Il borseggiatore - DarkOct02

Il borseggiatore

La festa a casa di Martina era stata uno sballo. Avevo fatto proprio bene ad uscire un po’ di casa. Da quando Stefano mi ha lasciata mi ero rinchiusa in me stessa, senza più la voglia di vedere nessuno.

E a 30 anni questo è inconcepibile, finalmente me ne ero resa conto.

Avevo anche conosciuto un paio di ragazzi interessanti a quella festa e questo non poteva che farmi del bene.

L’unica cosa che adesso mi scocciava parecchio era dover tornare a casa da sola. Non abitavo molto lontano da Martina, ma alle due di notte le strade sono deserte e dovevo attraversare dei vicoli poco raccomandabili.

Fu proprio quando ero in procinto di attraversare uno di questi che notai una presenza nell’oscurità. Forse era solo un barbone, ce ne sono diversi nel quartiere purtroppo. Ma non mi fidavo assolutamente a passargli vicino. Decisi quindi di tornare indietro, ma ben presto mi accorsi che quella figura iniziava a seguirmi. Allungai il passo e quando vidi che effettivamente mi stava seguendo cominciai a correre.

Ma avevo le scarpe col tacco quindi nel mio correre goffamente caddi a terra. Mi voltai e lo vidi. Era un capellone più o meno mio coetaneo. Fui presa dal terrore.

“C.. che cosa vuoi???”

“Che ci fa una bambolina bionda in giro a quest’ora? La mamma non t ha detto che potrebbe essere pericoloso?”

“Non fare cazzate, il mio ragazzo è poliziotto e la pagherai cara se mi tocchi!” gli dissi bluffando.

“Hey come sei acida bambolina, chi ti ha detto che voglia farti del male? Ho visto che sei caduta e volevo solo darti una mano a rialzarti, è questo il ringraziamento per una buona azione?”

“Mi rialzo da sola ti ringrazio tanto ma ora vattene ti prego, ho solo tanta paura”

“Ma non devi avere paura, sono una persona buona, non farti ingannare dal mio aspetto.”

In effetti era un ragazzo trasandato, probabilmente proprio un barbone.

“Ti prego allontanati e non succederà nulla, lasciami andare ti scongiuro”

“Te l’ho detto, non ho intenzione di farti del male, voglio solo aiutarti a rialzarti credimi” e mi porse la mano.

Non avevo scelta, provai a fidarmi sperando in bene. Afferrai la sua mano e mi aiutò a sollevarmi.

“Ti ringrazio sei stato molto gentile, posso offrirti dei soldi per ringraziarti?”

“Hey principessa, così mi offendi. Non posso accettare soldi da te per una buona azione”

“Allora fammi andare ti prego!”

“Ok. Ma prima dammi la tua borsa.”

“Va bene, va bene, eccoti la mia borsa, tieniti tutto ma lasciami andare”

“Aspetta, prima fammi controllare che ci sia il portafoglio. E questo che diavolo è?” mi chiese tirando fuori dalla mia borsetta il piccolo vibratore rosa che tenevo sempre con me.

“Niente, niente, tieni tutto fammi andare”

Girò la rotella e il dildo cominciò a vibrare nella sua mano.

“Perché usi questi cosi? Il tuo ragazzo poliziotto non ti soddisfa?”

“Non è mio… è un regalo.. uno scherzo…” cominciai a balbettare.

“Ti diverti a prendermi per il culo vero bambolina bionda?”

Provai a scappare ma come mi voltai lui mi afferrò per la vita, mi caricò su una spalla e mi portò dentro il vicolo.

“Nooooo cazzo ti prego lasciami andare posso pagarti molti soldi ti prego!!!”

Non mi ascoltava nemmeno, provai a scalciare, a dargli dei pugni sulla schiena ma non li sentiva nemmeno. Ero terrorizzata. Potevo urlare ma nessuno mi avrebbe sentita a quell’ora e in quel posto.

Mi mise a sedere su un bidone mettendomi una mano al collo, a fatica riuscivo a respirare, temetti davvero di morire quella sera.

“Adesso facciamo un bel patto io e te. Tu mi fai vedere come usi questo giocattolino rosa e io poi ti lascio andare. Se non accetti ti faccio provare un giocattolo molto più grande. Che ne dici accetti?”

La sua stretta era molto forte, stavo soffocando, dovetti per forza annuire e acconsentire.

Mi liberò il collo dalla stretta e finalmente ricominciai a respirare regolarmente.

“Ti avverto che se fai la furba non esci viva da questo vicolo stanotte”

“Va bene.. va bene..” dissi a fatica riprendendo fiato.

