Il provino di Giulia - DarkOct02

Il provino di Giulia

 

Quando vidi il numero di Giulia apparire sul mio telefonino non rimasi affatto stupito. Avevo visto i suoi occhi illuminarsi quando parlai di cifre quella sera.
“Ciao Marco”
“Ciao Giulia”
“Voglio provare, ho una paura della Madonna, ma devo provare. Non ho alternative”
“Domani alle 17 in punto, via dei Tigli 48”
“Ok, devo vestirmi normalmente vero?”
“Assolutamente si”
“Mi raccomando Marco, Paolo non dovrà mai sapere nulla di tutto questo”
“Stai tranquilla, anche noi abbiamo un codice morale.”
“A domani allora”
“A domani, ciao Giulia”

Alle 17,10 suonarono alla porta di via dei Tigli. Non potevo sapere, ma lo potevo immaginare, in quei 10 minuti di ritardo quanto doveva essere stato duro suonare quel campanello.

Giulia apparì sulla porta giustamente spaesata, forse non sapeva bene neanche lei a cosa andava incontro.
La salutai baciandola sulle guance come si fa con una “quasi” parente e guardandola negli occhi le domandai: “Sei convinta Giulia?”
“No, ma voglio farlo lo stesso”
Abbozzai un sorriso per cercare di tranquillizzarla, pur sapendo che non sarebbe servito a molto.
Giulia si era vestita molto sportiva come era suo solito. Una maglietta a strisce orizzontali bianche e blu a maniche lunghe, jeans e scarpe da ginnastica.

La presi per mano e mi accorsi di quanto la aveva sudata, la accompagnai nello studio e la feci accomodare alla scrivania. Giulia si guardò intorno, ma niente di quello che vedeva faceva parte della scenografia che la avrebbe accolta di lì a poco.

Presi il modulo di adesione e glielo porsi, invitandola a leggere tutto attentamente.

“Ricordati che questo è solo un provino, la decisione finale spetta al produttore, sebbene farò di tutto per darti una mano, ok?”
“Si, ok, su questo eri stato chiaro”

Giulia sembrava non avere neanche la voglia di leggere tutte le clausole del contratto, mi guardò e mi disse “senti Marco, io mi fido di te, dove devo firmare?”

“Accanto alle cinque x”

Giulia prese la penna e firmò frettolosamente porgendomi il modulo firmato.

“E adesso?” mi chiese nervosamente
“Adesso, se vogliamo fare questa cosa, bisogna che in un modo o nell’altro trovi il modo di tranquillizzarti altrimenti la vedo dura” le dissi cercando un suo sorriso.

Abbozzò un sorriso e mi rispose “Si, lo so, hai ragione, non sto aiutando neanche te in questo modo. Tu sei imbarazzato?”
“Dovrei dirti di si, ma questo per me è un lavoro, se voglio farlo bene non posso permettermi di esserlo”

Giulia fece un grande sospiro cercando il coraggio.

“Ascolta, dobbiamo assolutamente mettere da parte il nostro rapporto, se pensiamo che siamo cognati non andremo da nessuna parte con questo provino. Siamo solo Marco e Giulia”

“Si, hai ragione. Comportati per favore come faresti con qualsiasi altra candidata, sarà più facile anche per me superare l’imbarazzo così”
“D’accordo” le risposi annuendo.

“Come ti ho anticipato telefonicamente l’altro giorno, si tratta di un film genere medical pissing, non sarai penetrata da uomini ma la scena prevederà una visita ginecologica completa con masturbazione e scena pissing finale. Ovviamente sarà un uomo a visitarti e a toccarti intimamente. Il compenso per la scena, se sarai scelta anche dal produttore, è di € 1.500 nette, come ti avevo già anticipato”

“Ok me lo avevi detto, posso sapere se la visita riguarderà anche il mio ano?”
“Si Giulia, penetrazione anale con termometro e con dito. Sei vergine analmente?”
“No” fu la sua risposta mentre arrossiva.
“Perfetto”
“Ti sei preparata come ti ho detto?”
“Ho bevuto mezzo litro di acqua”
“Ottimo, non ti ho fatta bere di più altrimenti rischi di non tenerla fino alla fine della scena. La scena nel film durerà circa 20 minuti, oggi faremo alcuni spezzoni e ci fermeremo per le indicazioni che dovrò darti ok?”
“Va bene”

Presi ancora Giulia per mano e la condussi sul set. A volte avevo con me il fotografo e un cameraman per le riprese, ma quel giorno per tenere Giulia più tranquilla possibile decisi che sarei stato da solo con lei. Il set era ovviamente una stanza attrezzata da studio ginecologico, con scrivania, lettino e poltrona ginecologica.

Giulia cominciò a guardarsi intorno e a scrutare con apprensione tutta l’attrezzatura.

“Ci sarà qualcosa di doloroso?” mi chiese preoccupata
“Assolutamente no, sarà come una normale visita ginecologica”
“Già, ma io non ho ancora mai fatto una visita ginecologica”
“Dici sul serio? A 24 anni non hai ancora fatto un controllo ginecologico?”
“Davvero…”
“Beh allora sarà la tua prima visita” le dissi sorridendole
“Eh già” mi rispose rispondendo anche al mio sorriso.

In qualche modo stava cercando di tranquillizzarsi.

“La prima parte della scena avverrà qui alla scrivania, ti siederai normalmente e risponderai alle domande di prassi del medico. Ti chiederà se hai regolari mestruazioni e risponderai di SI, se hai bruciore quando fai la pipì e gli risponderai A VOLTE SI, questo sarà il motivo per cui alla fine della visita ti farà fare la pipì, ok?”
“Ok”
“Se hai domande fammele pure adesso ok?”
“OK”
“Ti chiederà ancora se hai un ragazzo e risponderai di SI, se hai rapporti sessuali regolari e risponderai di SI, se senti dolore durante la penetrazione e risponderai SI A VOLTE SENTO DELLE FITTE ALLE OVAIE, OK?”
“Fitta alle ovaie, ok”
“Ti chiederà infine se col tuo ragazzo fai sesso anale e gli risponderai ANCORA NO, LUI VORREBBE FARLO MA IO HO PAURA, ok?”
“Tutto chiaro”
“A questo punto il medico ti inviterà ad alzarti e a cominciare a spogliarti. Tu sarai vestita probabilmente come sei adesso, più o meno, con i jeans, una maglietta, le scarpe da ginnastica, i calzini corti bianchi o colorati questo lo vedremo e, cosa importante, devi indossare o un tanga o un perizoma sotto i jeans, anche questo lo vedremo insieme. OK?”
“Ok”
“Te la senti di cominciare? Devo ricordarti, cosa che c’era scritta sul foglio che hai firmato e che non hai voluto leggere, che la telecamera sta già riprendendo tutto, dal momento in cui sei entrata in questa stanza. Ma tu fai finta che non ci sia, tanto non la vedi ok?”
“Meglio” e mi sorrise ancora.
“Sei depilata sotto?”
“Si”
“Totalmente?”
“Si, mi sono depilata questa mattina”
“Ok perfetto, devi essere ben rasata per la scena”
“Credo di esserlo già”
“Bene”
“Anche l’ano?”
“Oddio, penso di si, è un po’ più scomodo depilarsi dietro ma penso di si”
“Ok vedremo se va bene.” Presi Giulia ancora per mano e la portai nel punto dove avrebbe dovuto iniziare a spogliarsi. La sua piccola mano era ancora sudata, forse più di prima. Il suo momento era ormai arrivato. “Adesso Giulia, in maniera molto naturale come se tu fossi veramente da un medico comincia togliendoti la maglietta e poi le scarpe e i pantaloni. Devi restare in reggiseno, mutandine e calzini”

Giulia cominciò lentamente a sollevare la maglietta scoprendo i suoi addominali da ballerina ben scolpiti, per quanto molto femminili. Un po’ impacciata si sfilò la maglia, mostrando un corpo davvero bello per quanto minuto e un seno piccolo ma ben visibile, una buona seconda. Appese la maglia al porta abiti vicino e mi guardò, come se aspettasse una mia approvazione.

“Bene così, adesso ti chini per slacciarti le scarpe e te le togli, poi i jeans”

Sandrà obbedì come una scolaretta al primo giorno di scuola. Si chinò e si slacciò le scarpe da tennis per poi sfilarsele. Poi si sbottonò i pantaloni e lentamente cominciò a tirarseli giù, voltandosi leggermente. Dal jeans cominciò ad apparire il suo bellissimo culo nudo, piccolo ma molto tonico e ben fatto, coperto solo dal poco tessuto del tanga che le lasciava scoperte le mele turgide. Sfilò completamente i pantaloni e li appese accanto alla maglia.

“Sei fatta molto bene Giulia, davvero”
“Grazie” rispose sorridendomi compiaciuta per l’apprezzamento.

Posai una mano sui suoi fianchi per farla girare “Hai un perizoma a casa? Va bene di colore nero, quello con il filo sui fianche e nel sedere”
“Credo di no, ho solo tanga di vari colori”
“Il perizoma è più adatto, amplifica la bellezza del tuo sedere. Lo procuro io per la scena”
“Va bene”
“Adesso metti le mani dietro in posizione di timida attesa guardando verso il medico che sarà ancora alla scrivania e si alzerà per raggiungerti. Prova a farlo e a dondolarti lentamente”
“COsì?”
“Perfetto!”

