal buco della serratura. A spiarla nuovamente. Vidi nonna muoversi nella stanza, aveva addosso solo le mutande. Quindi potei ammirare ancora una volta il suo grande seno nudo, un po’ cadente ma sempre vigoroso. Di nuovo il cazzo mi si indurì nei boxer. Dopo qualche secondo mia nonna aprì il cassetto che avevo aperto io quella mattina. Sperai che non si accorgesse che ci avevo curiosato dentro. Dopo un po’ richiuse il cassetto. Nella sua mano aveva il cazzo di gomma nero che avevo trovato nascosto.

Si mise seduta sul letto e prese un tubetto che aveva sul letto e che non avevo visto prima. Si mise una specie di crema unta sulla mano e cominciò a cospargere l’asta e la punta di quell’arnese impressionante. Vedere la mano di mia nonna scorrere su quel cazzone di gomma mi fece venire il cazzo duro come forse mai avevo avuto in tutta la mia vita. Mi abbassai i boxer fino alle caviglie e cominciai a masturbarmi senza mai distogliere lo sguardo da lei. Ogni tanto dovevo fermare la mano per non sborrare subito.

Nonna Elisa si mise sdraiata sul letto e cominciò a strusciarsi la cappella di gomma sulle punte dei capezzoli. Che già erano molto lunghe. Non potevo credere che mia nonna fosse così porca nella sua intimità. Mi resi conto che tutte le donne, anche le più insospettabili, avevano evidentemente bisogno dei propri momenti di porcaggine. E mia nonna non era esente da questo.

Dopo un po’ la vidi sfilarsi le mutande e buttarle da un lato del letto. Spalancò le cosce proprio davanti a me che la stavo spiando ed ebbi così il piacere di vedere per la prima volta la sua fica pelosa tutta spalancata. Guardandola mi davo dei colpetti veloci con la mano al cazzo perchè l’eiaculazione era troppo vicina.

Poi afferrò il cazzo nero per la base e puntò la cappella all’ingresso della sua fica. Cominciò a spingerselo dentro e in pochi secondi quel bastone di gomma entrò nella fica di mia nonna quasi interamente. Doveva essere ben allenata per prendere così facilmente una dimensione del genere in pancia. La vidi alzare in aria le gambe e cominciare a stantuffarsi con una certa foga. Vederla completamente nuda, con quel palo infilato tra le cosce e le piante dei piedi rivolte verso di me mi fece impazzire. Non la vidi più come mia nonna, ma come una vera troia in calore. Doveva godere parecxchio, lo capivo da come muoveva continuamente le dita dei piedi. Aprendole e chiudendole ad ogni colpo che si assestava in fica.

La sentivo gemere mentre il dildo si apriva la strada nelle sue viscere vaginali. Ero talmente preso da quella visione paradisiaca che neanche mi accorsi del dolore che mi era venuto alle gambe per essere stato troppo tempo accovacciato. Cercai di cambiare posizione ma inavvertitamente detti una ginocchiata alla porta. Cazzo!! Mi prese il panico!! Cercai di allontanarmi velocemente, di tornare verso la mia camera. Ma nella furia non riuscii a tirarmi su i boxer, quindi inciampai e caddi disteso sul pavimento del corridoio. Quando sentii la porta di camera di mia nonna aprirsi mi si gelò il sangue nelle vene. Cercai di farmi venire in mente una scusa, ma era difficile considerando che avevo i boxer abbassati.

“Marco! Cosa stai facendo?” mi chiese mia nonna con una voce fortunatamente candida.

“Nonna, io…” cominciai a balbettare. Mi girai e la vidi davanti a me, si era messa una vestaglia per coprirsi.

“Mi stavi spiando vero?”

“No nonna, io…” non mi veniva in mente veramente nessuna scusa per cui mi trovassi lì con le mutande abbassate.

Mi rialzai goffamente, il mio membro ormai tornato moscio ciondolava davanti a lei. Mi tirai su i boxer, vergognandomi come un delinquente.

“Vieni con me un attimo” mi disse per rassicurarmi.

Mi portò in camera sua e ci mettemmo seduti sul letto a parlare.

“Non devi vergognarti Marco, alla tua età è normale essere curiosi. Avrei dovuto essere io a fare più attenzione”

“Ma no nonnna è che…” ma lei mi interruppe.