Mi sollevai il vestito fino alla pancia, feci per prendere il vibratore dalla sua mano ma mi fermò.

“Cosa fai ti trapassi dalle mutandine? Forza sfilale…”

Mi sfilai il perizoma e lui mi fece cenno di consegnarglielo. Cominciò ad annusarlo tutto, cercando i miei odori al suo interno. E certamente li trovò.

“Che buon odore di pulito ha la tua fichetta tesoro. Solo giusto un leggero odore di pipì”

Si mise le mie mutandine in tasca come trofeo. Mi fece mettere nuovamente a sedere sul bidone, prese le mie gambe, mi sfilò le scarpe e mise i miei piedi nudi appoggiati al bidone in modo che fossi costretta a stare con le cosce spalancate.

“Tesoro hai un taglietto delizioso lo sai?”

Non gli risposi nemmeno. Non valeva la pena. Mi mise in mano il vibratore e si posizionò davanti a me per godersi lo spettacolo che stavo facendo solo per lui.

Azionai il vibratore e cominciai a passarmi la punta sul clitoride. Ero ovviamente completamente asciutta e non sarebbe stato facile infilarmelo dentro così.

“Dai su ficcalo dentro fammi vedere come ti sbatti da sola tesorino”

Mi aprii le grandi labbra con una mano fornendogli una visione ginecologica del mio interno vaginale. Provai a infilarmi il dildo dentro, ma faceva attrito con l’ingresso asciutto della mia fica e mi faceva male.

“Sono asciutta, mi faccio solo male così”

Avrei dovuto stare zitta.

Mi aprì con forza le gambe e cominciò a sbattermi la sua maledetta lingua sul clitoride.

“Sei uno stronzo, avevamo un patto non puoi fare così!!”

Ma la sua lingua iniziò a penetrarmi a fondo, era dura come un cazzo e inconsapevolmente mi bagnai e gli bagnai tutta la lingua di umori.

“Vedi che ora sei pronta bambolina, avevi solo bisogno di un aiuto”

Lo guardai schifata e maledendolo con la mente.

Riprovai a infilarmi il vibratore e questa volta entrò senza problemi nella mia fica. Eravamo proprio sotto un lampione, per cui lui vedeva tutto benissimo.

“Forza bambolina, fammi vedere come sei brava a scoparti da sola”

Chiusi gli occhi per evitare di guardare il mio spettatore più indesiderato e cominciai a scoparmi la fessa. Cominciai a pensare di essere altrove, per alienarmi da quella situazione. E mi bagnai ancora di più. Tanto che sporcai tutto il vibratore con i miei umori.

Ma la sua lingua sulle mie dita dei piedi mi riportò alla tremenda realtà.

“Cosa fai?”

“Assaggio questi deliziosi piedini che male c’è?  Anche se ti puzzano quasi come i miei!” e scoppiò a ridere alzandosi in piedi.

Notai allora che si era tirato fuori il cazzo e che lo aveva veramente grosso.

“Non fare cazzate avevamo detto solo guardare eh!”

“Infatti sto solo guardando! Forza sbattiti troietta che voglio venire!” mi disse ancora ricominciando a menarsi quell’uccello gigantesco davanti a me.

Cominciai a spingermi il vibratore in fica con più forza. Non avrei mai raggiunto un orgasmo in quella situazione nè avevo l’intenzione di simularlo. E lui continuava a menarselo senza venire.

“Dai sborra non ti basta lo spettacolo che ti sto offrendo?” gli dissi spazientita. E feci male, perché la sua reazione non fu quella che speravo.

“Ora dai pure gli ordini puttanella? Pensi di essere nella condizione di farlo?”

Mi mise di nuovo la mano al collo stringendomelo. Lasciai la presa sul vibratore che scivolò fuori dalla mia fica e cadde a terra. Non potevo parlare, non potevo urlare. Si mise una mano in tasca, tirò fuori un preservativo. Lo aprì con i denti e se lo appoggio all’enorme cappella. Poi lo srotolò sulla sua grossa asta.

“Visto che sei ansiosa di vedermi sborrare ora ti faccio vedere io!”

Ero terrorizzata, dentro di me ero solo contenta che almeno avesse indossato un profilattico.

Si mise in mezzo alle mie gambe ancora spalancate e mi puntò la grossa cappella sulle grandi labbra.

“Cerca di non svenire quando lo senti entrare bambolina!”

Fu una penetrazione pazzesca. Dentro sembrava ancora più grosso di come appariva alla vista. Niente del genere aveva mai violato la mia fica. Mi sentii sforzare tutta come mai nessuno aveva fatto prima.