Giulia era davvero eccitante nel suo imbarazzo. Aveva davvero un bel corpo, piccolo ma davvero bello. Da vera teenager, col suo visino dolce ma dai lineamenti decisi.

“Il medico si avvicinerà a te e ti inviterà a sdraiarti su quel lettino. Raggiungi il lettino e sdraiati a pancia in su”

Giulia camminò lentamente verso il lettino, si mise a sedere e poi sollevando le gambe si sdraiò. Immaginai la scena con gli occhi del pubblico e capii che Giulia col suo corpo li avrebbe fatti indurire tutti già a questo punto.

“Adesso io simulerò le azioni del medico in tutto e per tutto ok? Sei pronta?”
“Spero di si, vai pure. Se divento rossa non farci caso”
“Meglio, sarà più realistica la scena”. Le sorrisi e lei ricambiò.

Appoggiai le mie mani sulla sua pancia, Giulia chiuse dolcemente gli occhi e sentii i brividi sul suo corpo.

“Rilassati”
“Si…”

Cominciai a spingere delicatamente la sua pancia, scendendo lentamente fino all’elastico delle mutandine, premendo delicatamente in prossimità delle sue ovaie.

“Il medico ti chiederà a questo punto se senti dolore qui e tu risponderai di NO”
“Ok…”

Poi appoggiai le mani sulle sue cosce, piccole ma toniche, da ballerina quMarco era. Il contatto delle mie dita sulle sue coscele fece avere un piccolo quasi impercettibile sussulto e girò la testa lateralmente. Capivo il suo imbarazzo e lo trovavo perfino eccitante. Da quando avevo iniziato a lavorare in questo mondo, da circa un anno, avevo provinato circa 50 donne, fra ragazze e donne mature. A volte erano eccitanti, a volte meno. Ma questa volta era diverso, c’era la fidanzata di mio cognato mezza nuda su questo lettino medico ed era una bella ragazza oltretutto. Il pensiero che Giulia fosse a mia disposizione, per quanto potessi rimanere professionMarco, fece gonfiare il mio membro nei miei pantaloni. Dovevo solo fare in modo che Giulia non lo notasse, sarebbe probabilmente stato ancora più difficile per lei altrimenti.

Scesi con le mani lungo le sue gambe avvertendo i suoi brividi sempre più consistenti e raggiunte le caviglie le sollevai una gamba. Afferrai delicatamente il suo piedino ancora coperto dal calzino e cominciai a piegarle una gamba come si fa per testare le articolazioni inferiori. La sua tensione si avvertiva anche chimicamente perchè il suo piede emanava il classico odore di sudore. E questo, lo sapevo, era il mio punto debole.

“A questo punto il medico ti sfilerà i calzini e denuderà i tuoi piedi Giulia”
Giulia rispose con un cenno di assenso.

Tenendole il piede sollevato presi l’elastico del suo piccolo calzino bianco e con due dita cominciai lentamente a farlo scivolare lungo la caviglia, cominciando piano piano a scoprirle il tallone. Sapevo che mi avrebbe eccitato sfilare i calzini a Giulia con le mie mani. Fino a quel giorno non avevo mai visto i suoi piedi, sia quando ero stato a casa dei miei suoceri sia quando erano loro venuti a casa nostra con Paolo e Giulia, lei aveva sempre le scarpe da ginnastica, mai una scarpa aperta. Per me questa era una nuova scoperta. E, non potevo nasconderlo a me stesso, mi eccitava.

Continuai a far scorrere il calzino sul suo piede finchè uscì fuori il suo tallone e la pianta del piede. L’odore del suo piede si faceva adesso più forte e fu inebriante quando scoprii le sue dita sfilandole completamente il calzino, che lasciai cadere sul pavimento.

Avevo il piede nudo di Giulia nella mia mano, le sue dita nude piccole e affusolate erano davvero fatte bene e l’odore forte di sudore che adesso sprigionavano nell’aria mi fece nuovamente sussultare il membro nei pantaloni, che adesso cominciava davvero a farsi turgido. Non poteva essere altrimenti.

Appoggiai il palmo della mano sulla sua pianta del piede e cominciai a spingere per costringerla a piegare la gamba. Adesso Giulia mi guardava, sembrava leggermente più rilassata.

“Il medico ti toccherà le dita dei piedi Giulia, a molte persone eccita tanto vedere i piedi quindi ci saranno dei primi piani sule tue dita e sulle tue piante”
“Si lo immagino. Anche a te piacciono i piedi?”
“La sua domanda fu inaspettata e mi lasciò stupito”
“Beh si piacciono anche a me, tu poi li hai molto belli”
“Grazie, troppo buono” mi disse sorridendomi.

 

Rincuorato dalla sua ritrovata tranquillità appoggiai il suo piede nudo sul lettino e le sfilai l’altro calzino, toccandole le dita “farà più meno così” le dissi passandole i miei pollici sotto le sue dita costringendoli ad allargarsi mostrando lo spazio in mezzo alle dita, paradiso dei feticisti.

“Ok” mi rispose.

Le accarezzai le dita dei piedi per diversi secondi, dall’alluce al mignolo, infilandole poi le mie dita in mezzo alle sue e raccogliendo il sudore che custodivano. La sua pianta del piede adesso si trovava a pochi centimetri dal mio viso, le sue dita quasi sfioravano le mie narici, ne avvertivo sempre più l’odore ed era veramente inebriante l’odore dei piedi di Giulia. In quel preciso momento avrei davvero voluto tirare fuori la lingua, infilargliela in mezzo alle dita e passargliela sulla pianta del piede così appetitoso. Avrei tanto voluto ciucciarle quelle piccole dita perfette, ma ovviamente con lei mi trattenni. Con altre provinanti lo avrei già fatto.

 

Appoggiai anche l’altro piede sul lettino e per qualche istante la guardai sdraiata, inerme, mezza nuda. Per la prima volta mi venne davvero una gran voglia di scoparla, complice un’erezione che faticavo sempre più a nascondere.

“Adesso il medico ti inviterà ad alzarti e a metterti seduta sul lettino”

Giulia obbedì e raggiunse la nuova posizione, tornando poi a guardarmi per aspettare le nuove indicazioni.

“Puoi toglierti il reggiseno adesso”

Giulia bisbigliò qualcosa del tipo “ci siamo”, la vidi arrossire e portare le mani dietro la schiena alla ricerca del gancino che le teneva l’intimo indumento addosso. Passò qualche secondo prima che riuscisse a sganciarlo e nel frattempo il mio sguardo cadde nuovamente sui suoi piedi, stavolta penzolanti dal lettino e li trovai ancora davvero eccitanti. In un’altra situazione non avrei mancato di leccarle quelle invitanti dita.

La mia attenzione fu richiamata dal suo “oh…” che indicava il fatto che fosse finalmente riuscita a sganciarsi il reggiseno. Tenendo le coppe del reggiseno ancora a coprirsi, sfilò le spalline, finchè lasciò la presa sul reggiseno che liberò le sue tette, davvero belle. Con il reggiseno addosso sembravano addirittura più piccole, invece adesso apparivano davvero ben fatte e consistenti, valorizzate da due capezzoli marroni piuttosto larghi e gonfi.

Giulia rimase immobile seduta aspettando mie istruzioni, con le mani appoggiate sulle cosce.

“Adesso il medico ti visiterà il seno, così…”

Gli presi un braccio e lo sollevai, le sue tette cominciarono ad ondeggiare maliziose.

Delicatamente appoggiai la mia mano sul suo seno destro e delicatamente cominciai a palparlo. Al tatto la consistenza del suo seno era davvero eccitante, Giulia visibilmente imbarazzata si voltò dall’altra parte e notai il suo capezzolo irrigidirsi, l’areola diventò grinzosa e la punta venne ancora più in fuori.

“Ecco farà in questa maniera e probabilmente ti prenderà il capezzolo fra due dita in questo modo…” afferrai il suo capezzolo e delicatamente cominciai a stringerlo con il pollice e l’indice, facendo piccoli movimenti rotatori. Questo gesto glielo fece indurire ancora di più tanto che sembrava di marmo fra le mie dita. Il mio membro ebbe un nuovo possente sussulto. Le feci abbassare poi il braccio e ripetei la stessa operazione con l’altro seno, che ebbe le stesse reazioni. L’areola si restrinse ingrinzendosi e la punta, adesso molto pronunciata, si indurì visibilmente. Notai di nuovo tutti i brividi sul suo corpo.

Lasciai la presa del suo capezzolo.

“Come sta andando?”
“Molto imbarazzante, ma per ora resisto”
“Bene. Mi allontanai di qualche passo dal lettino dove Giulia era seduta con indosso solo le mutandine, osservai il suo corpo dalla testa ai piedi e lo trovai davvero eccitante. Se l’avessero veramente presa per la scena de i questo film avrebbe sicuramente fatto indurire molti cazzi, pensai tra me.