“Ascolta Marco, non sei più un bambino. So benissimo come vanno queste cose alla tua età. E, come hai visto, anche alla mia. Il sesso non è una cosa malvagia. Tutti noi ne abbiamo bisogno.” mi disse sorridendomi per rassicurarmi, perchè ero talmente distrutto che avevo le lacrime agli occhi.

Nonna Elisa mi guardò per qualche secondo e poi mi disse “Senti Marco, dimmi una cosa. Ti piaceva quello che stavi guardando? dimmi la verità però!”

Presi fiato e mi feci coraggio. “Sì, nonna…”

A quel punto lei si alzò, si tolse la vestaglia e vidi che sotto era ancora completamente nuda.

“Ti piace guardare il corpo di una donna nuda non è vero?”

“Beh sì, nonna, credo sia normale..” dissi riprendendo coraggio.

Nonna aprì di nuovo il cassetto e riprese in mano il suo cazzo di gomma. Non disse più una sola parola. Si sdraiò sul letto e aprì le gambe. Adesso vedevo la sua fica carnosa da vicino, da troppo vicino. Era completamente fradicia. Una visione che non potevo avere dal buco della serratura. Le sue labbra vaginali erano davvero grandi, come avevo visto solo in qualche porno. Ed erano completamente spalancate. Vidi il suo clitoride, anch’esso molto pronunciato. Tutto in fuori. Era evidentemente ancora eccitata da prima. Si appoggiò la cappella di gomma alla fica, proprio davanti a me. E se la infilò dentro gemendo “Aaaaaah….”

Il mio cazzo si indurì di nuovo, non poteva fare altrimenti davanti a quello spettacolo a cui avevo la fortuna di assistere in prima fila.

Vedevo l’asta del dildo scorrere dentro la sua cavità vaginale e uscire ricoperta dai suoi umori, mentre le sue piccole labbra abbracciavano le vene di gomma al passaggio.

Nonna sollevò le gambe come poco prima, i suoi piedi erano vicini al mio viso. In questa posizione potevo vedere addirittura il suo buco del culo. Poi abbassò un piede e lo mise sui miei boxer, sul cazzo duro. Cominciò ad accarezzarmelo con le dita dei piedi continuando a scoparsi da sola e a gemere senza vergogna.

“Sfilali…” mi disse con un filo di voce.

Ero eccitato da paura. Probabilmente non aspettavo altro. Mi sfilai le mutande, mi rimisi seduto sul letto. Nonna cominciò a guardare il mio cazzo.

“Hai già fatto sesso vero?”

“Sì…”

Senza aggiungere altro  cominciò a passarmi le sue dita dei piedi delicatamente sulla punta, rischiando di farmi sborrare subito per quel tipo di contatto assolutamente inedito per me. Poi con le piante dei piedi afferrò il mio membro e, sempre delicatamente, cominciò a muoverli su e giù. Intanto con la mano si spingeva il cazzo di gomma in profondità e sono sicuro che venne, perchè a un certo punto chiuse gli occhi, buttò indietro la testa e cominciò a mugolare come una cagnetta.

Quando si tirò fuori il dildo dalla fica vidi che le era rimasta completamente spalancata e l’asta del dildo era tutta coperta di umori bianchi.

Nonna poi si mise a sedere accanto a me, nei suoi occhi c’era ormai la voglia di una donna in calore. Mi sorrise accarezzandomi la coscia e lentamente le sue dita si spostarono tra le mie gambe. Mi accarezzò dolcemente le palle e poi salì sulla mia asta. Dopo qualche istante lo aveva in pugno. Incredibile, avevo il cazzo in mano a mia nonna ed era oltretutto molto abile a maneggiarlo. Sapeva perfino quando fermarsi per non farmi schizzare. La mia cappella era completamente fradicia, gocciolavo sulla sua mano.

Dopo un po’ mi fece stendere sul letto, mentre lei continuava a giocare col mio membro. Chiusi gli occhi godendomi la situazione senza farmi troppe domande. Quando hai il cazzo in mano a una donna che domande ti vuoi fare? Finalmente trovò il coraggio di fare quello che, in fondo, mi aspettavo. Sentii la sua calda lingua ruotare sulla mia cappella e dopo poco me lo prese in bocca. Cominciò a succhiarmelo con una abilità incredibile. Tanto che ebbi molti dubbi sul fatto che la sua attività sessuale si limitasse al gioco col dildo. Se lo infilava in bocca completamente, fino alla radice. Certo, io non avevo una dotazione minimamente paragonabile a quella del cazzo di gomma.

