Lo avevo detto a mio marito, “non comprarmi le fragole che lo sai sono troppo ghiotta!” E infatti, come volevasi dimostrare, ne avevo mangiate una quantità industriale quella sera dopo cena.
La mattina seguente, quando mi sono svegliata ho notato subito quelle piccole bollicine rosse sulla pancia. Avevo già avuto, in passato, uno sfogo molto forte dovuto all’alimentazione e non volevo certo rivivere quella stessa esperienza. Così decisi di farmi vedere subito dalla mia dottoressa, in modo da farmi segnare qualche medicina per evitare un’altra brutta esperienza.
Presi il telefono e chiamai lo studio medico. La segretaria, però, mi disse che la dottoressa era in ferie. “Maledizione” pensai, “questa se ne va in ferie a giugno! E adesso come faccio?”. La segretaria mi suggerì di rivolgermi alla ASL, di farmi vedere da un dermatologo, in modo da poter scongiurare l’eventuale peggiorare della situazione. Sarebbe bastata una crema, secondo lei, al limite qualcosa da prendere subito per bocca.
Ero sola in casa con la maglietta e le mutandine, mio marito era già a lavoro. Notai che anche sulle gambe avevo qualche piccola bollicina rossa, così decisi di non perdere tempo. Presi nuovamente il telefono e chiamai la ASL. Per fortuna mi dissero che il dermatologo era disponibile già quel pomeriggio, quindi presi un appuntamento per le 15:30.
Subito dopo pranzo cominciai a prepararmi per la visita. Mi feci una doccia, notai che per fortuna le bollicine non erano aumentate. Avrei fatto ancora in tempo per evitare il peggio. Tornai in camera, buttai l’accappatoio sul letto e cominciai a vestirmi. Era una giornata molto calda, decisi di vestirmi abbastanza leggera. E soprattutto pratica, certamente avrei dovuto far vedere al dottore la mia pancia e le mie gambe, tanto valeva vestirsi in maniera comoda.
Indossai un perizoma nero, col reggiseno abbinato, i pantaloni della tuta e una maglietta bianca. Poi misi i calzini e le scarpe da ginnastica. Uscii di casa ed arrivai alla ASL intorno alle 15:15. Feci l’accettazione e mi misi seduta nel corridoio ad aspettare il mio turno.
“La chiameranno entro pochi minuti” mi disse l’infermiera.
“Grazie” risposi serenamente.
Il tempo di lettura di qualche posto su Facebook di qualche amica, che la porta dello studio si aprì. Lì per lì rimasi un po’ scioccata, il dermatologo era un uomo di colore. E, devo ammettere, davvero un bell’uomo all’apparenza. Con un bel sorriso mi disse “Signora Petra venga pure…”
Quel sorriso mi mise a mio agio, entrai nella stanza e lui richiuse la porta dietro di me.
“Si accomodi signora, quale è il problema?”
“Ecco dottore, stamattina mi sono svegliata e ho notato dei puntini rossi sulla pancia e sulle gambe, siccome ieri sera ho mangiato parecchie fragole non vorrei aver fatto indigestione. Ho già avuto qualche problema del genere in passato, quindi ho preferito farmi vedere subito”
“Ha fatto bene signora, adesso diamo un’occhiata”.
Poi si mise seduto alla scrivania e compilò qualche scheda al computer con i miei dati. Mi fece qualche domanda, del tipo se ero allergica in particolare a qualche alimento o a qualche medicina. Aveva un tono di voce molto rassicurante, quasi sensuale. Anche il suo sguardo era molto profondo, intenso. Di questi particolari avrei certamente sorvolato con mio marito, conoscendo la sua gelosia. Se poi avesse saputo che a visitarmi sarebbe stato un bell’uomo di colore…
Dopo qualche minuto il dottore spostò lo sguardo dallo schermo del PC e guardandomi mi disse la classica frase: “Bene Petra, diamo un’occhiata a queste bollicine. Si metta seduta su quel lettino”.
Mi alzai dalla sedia, lasciai la mia borsa sulla seduta e raggiunsi il lettino. Mi misi a sedere come mi aveva detto e a quel punto anche lui si alzò e mi raggiunse.
“Sollevi un po’ la maglietta per gentilezza”
Aveva una voce così rassicurante, ovviamente lo feci. Mi tirai su la maglietta e scoprii la mia pancia. Lui indossò dei guanti di lattice, osservò da vicino quelle bollicine e poi le toccò con le dita. Non so spiegarmi il motivo, ma le sue dita sul mio corpo mi fecero provare un brivido. Non mi era mai successa una cosa del genere.
“Bene Petra, mi ha detto che ha le stesse bollicine su altre parti del corpo?”
“Sì, sulle gambe”
“Mi faccia vedere”
Così mi alzai dal lettino, mi abbassai i pantaloni della tuta davanti a lui e provai un certo imbarazzo, cosa che non mi aspettavo assolutamente. il fatto di essere in mutandine mi metteva una certa agitazione.