 

“Adesso, Giulia, il medico ti inviterà a scendere dal lettino e lo seguirai fino a quella poltrona ginecologica nell’angolo della stanza”
“E qui inizia il bello, immagino…” disse ironicamente
“Già…” le risposi sorridendole
“Si volterà verso di te e ti inviterà a salire sulla poltrona…”

Giulia mi raggiunse vicino alla poltrona, mi guardò imbarazzata e si mise a sedere sulla poltrona ginecologica, con i piedi nudi che rimasero a penzoloni, rendendola ancora più eccitante.

“Adesso dobbiamo togliere le mutandine Giulia…”
“Si per forza…”
“E questo è un momento della scena che deve eccitare gli spettatori come puoi immaginare…”
“Si, lo capisco…”
“Sarà il medico a sfilartele, per cui adesso te le sfilerò io”
“Va bene”
“Nel momento in cui te le sfilo la telecamera farà un primo piano sulla tua … fica…”
“Immagino…”
“Sei pronta?”
“Ormai si…andiamo in fondo…”

Afferrai con decisione l’elastico laterMarco delle mutandine di Giulia e cominciai a farle scendere sui suoi fianchi, lei sollevò le gambe in aria sfiorandomi di nuovo il viso con le dita dei piedi e poi alzò leggermente il sedere dalla poltrona per agevolarmi nell’operazione. Per qualche istante il tessuto delle mutandine le rimase incollato alle labbra della fica e quando si staccò non potei fare a meno di notare che sulle mutandine c’erano diversi filamente di umori, segno evidente che nonostante l’imbarazzo la sua fica aveva reagito positivamente alla situazione che avevamo creato insieme.

Completamente nuda, Giulia torno a sedersi composta sulla poltrona, senza permettermi, per il momento, di vedere la sua fica, chiusa nelle cosce strette.

Avevo in mano le sue mutandine, con le dita proprio dove erano più appiccicose dei suoi umori vaginali. Avvertii l’ennesimo sussulto nei miei pantaloni.

“Sei pronta?”

Giulia mi fece cenno di si con la testa. Adesso era imbarazzatissima, era ben cosciente che fra pochi istanti sarebbe stata conla fica spalancata davanti a me, cosa che probabilmente mai avrebbe immaginato potesse accadere. Stavo per visitare la fica di mia cognata.

Con le mani afferrai le piante dei piedi nudi di Giulia e lentamente cominciai a spingerli verso l’alto e poi verso l’esterno, costringendola sempre più a spalancare le cosce. Le sue cosce si aprirono e finalmente apparve davanti ai miei occhi, per la prima volta, la sua fica. Quando la vidi il mio cazzo diventò di colpo di marmo nelle mutande, mentre Giulia diventata tutta rossa si girò da una parte. Appoggiai i piedi di Giulia sulle staffe della poltrona ginecologica e per qualche istante rimasi ammutolito davanti allo splendore della sua vagina.

 

Come mi aveva anticipato era completamente depilata, le labbra erano gonfie e sporgenti, ancora unite l’una all’altra a tenerle gelosamente chiusa la fessura. Dalla parte più inferiore delle labbra, dove erano invece semichiuse, usciva una piccola quantità di liquido vaginMarco che lentamente colava verso il suo buco del culo. Il suo forellino anale apparivMarcoggermente aperto, non era ancora la posizione più adatta per scrutarlo con maggiore attenzione ma a primo impatto si vedeva chiaramente che non era un buco del culo vergine.

“TUtto a posto Giulia?”
“Mi vergogno tantissimo ma… devo farcela..”
“Ok , sei bravissima. E davvero molto bella, lasciatelo dire. Adesso ti farò vedere cosa ti farà, da copione, il medico durante la visita”
“Ma dimmi una cosa, è un vero medico o un attore?”
“No non è un vero medico, è un attore, ma tranquilla sa cosa fare e come farlo.”
“Ok”
“Per prima cosa ti visiterà esternamente la vagina, così…” appoggiai le mie dita sulle sue labbra e Giulia ebbe un sussulto, erano caldissime e incredibilmente morbide.

“Va benissimo come sei depilata adesso, hai la pelle molto liscia, se sarai scelta per la scena depilati nella stessa maniera”
“Ok”

Delicatamente, con le dita, le aprii le labbra vaginali e con stupore scoprii che dentro la vagina era completamente bagnata, tanto che le mie dita in pochi istanti si ricoprirono di umori filamentosi. Il cazzo nei miei pantaloni non aveva ancora perso la consistenza raggiunta dal primo istante in cui avevo visto la sua fica.

Le tenni per qualche secondo le labbra completamente spalancate e vidi il suo piccolo clitoride uscire per qualche millimetro fuori dal cappuccio che lo conteneva.

“Ti toccherà il clitoride Giulia, so che questo probabilmente ti farà saltare…”

Stavolta Giulia non mi rispose, aveva ancora il viso voltato lateralmente e si mordeva una mano forse per combattere il grande imbarazzo. Con una mano continuai a tenergliela aperta, con le dita dell’altra mano cercai delicatamente di tirarle giù il cappuccio che copriva il clito. Come le sfiorai la piccola puntina rosa, Giulia saltò sul lettino, Stringendo per un attimo le cosce.

“Devi cercare di non fare così durante la scena Giulia…” la ammonii stavolta
“Si scusami, non ricapiterà vai avanti…”

Tornai a scappucciarle il clito, stavolta Giulia resistette sebbene le tremassero le gambe. Dall’interno della sua vagina cominciò a scendere lentamente del liquido trasparente che le colava fino al forellino anale. La feci riposare per qualche secondo, allontanandomi dalla poltrona per andare a prendere lo speculum.

Mi voltai a guardarla da lontano, così esposta sul lettino ginecologico, con le piante dei piedi in bella vista e tutta spalancata, era davvero uno spettacolo mozzafiato.

Presi uno speculum vaginMarco, di quelli in plastica monouso e tornai verso la poltrona.

“Sai cosa è questo Giulia?”

Lei guardò perplessa lo strumento nella mia mano e scosse la testa un po’ spaventata.

“Questo è uno strumento medico, si chiama speculum vaginMarco, viene utilizzato dai ginecologi per aprire la vagina e visitarla internamente”

“Me lo devi infilare dentro?”
“Si, non farà male, ti sentirai soltanto allargare le pareti vaginali”
“D’accordo, procedi…” e nel rispondermi allargò ancora di più le gambe, offrendomi lo spettacolo delle sue labbra che stavolta si aprirono da sole davanti ai miei occhi. Fu uno spettacolo che mi eccitò tantissimo, il mio membro era ormai di marmo nei pantaloni. Mai avrei immaginato di vedere un giorno mia cognata così oscenamente nuda e aperta davanti a me.

“Cerca di stare più rilassata possibile anche se so che non ti è facile…”
“Ci provo Marco…”

Avvicinai la punta dello speculum alla sua vagina, puntai le Marcotte ancora chiuse all’ingresso della sua fica e molto lentamente cominciai a spingerlo dentro di lei, mentre Giulia cercava di respirare per rilassarsi.

La sua vagina era molto lubrificata e lo speculum non trovò nessuna resistenza nell’entrare, per cui dopo pochi secondi glielo avevo infilato completamente in fica.

“Tutto bene Giulia?”
“Si, è un po’ freddo…”
“Si lo so” le risposi ridendo per sdrammatizzare l’imbarazzante situazione.

 

Cominciai ad aprire le Marcotte dello speculum e le sue pareti vaginali cominciarono ad allargarsi. Adesso ero in grado di vedere l’interno della fica di Giulia e la cosa era veramente eccitante. Era così spalancata adesso mia cognata.

“Dopo avertela aperta tutta il ginecologo ti infilerà un bastoncino con la punta di cotone, tipo cotton fioc per simulare un pap-test, ti toccherà l’utero, non sarà affatto doloroso tranquilla”

Giulia annuì con la testa, visibilmente imbarazzata per essere così oscenamente esposta davanti a me.

“Ok…” cominciai a richiudere lo speculum e ad estrarlo dalla sua vagina. Con mio grandissimo stupore le Marcotte dello strumento erano completamente fradice, la vagina di Giulia internamente era un lago di umori. Evidentemente l’imbarazzo non le aveva impedito di eccitarsi per la situazione che stava subendo.

Per un attimo tornai a posare lo sguardo sui suoi bellissimi piedi nudi sulle staffe della poltrona, Giulia muoveva nervosamente le dita e di nuovo la voglia di prendere in bocca le sue dita perfette mi pervase. Ma ancora una volta riuscii a trattenermi.

Riposi lo speculum e tornai da lei.

“Il passaggio successivo sarà la visita interna manuMarco, il medico ti infilerà due dita nella vagina per ispezionarti internamente”
“Va bene Marco…”

Le punte dei suoi capezzoli erano ormai durissime, Giulia era visibilmente eccitata sebbene cercasse di mantenere un contegno.

Le posai una mano sulla coscia e con l’altra mi avvicinai di nuovo alle sue labbra che stavolta trovai ben aperte. Giulia era visibilmente pronta all’uso.

Lentamente cominciai a penetrarla con l’indice e il medio della mano destra, dentro era bollente e completamente fradicia. Le mie dita affondarono in lei con tutta facilità fino in fondo. Non potevo crederci che stavo inserendo le mie dita dentro il suo corpo.