Mentre mi succhiava il cazzo sentivo i rumori della sua fica fradicia, perchè ci stava giocando con le dita.

“Si finisce per bene?” mi sussurrò all’orecchio.

Preso da un’irrefrenabile eccitazione acconsentii senza remore. A quel punto nonna Elisa montò sopra di me e così mi trovai il suo enorme seno davanti al viso. Mamma mia che visione, quei suoi capezzoloni larghi e quelle punte così pronunciate e dure. D’istinto, superando ogni inibizione, le afferrai una tettona e lei lanciò un gridolino di approvazione. Mi sorrise maliziosa e io ne approfittai per infilarmi in bocca il suo capezzolo gigante. Era buonissimo, durissimo. Cominciai a passarle la lingua tutta intorno all’areola e le spompinavo la punta del capezzolo come fosse un piccolo cazzo. Lei ansimava e nel frattempo strusciava la sua fica fradicia sulla mia asta appoggiata al mio ventre.

Mi stava infradiciando tutto, sgorgava come una fontana. Sentivo le sue grandi labbra carnose della fica scivolare sul mio cazzo, sulle mie cosce, sulla mia pancia. Mi aveva ricoperto dei suoi umori di nonna porca. A quel punto non era neanche più lontanamente mia nonna. Le ho messo le mani sul culone caldo e le ho detto “Monta sopra!”.

Lei non se lo è fatto ripetere, ha afferrato il mio cazzo e si è puntata la cappella alle sue labbra completamente spalancate. Poi ha cominciato a scendere facendosi entrare il mio cazzo in fica.

Era larghissima dentro, ci sguazzavo. Evidentemente l’utilizzo prolungato di quell’enorme cazzo di gomma le aveva dilatato le pareti vaginali e il mio cazzo, per giunta, non è mai stato di dimensioni così notevoli. Ha cominciato a cavalcarmi forte, nella speranza di provare piacere. Invece il mio cazzetto scorreva nella sua fica colma di umori come uno spillo in un’asola.

“Facciamo in un altro modo” mi disse rendendosi conto di non sentirmi nemmeno entrare.

Nonna si sdraiò sul letto con le gambe ben spalancate, ancora una volta potevo ammirare la sua figona oscenamente aperta e con fiotte di umori che le sgorgavano fino alle cosce. Si vedeva che aveva una voglia incontenibile di maschio. Mi fece cenno di mettermi tra le sue gambe, poi sollevò i piedi in aria come quando si massacrava la vagina col dildo.

Prese in mano il mio cazzo ma, stavolta, invece di puntarlo sulla sua fica lo puntò sul suo buco del culo.

“Prova qui tesoro” mi disse ansimando.

Impugnai il mio cazzo e cominciai a spingere la mia cappella sul buco del culo di nonna. Che si aprì come burro. In un attimo mi ritrovai con tutto l’uccello dentro il culo di nonna. Fortunatamente, rispetto alla fica, era comunque più stretto. Riusciva a sentirmi dentro.

“Dai tesoro pompa” mi incitò nonna.

Senza indugi cominciai a stantuffarle il culo, tra l’altro era la prima volta in vita mia che scopavo un culo. E mi piaceva parecchio. Ho sbattuto nonna nel culo per diversi minuti, lei gemeva come una cagna masturbandosi una tetta con una mano e con l’altra torturandosi il grosso clitoride. Avevo i suoi piedi sulle spalle quindi riuscivo ad affondare molto bene nel suo sfintere.

Dopo alcuni minuti non ce la feci più e sparai diverse bordate di sborra dentro il suo ano mentre anche lei godeva di un forte orgasmo. Poi mi lasciai cadere sul letto accanto a lei e ci addormentammo.

Era incredibile, mi ero fatto il culo di mia nonna.

E’ sempre rimasto il nostro segreto. Quell’estate ho inculato nonna diverse altre volte. Perfino sul tavolo di cucina e in piedi sotto la doccia. Dopo quell’estate non è mai più successo nulla. Io mi sono fidanzato e lo sono tutt’ora felicemente. Mentre nonna, probabilmente, si diletta ancora col suo cazzone nero.

 

 

 

 

 

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