Dopo pochi interminabili secondo il suo spaventoso uccello entrò tutto nella mia vagina e sentii un male atroce quando la sua punta andò a sbattere con violenza contro il mio utero. Lo sentivo fino in gola. Cominciò a pomparmi e ad ogni colpo mi sentivo lacerare. Speravo solo finisse in fretta. Invece mi scopò per un tempo interminabile. Ero tutta indolenzita, per la posizione e per il dolore interno.

Finalmente sfilò quel cazzone dalla mia povera fica, si sfilò il preservativo e lo gettò a terra. Senza mai togliermi la mano dal collo. Quando lo fece rimasi qualche secondo senza fiato. Lui ne approfittò per sollevarmi le gambe e infilarmi un dito nel culo senza preavviso. Sentii un dolore pazzesco nel mio sfintere vergine. Non avevo mai concesso a nessuno il mio secondo canale e lui se lo era preso senza alcun ritegno. Mi tenne in quella posizione oscena per alcuni minuti e mi sditalinò il culo prima col suo dito medio e poi addirittura con due dita.

“Sei un porco bastardo! Mi fai male!!!” trovai il coraggio di dirgli con un filo di voce.

“Io sono il porco?” mi rispose “e tu che hai il buco del culo bagnato come sei?” aggiunse continuando a scavarmi il foro anale con due dita che a tutti gli effetti mi sverginarono analmente quella notte, in quel vicolo sporco.

Finalmente sfilò le dita dal mio culo, cominciò ad annusarle mentre con l’altra mano riprese a menarsi la grossa mazza con forza. Dopo poco dal buco della sua cappella cominciarono a partire tanti di quegli schizzi che finirono praticamente su tutto il mio corpo seminudo. Sulle cosce, sulla fica, sulla pancia e su tutto il vestito. Doveva avere i coglioni pienissimi perché non avevo mai visto nessuno schizzare una tale quantità di sperma.

Finalmente sembrava compiaciuto delle sue azioni. Si allontanò da me e si rimise il cazzo nei pantaloni. Ne approfittai per alzarmi anche se mi girava la testa e rischiai di svenire. Mi abbassai il vestito, mi rimisi le scarpe e lo guardai con disprezzo.

“Buonanotte bambolina, grazie per la stupenda serata” mi disse e si allontanò.

Mi incamminai verso casa, indecisa se andare in ospedale o dimenticare tutto. Scelsi la seconda opzione. Per fortuna mi aveva scopata col preservativo, non avevo rischiato di prendermi qualche malattia. Anche se avevo ancora tutto il suo sperma addosso e l’odore era fortissimo.

Mi fermai poco più avanti, mi appoggiai ad un muro. Il dolore che ancora sentivo dentro la fica e dentro il culo mi ricordava che non sarebbe stato facile dimenticare tutto. Senza neanche rendermene conto cominciai a pisciare. In piedi. Sentivo la mia urina calda scorrermi lungo le cosce e bagnarmi le scarpe e i piedi. Speravo solo di non incontrare nessuno che mi vedesse in quelle condizioni.

Chiusi la porta di casa verso di me. Mi tolsi tutti i vestiti, a parte le mutandine che erano rimaste nella tasca del bastardo. Mi infilai sotto la doccia per ripulirmi da quello schifo che mi sentivo addosso. Il suo odore, il suo sperma.

Uscii dalla doccia, mi asciugai velocemente e mi sdraiai sul letto tutta nuda.

Mi guardai tra le gambe, la mia fica aveva ancora i segni di quel rapporto troppo possente. Le labbra erano gonfie e l’ingresso vaginale era ancora troppo spalancato. Mi infilai una mano in mezzo alle chiappe e sentii il mio buco del culo largo. Mi aveva davvero sfondata tutta. Ripensai al suo cazzo enorme. per un attimo provai eccitazione, dovevo ammettere che ce lo aveva davvero bello. Se non fosse stato un bastardo mi sarei perfino fatta scopare ancora. Mi resi conto che mentre mi pompava mi piaceva. Mi feci schifo, ma era la verità. In fondo aveva perfino usato il preservativo, almeno un minimo di cuore lo aveva avuto.

Appoggiai due dita sul mio clitoride e cominciai ad accarezzarmelo. Mi ritrovai fradicia in brevissimo tempo. Non potevo penetrarmi, mi faceva ancora troppo male. Mi concentrai sul torturarmi il clitoride, ripensando alla sua enorme cappella che mi esplorava dove nessuno era mai arrivato. Ai suoi colpi fortissimi contro il mio utero. Alle sue dita possenti che mi sverginavano il culo. Sborrai come non avevo mai sborrato in vita mia, schizzando umori sulle lenzuola.

Mi addormentai con un pensiero osceno: e se lo avessi incontrato di nuovo? …

 

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