Cominciai a muovere le dita dentro e Giulia riusciva a stento a stare ferma sulla poltrona. Con la mano sinistra cominciai a premerle sulla pancia all’altezza delle ovaie mentre le mie dita la perlustravano intimamente. Le cosce di Giulia cominciarono a tremare e dopo qualche secondo di penetrazione successe qualcosa che mai mi sarei aspettato. Dall’interno della sua fica partì un piccolo schizzo di umori che andò a finire sul mio braccio, ma lei non se ne accorse. Sfilai le dita dalla sua fica, erano completamente ricoperte di umori appiccicosi filamentosi. Dalle sue labbra colava una calda cremina bianca. Era visibilmente eccitata e anche io lo ero.

“Giulia.. adesso devo farti cambiare posizione…”

Mia cognata si riprese un attimo, era tutta rossa in volto, probabilmente si era accorta del punto a cui era arrivata e cercò di ricomporsi, almeno mentalmente.

“Come mi devo mettere adesso?”

“Adesso devi sollevare i piedi dalle staffe, sollevare le gambe…dovresti riuscire a tenertele sollevate con le gambe perchè..ehm… dovrei prenderti la temperatura interna…dall’ano Giulia…”

“Si..ho capito…”

Giulia sollevò i piedi in aria e si afferrò con le mani dietro i ginocchi, spalancandosi da sola le gambe e offrendomi la visione paradisiaca del suo foro anale. In quel momento credevo di svenire, non perchè non avessi mai visto una scena del genere, avevo visto quel foro a tantissime ragazze nelle posizioni più impensabili.

Ma adesso era diverso. Avevo davanti il buco del culo di mia cognata. Il mio cazzo raggiunse nei pantaloni una dimensione pazzesca, credevo che sarebbe esploso da un momento all’altro.

Vedere Giulia così era qualcosa di pazzesco, le sue piante dei piedi in aria, le sue labbra della fica ancora aperte e adesso la visione del suo forellino più intimo.

Per non rimanere folgorato da quella visione mi allontanai un attimo per prendere il termometro e il gel lubrificante e poi tornai alla poltrona. Misi un po’ di gel sulla punta del termometro, più per scena che per necessità, perchè avvicinandomi al suo foro del sedere mi resi conto che doveva aver preso ben altro che un termometro lì dentro.

Appoggiai il termometro sul suo sedere e delicatamente la penetrai con la punta. Adesso Giulia mi guardava mentre aggeggiavo il suo bellissimo sedere.

“Hai qualche pelo intorno al buchino, sarebbe meglio se tu riuscissi a depilarti meglio l’ano per la scena”
“Va bene, lo farò senz’altro” mi rispose imbarazzatissima

Dopo qualche secondo feci uscire il termometro e Giulia tornò a sedersi sulla poltrona.

“Giulia devi tornare sul lettino adesso, mettendoti in posizione… a pecorina insomma…”
“Ho fatto 30..farò 31…” disse alzandosi dalla poltrona e raggiungendo di nuovo il lettino. Salì sul lettino e senza tanti complimenti si mise subito a pecora. Rimasi a fianco della poltrona ginecologica godendomi i suoi passi a piedi nudi verso il lettino e il suo culetto “scodinzolare” verso il lettino.

La raggiunsi e ancora uan volta la vidi bellissima. Le sue tette dondolavano nel vuoto e il suo culo in questa posizione era di una bellezza pazzesca.

“Cosa deve succedere adesso?” mi chiese neanche più di tanto imbarazzata ormai.

“Adesso il ginecologo dovrà visitarti il culo” le risposi quasi sfacciatamente, forte della sua ritrovata tranquillità.

“Sono pronta Marco” mi disse facendomi ancora di più, se mai fosse stato possibile, eccitare.

Mi avvicinai a lei e delicatamente le spinsi la schiena verso il basso, in modo che il suo culo apparisse ancora più alto e a mia disposizione. Le feci spalancare le cosce più possibile mettendo le ginocchia ai bordi più estremi del lettino. Così era impressionante.

Mi misi dietro di lei, le accarezzai il sedere per rilassarla, poi appoggiai le mani sulle sue chiappe e delicatamente gliele allargai, in modo che la telecamera comandata a distanza potesse zoomare il suo meraviglioso buco del culo. Mi aveva detto la verità, aveva evidentemente già avuto rapporti anali, perchè con l’apertura delle mele era palese che non fosse stato usato solo per la defecazione. Adesso si mostrava con evidenza già profanato e sciupato dalla sua integrità.

“Devo infilarti un dito nel sedere Giulia…”
“Vai…” mi incitò

Accarezzai per qualche secondo le grinze intorno al suo ano con la punta dell’indice, mentre Giulia cominciò a respirare più forte. Lentamente affondai il dito nel suo culo senza trovare grossa resistenza e questo non mi sorprese. Il mio dito sparì completamente nelle viscere del suo ano, cominciai a muoverlo sempre lentamente dentro il suo corpo. C’era ancora spazio nella sua cavità anale quindi aggiunsi il dito medio a far compagnia al precedente per perlustrarla con ancor meno ritegno. Le due dita scavavano indisturbate nel deretano di Giulia, trovando facile accesso alle sue intimità più recondite. Cominciai a muovere le due dita dentro il suo culo, mentre il suo anellino anale pulsando tentava di stringermele.

Giulia iniziò a mostrare i segni di quella intima penetrazione, perchè cominciò a muovere il bacino in maniera quasi impercettibile. Ma era evidente che il movimento tendeva ad agevolare una penetrazione più profonda nel suo corpo. Questo portò la mia foga finora celata ai massimi livelli, tanto che non riuscii a resistere a darle una forte spinta con entrambe le dita dentro il suo culo, che le fece uscire un piccolo grido di dolore.

“Ti ho fatto male?”
“Un pochino…”

Tirai fuori le dita dal suo foro anale e per qualche istante mi godetti lo spettacolo indescrivibile del suo buco dilatato.

Solo allora mi accorsi che mentre giocavo con il suo culo, la fica di Giulia aveva gocciolato umori sul lettino.

“Dietro hai finito?” mi domandò

“Si … Giulia..” le risposi un po’ balbettando, evidentemente confuso dall’intimità sessuMarco che stavo vivendo con mia cognata.

Giulia si sdraiò sul lettino pr riprendersi dalle forti sensazioni appena provate.

“Adesso c’è l’ultimo passaggio”

“Devo pisciare giusto?”

Il fatto che usò volgarmente il verbo pisciare invece del più fine “fare la pipì” mi fece definitamente capire che mia cognata, in fondo, sapeva essere una gran maiala.

“Vieni con me…” le ordinai perdendo quel ritegno che finora avevo cercato di avere nei suoi confronti.

Giulia scese dal lettino, meravigliosamente nuda, mi seguì di nuovo verso la poltrona ginecologica.

“Sali di nuovo sulla poltrona, stavolta con i piedi, accovacciati e apri bene le gambe”

Sandrà obbedì senza fiatare, salì sulla poltrona con i piedi nudi e spalancò le cosce, offrendomi nuovamente la celestiMarco visione della sua fica ancora aperta dal mio trattamento precedente.

Presi una bacinella trasparente e la collocai sotto la fica spalancata di mia cognata.

“Spero di riuscirci, questa è una cosa che mi imbarazza molto, soprattutto farla uscire davanti a te”

Adesso si accorgeva di imbarazzarsi? Dopo che mi aveva lasciato tranquillamente scavare nella sua fica e nel suo culo? Lo presi quasi come una sua sfida e le risposi di conseguenza.

“Dovrai riuscirci a pisciare davanti a me se vuoi questa scena. Del resto ti ho già fatto cose molto più imbarazzanti no?” le dissi facendole l’occhiolino.

Giulia accettò sportivamente la realtà. “Si Marco, decisamente…”

“Ti scappa vero?”
“Si, mi scappa, devo solo concentrarmi adesso, ma credo di averne molta”

 

Anche questa precisazione non richiesta la presi come una nuova sfida.

“Bene Giulia, vediamo, più pisci e più sarai eccitante”
“Per te o per i futuri spettatori?” mi chiese quasi bisbigliando lasciandomi sorpreso, ma non sufficientemente da non raccogliere la provocazione.
“Comincia ad eccitare me e vedrai che ecciterai anche loro” le risposi bisbigliando a mia volta e sorridendole.

Giulia chiuse gli occhi per cercare di concentrarsi e con le dita si aprì le labbra della fica.

Era meravigliosamente eccitante già così. Ed ero impaziente di vedere uscire un bel getto di urina dal suo buchino fra le labbra. Mi avvicinai un po’ alla sua fica con il viso e cominciai a guardare il forellino della sua uretra, mentre la sua fica cominciava a pulsare preparandosi a schizzare la sua urina.

 

Appoggiai una mano sulle sue dita dei piedi che puntavano contro la poltrona ginecologica per tenersi in equilibrio e delicatamente le accarezzai le dita quando, dall’uretra di Giulia, partì un violento schizzo di piscio che, invece di finire nella bacinella posta sotto la sua fica, mi finì sulla camicia ed alcuni schizzi perfino sul mio viso. Sandrà si fermò immediatamente ed evidentemente imbarazzata per quello che era successo. Di riflesso feci un passo indietro, non mi aspettavo che pisciasse con tMarco violenza da colpirmi addosso e rimasi qualche istante immobile e stupito.

“Oddio Marco mi dispiace…” mi disse coprendosi il viso con la mano “sono un disastro…”
“Stai tranquilla, sono cose che possono accadere non devi preoccuparti Giulia”

Alcune gocce del suo piscio mi finirono sulla bocca e con piacere mi trovai costretto ad assaggiare il sapore salato dell’urina di mia cognata.

“Non fermarti, continua Giulia” la incitai mentre sulla mia camicia appariva ormai evidente la macchia del suo piscio.

“Forse è meglio se non mi tengo le labbra aperte che dici? Altrimenti rischio di nuovo di non farla nella bacinella…”
“D’accordo, piscia senza aprirtela”

Dopo pochi istanti Giulia ricominciò a pisciare, stavolta nella bacinella ma ancora con getti molto forti che in parte sbattendo nella plastica finivano per rimbalzare tutto intorno, dalla sua pancia alle mie mani appoggiate sui suoi piedi. Era bellissimo vedere quel forte getto uscire dalle stupende labbra di mia cognata e riempire col suo odoroso liquido giallo la bacinella. L’odore forte del suo piscio cominciò a diffondersi nell’aria e non potei fare a meno di inalarlo, inebriandomi con quel suo profumo così intimo.

Dopo qualche secondo il getto si fece meno intenso, fin quando le sue labbra cominciarono a gocciolare.

“Fatta..” mi disse quasi orgogliosa.
“Sei stata molto brava, ne hai fatta tanta” le risposi sorridendole.
“Mi dispiace per la tua camicia te l’ho sporcata tutta, mi vergogno”
“Stai tranquilla, si lava”

Guardai per qualche istante la bacinella riempita con la sua urina, poi le dissi “aspetta che prendo qualcosa per ripulirti”. Portai la bacinella in bagno per svuotarla e, lontano dalla sua vista, non potei fare a meno di annusare quel nettare prima di gettarlo. L’odore del suo piscio era molto forte, eccitante. Scaricai la bacinella nel wc e presi della carta per ripulire Giulia.

Tornai alla poltrona e trovai Giulia ancora con le gambe spalancate.

“Ho gocciolato un po’ di pipì sulla poltrona Marco..”
“Non preoccuparti, adessio ripuliamo tutto”.

Le passai la carta sulla vagina e lei mi lasciò fare, senza neanche proporsi di farlo da sola. Con le dita le aprii delicatamente le labbra e la asciugai dalle gocce di piscio residue. Le passai la carta anche sulla pancia e sulle cosce dove erano finiti alcuni schizzi. Vedere Giulia tutta sporca di piscio mi fece venire una gran voglia di fotterla in quel preciso momento, ma sapevo che non era il caso.

“Abbiamo finito adesso?” mi chiese
“Si Giulia, adesso scendi dalla poltrona e vai a rivestirti ricordando che anche questo sarà ripreso nella scena. Sii naturMarco ma ricordati di far vedere bene il culo quando ti rimetti il tanga, ok?”
“Va bene”

Giulia tornò ai suoi vestiti e ricominciò a indossarli. Si infilò le mutandine tenendo il culo in bella vista come le avevo suggerito. Poi il reggiseno tornò a coprire le sue bellissime tette. E il resto dei vestiti mise fine allo spettacolo a cui avevo partecipato da protagonista.

Il cazzo nei pantaloni tornò finalmente a rilassarsi. Non avrei mai immaginato di fare un provino porno a mia cognata e la cosa era stata eccitante oltre ogni aspettativa. Ero certo che se la scena fosse stata affidata a lei avrebbe fatto impazzire milioni di uomini. Ero quasi geloso che tante persone potessero vederla così intimamente come avevo appena fatto io.

“Questa cosa deve rimanere fra me e te sia chiaro Marco”
“Su questo non c’è alcun dubbio Giulia”
“Hai altre ragazze adesso?”
“No, oggi non ho altre ragazze. Vuoi un caffè te lo preparo?”
“Si volentieri, ne ho bisogno”

Ci spostammo nell’altra stanza, Giulia si sedette sul divano e preparai due caffè.
“Come pensi sia andata?” Ho speranze di prendere quei soldi?”
“Come ti ho detto l’ultima parola non spetta a me, ma credo che quando il produttore vedrà il tuo provino rimarrà contento” le risposi sorridendole dolcemente e offrendole la tazzina.

Giulia diede un piccolo sorso al caffè e mi disse “Ero molto imbarazzata, credevo fosse più semplice invece in alcuni momenti mi sono molto vergognata”
“Probabilmente perchè ero io”
“Beh certo anche, mi sarei vergognata comunque, con te ancora di più per ovvie ragioni. Però mi hai anche aiutata molto, probabilmente con un estraneo non ce l’avrei fatta”
“Ti ringrazio per la stima”

Diede un altro piccolo sorso al caffè e mi chiese ancora
“Ti aspettavi che avrei fatto il provino?”
“Sinceramente no”
“Neanche io, sono molto timida in realtà, ma di quei soldi avrei davvero molto bisogno”
“Me lo immagino”
“E poi mi ha aiutata il fatto che questo film viene comunque distribuito all’estero, per l’Italia non lo avrei mai fatto”
“Beh questo lo capisco” le risposi sorseggiando il mio caffè seduto accanto a lei

“C’è una cosa che mi sono sempre chiesta..sul set di un film porno le attrici e gli attori godono veramente?”
“Generalmente gli uomini si, per loro è più facile. E poi per mantenere l’erezione devono essere eccitati, altrimenti è dura..anzi il contrario!!”

Scoppiammo a ridere per la mia battuta involontaria.

“Tu che hai provato Giulia?”
“Vuoi la verità Marco? All’inizio una grandissima vergogna, ma in alcuni momenti… è stato .. piacevole” mi rispose abbassando lo sguardo verso la tazzina di caffè
“Me ne sono accorto…” e le sorrisi
“Così mi fai imbarazzare…”
“Non c’è niente di male Giulia siamo esseri umani”
“Si, lo so..”

Diede un altro piccolo sorso al caffè. “Mi spiace davvero per la tua camicia, è tutta bagnata di pipì”
“Già, non lo ricordavo neanche più!!” le risposi mentendo, visto che il suo forte odore continuava a entrarmi nelle narici. “Sarà meglio che la tolga, per fortuna tengo sempre dei vestiti di scorta”

Mi sbottonai la camicia e me la sfilai, buttandola sul pavimento.

“La tua ragazza è fortunata ad avere un uomo come te”
“Beh…grazie..” le sorrisi

“Quanti anni di differenza ci sono fra voi?”
“Lei ne ha 24 come te, io ne ho 42”
“Vabbè ma l’età non conta quando si sta bene insieme”
“Verissimo”
“vorrei farti una domanda…un po’ intima..”
“Spara”
“Quando prima mi hai…ehm.. toccata dentro.. hai toccato un punto che..”
“Che ti ha fatta venire” la interruppi sorridendole
“Ecco” disse abbassando nuovamente lo sguardo “ora mi vergogno ancora di più…”
“Non devi, non c’è niente di male, vuoi sapere come ho fatto vero?”
“Si…”
“E’ un punto.. magico che avete dentro la vagina.. toccandolo in una certa maniera vi porta all’orgasmo”
“Quindi lo sapevi? Volevi farmi venire?”
“In realtà non l’ho fatto apposta, un po’ la forza dell’abitudine…”
“Ma non è stato un orgasmo come posso avere di solito… facevo di tutto per trattenermi ma…”
“Ma hai squirtato”
“Ho fatto cosa?”
“Hai squirtato, lo squirting è l’orgasmo femminile che finisce con… uno schizzo”
“In che senso uno schizzo?”
“Un po’ come per i maschietti, anche le donne con una certa tecnica possono…schizzare”
“Vuoi dire che io ho…schizzato?”
“Si, un pochino, quando eri sul lettino…”
“Non me ne sono accorta .. non mi era mai capitato prima ..”
“Beh… eppure non mi sembri una verginella” la provocai sorridendole
“Si ok ho fatto le mie esperienze ma non credere abbia fatto chissà cosa..”
“Ma hai fatto il sesso anale..”

Giulia rabbuì…

“Scusa non volevo essere.. così invadente..”
“No Marco non è colpa tua.. è che.. è qualcosa che sto cercando di non ricordare purtroppo…”
“Oh Dio mi dispiace Giulia.. è stato qualcosa di.. violento?”
“Purtroppo…si…ma Paolo non sa niente.. tu che mi hai vista dietro.. si vede così tanto?”
“Si vede… sicuramente io me ne accorgo più facilmente per il lavoro che faccio..”
“Spero tanto che Paolo non se ne accorga mai…”
“Con lui non lo fai..dietro?”
“No, da quella volta non ho più.. avuto il coraggio…”
“Perdonami se non mi faccio i cavoli miei ma.. Ti hanno violentata?”
“Più o meno.. cioè…non proprio come pensi tu.. ti spiego…”
“Se non vuoi parlarne lo rispetto eh”
“Non ne ho mai parlato con nessuno, forse è arrivato anche il momento di sfogarmi”
“Se vuoi sono qui” le dissi dolcemente prendendole la mano ed accarezzandola in segno di affetto

Giulia sorseggiò l’ultimo caffè rimasto e appoggiò la tazzina vuota sul tavolino. Fece un paio di sospirì e poi iniziò “E’ successo qualche anno fa, avevo 16 anni, ero giovane e stupida.. una sera uscii con un mio amico, anzi ex amico, albanese. Lo conoscevo da qualche mese, era un ragazzo tranquillo, non stavamo insieme ma ogni tanto uscivamo la sera e fino ad allora c’era stato qualche bacio e .. insomma qualcosina di più mi capisci…”
“Certo…ma tu eri vergine allora?
“No non lo ero già più, ho perso la mia verginità circa un anno prima intorno ai 15 anni. Quella sera uscimmo insieme e come al solito ci fermammo alle panchine dei giardini per baciarci e .. insomma altre cose come ti ho detto.. poi lui voleva di più, voleva fare sesso e io ci sono stata. Siamo andati nella vecchia torre abbandonata e abbiamo cominciato a farlo. Solo che lui ha cominciato ad essere violento, me lo spingeva talmente forte che mi faceva male. Lo pregavo di fare più piano ma non mi ascoltava. Poi.. mi ha girata con la forza e .. nonostante le mie inutili resistenze.. me lo ha infilato dietro…”
“E dietro eri vergine…”
“Si dietro ero ancora vergine.. mi ha fatto malissimo… ho cominciato a urlare e a piangere perchè mi sentivo lacerare ma lui ha continuato così fino alla fine..”

Vidi una lacrima scendere sul suo dolce viso e istintivamente la abbracciai e la strinsi a me, accarezzandole il viso e i capelli.

“Non ho mai avuto il coraggio di raccontare questa storia a nessuno finora, non so come sia riuscita a dirla a te”

Le sorrisi.

“Ti ha fatto molto male?”
“Si Marco, tantissimo, anche perchè facevo resistenza per cui è entrato sforzandomi e mi ha fatta sanguinare”
“Non ti sei mai fatta visitare da un medico?”
“No, non ho avuto il coraggio. Mi sono tenuta il dolore per oltre una settimana, non potevo neanche stare seduta. Ecco probabilmente perchè.. mi hai trovata così aperta..”
“Lo hai più visto?”
“L’ho rivisto a giro, ma dopo quella volta non ci siamo più scambiati una parola”
“Sono cose che purtroppo accadono, non fartene una colpa o rischi davvero di rovinare la tua vita sessuMarco per sempre”
“Lo so, dovrei superare questo trauma ma avrei troppa paura a rifarlo..”
“Pensa solo che il sesso anale non è così e se fatto bene e voluto da entrambi può solo dare piacere”
“Quando…mi hai infilato le dita tu nel sedere non ho avuto paura, sentivo di potermi fidare..”
“Grazie per la fiducia allora. Non ti ho fatto male vero?”
“Quando le hai spinte a un certo punto un pochino sì.. ma è stato un dolore…a dire il vero.. piacevole..anzi..a dire il vero…” Giulia fece una lunga pausa e poi continuò “..a dire il vero..è stato tutto piacevole anche se non dovrei dirlo…”
“Non c’è niente di male Giulia, è stato piacevole anche per me..”

Giulia mi guardò “Avevi un’erezione mentre mi visitavi vero?”
Le sorrisi ancora “Non ti si nasconde niente, si avevo una erezione.. notevole…”
“L’ho vista, era ben evidente..”
“Ho cercato di nasconderla ma senza successo allora..”
“Beh, era difficile da nascondere..”
“E’ un complimento?”
“Mi sembra l’evidenza Marco..o era tutto cotone?” e scoppiò a ridere
“No non era cotone” le risposi ridendo con lei

Giulia accavallò le gambe con una mano fra le cosce.

“Cosa ti ha imbarazzato di più?”
“Spogliarmi davanti a te è stata la cosa più difficile, non avrei mai pensato che un giorno mi avresti vista tutta nuda. E poi… beh stare spalancata davanti a te.. mi hai visto tutto…”
“Sei fatta molto bene Giulia”
“Grazie… anche se non posso contraccambiare il complimento”
“Ah grazie” le risposi seccamente fingendomi di essermela presa
“Ma non in quel senso scemo” mi rispose ridendo
“Intendevo che tu di me hai visto tutto mentre io non posso certo giudicare te..” mi disse alzandosi dalla poltrona e camminando lentamente verso la porta.

Sapevo che stavo perdendo un’occasione, Giulia avrebbe preso quella porta, ci saremmo salutati e se ne sarebbe andata. Come sapevo che avrei potuto averla fraintesa e prendermi uno schiaffo. Negli istanti in cui si muoveva verso l’uscita la vidi di nuovo nuda come poco prima, quel suo piccolo culetto sodo che scodinzolava davanti a me. Il mio cazzo si gonfiò istantaneamente nei pantaloni. Senza rendermene veramente conto balzai dalla poltrona verso di lei, la abbracciai da dietro appoggiando il mio pacco sul suo culetto. Giulia si voltò di scatto e senza domandarmi se veramente ci sarebbe stata le misi la lingua in bocca. Giulia mise le braccia intorno al mio collo e a sua volta mi offrì la sua lingua. Ci baciammo con le lingue fuori dalla bocca, le misi le mani sul culo e la presi in collo, riportandola verso il divano senza che le nostre lingue si staccassero un attimo. La lasciai davanti al divano e le sfilai la maglietta, mentre lei si sganciava il reggiseno. Le sue tette apparirono nuovamente nude davanti a me, ma stavolta erano davvero a mia completa disposizione. Le baciai il collo e cominciò ad ansimare mentre le mia mani le palpavano le tette sode. Scesi con la mia bocca e cominciai a passarle la lingua su un capezzolo, ruotandola tutta intorno alla sua grande areola, mentre Giulia mi accarezzava i capelli spingendomi contro il suo seno. Presi il suo capezzolo fra i miei denti e delicatamente cominciai a morderlo, mentre la sua mano andava a cercare sui miei pantaloni. Non faticò a trovare la mia mazza marmorea già apapriscente dai pantaloni e con le dita cominciò a stringermelo come a volerne verificare la consistenza. Il suo mugolare fu la sua approvazione.

Presi i suo capezzoli con le dita e cominciai a tirarli verso di me, cosa che la fece eccitare a tal punto che si inginocchiò davanti a me e cominciò a sbottonarmi i pantaloni. Infilò la mano nei miei boxer e quando tirò fuori il mio cazzo rimase a bocca aperta per qualche secondo a guardarlo, duro e scappelalto davanti al suo viso. Poi mi guardò negli occhi e mi disse “Cazzo….”

 

Non feci in tempo a dirle nulla che tirò fuori la lingua e tenendo il mio cazzo stretto in mano cominciò a passarmela lungo l’asta fino ai coglioni, che saggiamente aveva tirato fuori dalle mutande. Mi bagnò tutta l’asta con la saliva mentre io mi godevo lo spettacolo guardandola dall’alto, mi fece impazzire quando mi appoggiò la lingua sulla cappella lucida facendomi sentire il suo piercing sul buchino per poi infilarsela voracemente in bocca con una tMarco foga che lanciai un gemito di godimento.

Giulia cominciò a pomparmi lentamente, cercando di prendere più cazzo possibile in bocca, mentre con la mano continuava a segarmi e ad accarezzarmi le palle gonfie. Poi tornava a passarmi la lingua sulla cappella raccogliendo con la punta le gocce di sperma che mi uscivano dal buchino. Si passava la mia cappella ormai bagnata sulle labbra sporcandosi tutta, dimostrandomi quanto fosse capace di essere maiala. Il suo piercing sul mio filetto mi faceva gonfiare le vene sull’asta e lei non mancava di stringerlo ancora più forte per godersi la mia dimensione. Presi la sua testa e cominciai a spingerla contro il mio cazzo, facendole arrivare la cappella in gola.

“Questa si chiama gola profonda” le dissi sfidandola
“Ah si? E continua allora…”

Impugnai il mio cazzo e cominciai a spingerglielo in bocca con forza, costringendola a sbavare la sua saliva ogni volta che glielo sfilavo dalla gola

“Dai che te lo infilo tutto” le dissi cercando di affondare tutto il mio cazzone nella sua piccola bocca
“Non ci riesco” disse, mentre la sua saliva colava dalla mia cappella “è troppo grosso per prenderlo tutto”

Ero eccitato follemente, avevo finalmente mia cognata a mia disposizione dopo averla desiderata durante tutto il provino. In quel momento era mia e soltanto mia. La alzai e la spinsi dolcemente a sedere sulla poltrona. Mi denudai velocemente e mi avvicinai a lei col mio cazzo duro che ballava a destra e a sinistra con lei che ne seguiva i movimenti con gli occhi.

Mi chinai ai suoi piedi e le sciolsi i lacci delle scarpe da ginnastica, poi una dopo l’altra gliele sfilai. Sollevai i suoi piedi con una mano e con l’altra lentamente le sfilai i calzini denudandole quei piedini che tanto avevo desiderato quando era sul lettino, che le avevo accarezzato mentre pisciava sulla poltrona ginecologica. Adesso erano finalmente miei. L’odore di sudore che sprigionavano i suoi piedi era ancora più forte di prima, le scarpe da ginnastica non lasciano scampo in questo senso. Avvicinai il mio naso alle sue dita ed inalai quel forte odore che fece sobbalzare il cazzo fra le mie gambe. Le baciai le piante umide e con la lingua le segnai una riga di saliva che partiva dal suo tallone e arrivava fino alle dita. Giulia mi guardava eccitata e ansimante, curiosa di quello che le stavo riservando. Presi il suo alluce in bocca e cominciai a succhiarlo mentre lei chinò la testa all’indietro godendosi il trattamento. Poi tornò a guardarmi, si morse le labbra mentre la mia lingua si insinuava in mezzo alle sue dita, ripulendola voracemente del sudore.

“Sei un porco Marco…”
“Vuoi vedere quanto?”
“Si, lo voglio vedere…”

Le sbottonai i jeans e glieli sfilai lanciandoli poi sul pavimento. Le sollevai i piedi sul divano e la costrinsi a spalancare le cosce come poco prima sul lettino.

Aveva le mutande oscenamente bagnate, il suo liquido aveva trapassato il tessuto e io cominciai a leccargliele lasciandola a bocca aperta, non aspettandosi che arrivassi a tanto.

“Sei un maiMarco cazzo…”
“Ti dispiace?”
“No cazzo continua…” mi incitò ansimando

Afferrai l’elastico delle sue piccole mutandine e cominciai a sfilargliele, facendole scorrere sulle sue cosce e poi dai suoi piedini. Le labbra della fica erano spalancate e completamente fradice. Appoggiai la mia lingua sulle sue labbra e lei impazzì, offrendomela ancora di più sollevandosi le gambe con le mani tanto da propormi sfacciatamente anche la visione del suo buco del culo. La mia lingua si soffermò sul suo clito duro come il marmo e lei cominciò ad urlare di piacere sporcandomi tutto il viso con i suoi umori appiccicosi che grondavano dalle sue pareti vaginali nella mia bocca. Le spalancai le labbra con le mani e le ficcai tutta la lingua dentro la fica scopandola. Giulia urlò ancora e mi spinse la testa contro la sua fica. Stava sborrando e il suo liquido mi inondò la bocca. Fu un vero piacere bere il suo nettare bollente passandole poi la lingua dal clito fino al buco del culo, muovendola intorno al suo forellino anale.

“Non ce la faccio più fottimi Marco ti prego!!!”

Non aspettavo altro. Impugnai il mio cazzo e le appoggiai la cappella sul clito facendola sobbalzare sul divano.

“Ficcamelo dentro dai ficcamelo dentro!!”

Puntai la cappella sul suo ingresso vaginMarco e le spinsi la cappella in fica. Giulia lanciò un urlo mentre accoglieva la cappella nel suo corpo.

“Oh Dio come lo sento, spingimelo tutto”

Non mi feci pregare e cominciai ad affondare l’asta nel suo corpo, aprendole le pareti vaginali e arrivando a sbatterle la cappella contro l’utero.

“LO vuoi così maiala eh?”

“Si si lo voglio forte!!!”

Cominciai a pomparla con forza tenendole i piedi sulle mie spalle, in modo che la penetrazione fosse molto profonda.

Giulia urlava e godeva mentre il mio cazzo la stantuffava con violenza.

“Lo senti forte eh?”
“Oh Dio si lo sento fortissimo, mi stai spaccando la fica cazzo!!!”

“Ti sfondo tutta Giulia!!!” le dissi prendendola per le caviglie per tenerla spalancata. La sua fica era un lago di sborra e io la sbattevo come una puttana.
“Dai sbattimi sbattimi sfondami tutta Marco!!!”

“Come una troia?”
“Si sbattimi come si sbatte una puttana ti prego!!!” quasi non finì la frase che sborrò urlando per l’ennesima volta ricoprendomi l’asta di umori bianchi.

Continuai a stantuffarla a fondo mentre le leccavo le dita dei piedi e le piante.

“Cazzo sei incredibile Marco non mi hanno mai scopata cosi!!!”
“Ti senti abbastanza troia adesso??”
“Cazzo si mi fai sentire davvero puttana cazzo!!!”

Le sfilai il cazzo dalla fica gocciolante, la presi per mano e la riportai sul set, verso la poltrona ginecologica.

La misi con le mani contro la poltrona e da dietro glielo buttai di nuovo in fica. Ricominciai a pomparla tenendola per i fianchi e poi accarezzandole il bellissimo culo. Mentre la stantuffavo forte le allargavo le mele e vedevo il suo buco del culo aperto.

La feci salire sulla poltrona ginecologica, con i piedi sulle staffe e la scopai ancora mentre le accarezzavo le dita dei piedi. Giulia godeva come una cagna.

Le sfilai il cazzo, la feci scendere dalla poltrona e salii io, per offrirle il mio cazzo da succhiare. Giulia me lo riprese in bocca tutto sporco di umori vaginali e si impegnò in un pompino pazzesco, succhiandomelo tutto come una vera puttanella.

“Devi ancora pisciare Giulia?”

La domanda la lasciò perplessa e per qualche secondo non rispose.

La baciai e glielo chiesi nuovamente

“Hai ancora piscio dentro vero?”
“Credo di si” mi rispose balbettando

La presi in collo e la rimisi sulla poltrona ginecologica con le cosce spalancate.

“Piscia allora muoviti”

Giulia capì cosa volevo e con le dita si allargò le labbra della fica guardandomi eccitata e confusa.

“Non lo hai mai fatto vero? Non hai mai pisciato addosso al tuo uomo”
“No, mai…”
“Adesso lo fai” le dissi mettendo il mio viso davanti alla sua fica per aspettare il suo getto caldo

Giulia chiuse gli occhi e sollevò i piedi in aria tenendosi la fica spalancata. Mi afferrai forte il cazzo e cominciai a menarmelo forte aspettando la sua calda fontana.

Dopo qualche secondo che la sua fica pulsava cominciarono a scendere delle gocce di piscio sulla poltrona e qualche istante dopo un forte getto le partì dall’uretra e mi schizzò direttamente sul viso inondandomi di odorosa urina. Spalancai la bocca e accolsi il suo piscio. In pochi attimi me la riempì completamente fino a esondare su tutto il mio corpo. Ero ricoperto dal piscio di Giulia che adesso mi guardava scioccata ma visibilmente eccitata.

Poi la sua fica smise di pisciare e per qualche secondo ancora continuò a gocciolare. Mi avvicinai e cominciai a leccargliela sia fuori che dentro. Avevo il sapore acre del suo piscio in bocca, Giulia godeva ancora come una pazza mentre gliela leccavo, le appoggiai il dito indice all’ingresso del suo foro anale e la penetrai. Sandrà lanciò un grido e cominciò a strusciarsi con forza la mano sul clito sborrandomi in bocca.

La guardai, era tutta sudata e tremante per il forte amplesso.

“Questo è SESSO” le dissi
“Sei un porco incredibile, nessuno mi ha mai sbattuta così”
“Sei stanca adesso? Sei venuta parecchie volte…”

Giulia si alzò dalla poltrona, mi mise le mani sui fianchi facendo si che il mio cazzo ancora turgido spingesse sulla sua pancia.

Gaurdandomi seria mi disse “Ascolta Marcossandro, questa è stata la prima e sarà l’ultima volta che io e te scopiamo sei d’accordo su questo?”
“Assolutamente SI Giulia”
“Bene, usciti da quella porta non sarà accaduto assolutamente niente di tutto questo è chiaro?”
“Giulia non potrebbe essere altrimenti”
“Perfetto..”

Poi mi impugnò il cazzo con entrambe le mani e me lo strinse fortissimo tanto che le vene sull’asta si gonfiarono paurosamente.

“Allora prima che usciamo da quella porta voglio che mi sbatti fin quando non ce la fai più..”

Senza aggiungere una parola alla sacrosanta verità che aveva appena detto le misi la lingua in bocca mentre lei mi segava violentemente. Si inginocchiò nuovamente fra le mie gambe e ricominciò a spompinarmi con una maestria che mi fece capire che di cazzi ne aveva succhiati parecchi. Non riusciva a far sparire tutto il mio bastone nella sua bocca ma si sforzava per farselo arrivare in gola. Le sue labbra sulle vene della mia asta me le faceva gonfiare ancora di più. Il pompino era diventato rumoroso con la sua saliva che dalla sua bocca grondava sul pavimento o sulle sue cosce.

Poi si rialzò e mi guardò negli occhi con aria di sfida “Quante te ne sei sbattute così come oggi hai sbattuto me?”

Le infilai due dita in bocca e cominciò a succhiarmele.

“Vuoi sapere quante troie come te mi sono sbattuto?”
“Si..” rispose a fatica mentre mi ciucciava le dita
“Parecchie… e tu Giulia quanti cazzi hai succhiato per essere diventata così brava?”
“Abbastanza…” mi rispose portando le mie dita verso la sua fica che ancora era completamente fradicia e aprendo le gambe per farsi penetrare.

Le infilai due dita con forza dentro la fica e Giulia si appoggiò alle mie spalle lasciandosi sditalinare sfacciatamente mentre il mio cazzo le puntava con forza di nuovo contro la pancia. Sfilai le mie dita dalla sua vagina bollente e le portai alla sua bocca costringendola a leccarmele e a bere i suoi stessi umori.

“Quanto ti senti puttana in questo momento Giulia?”
“In una maniera indecenete Marco”

Misi le mani suoi suoi fianchi e la sollevai da terra prendendola in collo, lei mise le mani intorno al mio collo per tenersi mentre io misi le mie sotto il suo culo per tenerla sopra di me.

“Così lo hai mai fatto?”
“Oddio no…”

Impugnai il mio cazzo e appoggiai la cappella turgida al suo ingresso vaginMarco pregno di umori, spingendo poi il suo corpo verso di me perchè si penetrasse il mio arnese in pancia. Giulia gridò per l’inaspettata penetrazione in aria, misi di nuovo le mani sotto al suo culo e cominciai a farla saltare sul mio bastone costringendola a una penetrazione molto profonda. La sollevavo e poi lasciavo che il suo corpo si penetrasse col mio nodoso cazzo. Ad ogni affondo Giulia urlava.

“Ti fa male?”
“Quando mi lasci andare si, mi sbatti contro l’utero mi sembra che mi sfondi tutta…”

Tenendola in collo la portai vicino al grande specchio nella stanza.

“Guardati Giulia…”

Giulia si voltò e si vide riflessa nello specchio mentre veniva trapanata tenuta in collo. Nascose il viso sulla mia spalla e mi disse “Mio Dio è pazzesco, vedermi nello specchio mentre mi fotti ni questa posizione mi fa sentire verametne puttana Marco…”
“Non è quello che sei Giulia?”

Le mie parole la eccitarono ancora di più.

“Si cazzo in questo momento sono la tua puttana sfondami ti prego!!”

Non me lo feci ripetere e ricominciai a stantuffarla in aria sbattendole ogni volta con violenza contro l’utero e facendola gridare come una pazza. Vedevo nello specchio i suoi piedini nudi ciondolare ad ogni mio colpo, mentre dall’eccitazione stringeva le dita dei piedi.

La feci scendere dal mio cazzo e Sandrà barcollò un attimo

“Cazzo Marco mi stai letteralmente spaccando tutta lo sai vero? Mi brucia la fica cazzo…” disse tenendosi la fica con le mani
“Si lo so …”

Mi smanettai il cazzo per tenerlo ancora in tiro, con lei non avevo ancora finito.

“Vieni con me adesso”
“Cosa mi vuoi fare ora?”

 

Presi Giulia per mano e la portai sul divano. La feci inginocchiare con la pancia appoggiata allo schienMarco e cominciai a leccarle il collo. Giulia ansimava in preda a nuova eccitazione. Con le mani le afferrai i seni e le presi le punte dei capezzoli tra il pollice e l’indice, allungandoli.

“Mi fai andare fuori di testa così…” mi confessò muovendo il bacino per cercare il mio cazzo duro.

“E’ quello che voglio troia…”

Sentirsi offendere così da suo cognato la eccitava spudoratamente.

Le passai la lingua sulle spalle, lungo la schiena, sui suoi brividi. Arrivai sul suo culo e le leccai le mele, per poi scendere lungo le cosce e arrivare alle piante dei piedi. Le passai la lingua dal tallone alle dita mentre lei ansimava come una cagna in calore. Salii di nuovo con la lingua sul suo culo, con le mani le allargai le chiappe e cominciai a passarle la lingua sulle grinza intorno al suo buco del culo.

“Sei un pazzo maiMarco…” mi disse godendosi la mia lingua limonarle l’ano.

Appoggiai un dito al suo ingresso anale bagnato di saliva e di umori vaginali e Giulia si ritrasse. “No Marco dietro no ti prego…”

Avvicinai la mia bocca al suo orecchio e le sussurrai “Ti fidi di me Giulia?”

“Si..” balbettò “ma ho paura.. lo sai cosa mi hanno fatto dietro…”

Le ripetei dolcemente “Ti fidi di me Giulia?”

“Si..” balbettò ancora.

La abbracciai da dietro portando una mano sulla sua fica e dolcemente ricominciai ad accarezzarle il clitoride. Giulia ricominciò a gemere e a contongersi fra le mie braccia. Appoggiai nuovamente il dito contro il suo ano e lentamente la penetrai. Giulia lanciò un forte gemito di piacere mentre il mio indice affondava nel suo condotto anale. Cominciai lentamente a scoparle il sedere con il dito, ben sapendo che la sua paura era puramente mentMarco, dal momento che il suo ano si presentava già ben dilatato dalla sua eccitazione e purtroppo anche dalla violenza subita.

Le infilai nel sedere anche il medio e quasi non se ne accorse, impegnata a godere per la decisa masturbazione clitoridea che le stavo facendo.

La sua cavità anale si aprì, la sentivo pronta. Sfilai lentamente le dita e ricominciai a baciarla sul collo, senza smettere di masturbarle la vagina.

Impugnai il mio cazzo e lo appoggiai alle sua labbra che si dischiusero per accoglierlo fra i suoi gemiti. Cominciai a scoparla da dietro e la sua eccitazione mi bagnò tutta l’asta. Quello che volevo.

Le sfilai il cazzo dalla fica e appoggiai la cappella al suo buco del culo. Ricominciai a masturbarla e contemporanemanete le spinsi lentamente la cappella nel foro anale.

“Marco….ti prego piano…è grosso….”

Appoggiai il mio corpo sul suo per darle sicurezza e la cappella entrò nel suo ano.

“Ti sento dentro…”
“Stai tranquilla….”

Le infilai qualche centimetro di asta nel sedere e lentamente cominciai a pomparla.

“Oh mio Dio Marco…”
“Che c’è Giulia?”
“Mi…mi piace cazzo…”
“Lo so Giulia…”

Giulia era finalmente tranquilla e il suo ano non aveva difficoltà ad accogliere il mio membro, per cui lentamente le affondai tutto il cazzo nel culo.

“Marco…” urlò
“Ti fa male?”
“No…ma quanto ne è entrato?”
“Ce l’ha tutto nel culo Giulia”
“Stai scherzando??” mi chiese ansimando
“No tesoro, hai tutto il cazzo dentro”
“Lo sento…tanto…e non mi fa male…”
“Vuoi che provo a pomparti un po’ più forte?”
“Si Marco…”

Le allargai le mele e cominciai a stantuffarle l’ano con più forza. Giulia cominciò a godere.

“E’ bellissimo cazzo…”
“Te lo avevo detto, avevi solo paura…”

Poi si voltò guardandomi, forse rendendosi conto di dove eravamo arrivai.

“Marco cazzo mi stai inculando! te ne rendi conto di cosa stiamo facendo??”
“Si Giulia”

Si spostò sul divano e si mise a pecora. La presi per i fianchi e cominciai a scoparla sempre più forte nel culo mentre urlava di paicere. Le aprii con le mani le chiappe e sfilai il cazzo, il suo buco del culo adesso era spalancato in maniera oscena. Potevo vederle dentro da quanto glielo avevo allargato.

“Ancora Marco, ancora nel culo…”

Mi misi seduto sul divano e la portai sopra di me, d schiena, sistemandola con i piedi sulle mie cosce. La sollevai leggermente per puntarle la cappella sul buco del culo e la feci di nuovo affondare sulla mia asta.

“Oddio è pazzesco!” urlò spaccandosi il sedere sul mio bastone. Le sue piante dei piedi sulle mie cosce mi eccitavano mentre col buco del culo mi spompinava il membro sempre più turgido.

“Hai l’uccello di marmo cazzo, è enorme!!!” disse affondando l’ano sul mio palo.

Le sollevai le gambre in aria e ricominciai a scoprala forte nel culo.

“Oddio cazzooooo mi stai spaccando il buco del culo!!!!” urlò esplodendo in un orgasmo pazzesco che mi schizzò sulle cosce.

Non ce la facevo più e dopo qualche altro colpo ben assestato dentro il suo culo cominciai a schizzare dentro di lei, scaricandole nell’ano una grossa quantità di sperma. Le sfilai il cazzo dal culo e Giulia crollò sul divano. Eravamo esausti. Avevamo scopato per più di un’ora.

La guardai accasciata sul divano, completamente nuda, era bellissima.

Il suo buco del culo era ancora spalancato e stava colando fuori tutta la sborra che le avevo schizzato in pancia. Ed era davvero tantissima.

Le allargai le mele e mi godei quell’ultimo spettacolo del suo sfintere che sputava fuori un fiume di sperma denso.

“Abbiamo fatto una cosa folle lo sai Marco vero?”
“Lo so Giulia”
“Non ricapiterà mai più lo sai vero?”
“Questi erano in patti”
“Bene…”

Poi ritrovò le forze per alzarsi dal divano.

“Mi brucia tutto, davanti e dietro…”
“Lo immagino”
“Sarà tardissimo devo andare”

Recuperò le mutandine e il resto dei vestiti e velocemente si rivestì. E io feci altrettanto. In silenzio. Entrambi ammutoliti.

Si infilò i calzini e le scarpe, le allacciò velocemente.

Andò verso la porta.

Poi tornò indietro.

Mi diede un bacio sulla bocca.

“Oggi non è mai esistito ok?”

Le sorrisi annuendo.

Prese la porta e uscì.

Dopo una settimana circa ricevette un messaggio dal produttore.

“Giulia sei stata scelta, la parte è tua”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vai alla barra degli strumenti