“No, così non mi rendo conto. Devo chiederle di sfilarsi completamente i pantaloni e di stendersi sul lettino”
La sua richiesta era assolutamente normale, ma detta da quell’uomo e con quel tono di voce così sicuro e penetrante mi emozionò.
Ovviamente seguii le sue indicazioni, mi sfilai le scarpe da ginnastica e poi i pantaloni. D’istinto mi girai per spogliarmi, senza rendermi conto che ero in perizoma, quindi inconsciamente avevo offerto al dottore la visione del mio culetto molto poco coperto.
Non mi rendevo neanche conto del perché avessi quei pensieri, era un medico, ne vedeva centinaia di sederi, figuriamoci se il mio lo avrebbe sconvolto. Anche se, in realtà, modestamente avevo davvero un bel sedere.
Mi sdraiai sul lettino, con addosso solo la maglietta, le mutandine e i calzini. Lui si avvicinò nuovamente a me e ricominciò a visitarmi. Si soffermò sulle mie gambe, mi appoggiò sopra le sue mani possenti e di nuovo sentii qual brivido lungo la schiena. Mi toccò le gambe fino alle caviglie, per vedere se avevo altre bollicine. Quando arrivò ai miei piedi, senza neanche chiedermi il permesso, afferrò i miei calzini e con un gesto disinvolto me li sfilò entrambi, lasciandomi anche a piedi nudi.
Quel gesto inaspettato, quella che fu quasi una confidenza intima non anticipata verbalmente, mi fece uno strano effetto. E poi mi aveva in qualche modo spogliata lui, stavolta. Ero sdraiata, non vedevo, ma sentii le sue mani toccarmi i piedi, poi salire lungo i polpacci fino alle cosce. Mi visitava scrupolosamente, ma quelle dita sul mio corpo, pur con mio grande stupore, mi fecero effetto. Ed era la prima volta che mi accadeva durante una visita medica.
Aveva ancora una mano appoggiata sulla mia coscia, quando con l’altra mi sollevò di nuovo la maglietta, stavolta tirandola su fino al collo e lasciandomi col reggiseno. Mi sentivo nuda davanti a lui e stavolta invece di vergognarmi sentivo una reazione strana. Forse non volevo ammettere che in qualche modo mi stavo eccitando. Non ne ero certa e forse non volevo saperlo, ma a sensazione avrei detto di avere le mutandine umide.
Eppure la cosa non mi imbarazzava più di tanto, il suo modo di fare, il suo tocco era troppo piacevole.
Mi guardava la pancia, mi guardava il petto e siccome la maglietta tendeva a scendere lui la sollevava di nuovo con la mano. Istintivamente, senza neanche pensarci, me la sfilai completamente. Ero sul lettino con indosso solamente il mio intimo.
Ero consapevole di avere un bel corpo e forse era normale che un uomo, seppure medico, in qualche modo lo ammirasse. In quel momento, non so perché, cominciai a pensare a quello che si dice sugli uomini di colore. Insomma, che là sotto siano estremamente dotati. Non avevo mai avuto questo tipo di esperienza e in quel momento la curiosità si fece donna. Mi vergogno un po’ a dirlo, ma senza pensarci girai lo sguardo verso i pantaloni del dottore e quando vidi quell’inequivocabile gonfiore, mi resi conto che le “voci” dovevano essere vere. Doveva esserci parecchia roba in quei pantaloni.
Poi tornai alla realtà, “ma che cavolo stai pensando??” dissi tra me e me.
Mi resi conto solo i quel momento che lui mi stava parlando, che mi stava spiegando che non si trattava di nulla di grave, ma che voleva rendersi conto di quanto poteva essersi espansa quell’irritazione cutanea per potermi dare la giusta cura.
Io non so se lui si sia mai accorto del mio sguardo verso i suoi pantaloni, ma quando mi chiese di togliermi anche il reggiseno non ebbi nulla da obbiettare. Lo feci, quasi come una liberazione. Forse, addirittura, non aspettavo altro. Non chiedetemi perché, ma avevo voglia che vedesse ancora di più del mio corpo. Così mi misi seduta sul lettino, mi sganciai il gancetto del reggiseno e me lo sfilai completamente. Ora ero addirittura a seno nudo davanti a lui, con la mia bella terza di cui ero orgogliosa. Né troppo piccole, né troppo grandi, mi ero sempre detta.
Mi guardai il seno per un attimo, forse per avere conferma di quello che già sentivo. Avevo le areole raggrinzite e le punte erano dure, come quando sono eccitata con mio marito. La cosa che più mi sconvolse e che non ero assolutamente imbarazzata del fatto che mi vedesse così.
Il dottore cominciò a guardare anche il mio seno, appoggiò un dito vicino al mio capezzolo per farmi notare che c’era un altra bollicina proprio accanto a quella punta rigida che si ergeva possente dal mio capezzolo davanti ai suoi occhi.
“Anche qui ci sono un paio di bollicine” mi disse indicandomi una zona molto vicina all’altra areola.
“Sì, è vero….” confermai. “Queste non le avevo viste, forse sono uscite dopo..”
“Si giri che guardiamo dietro”
Eccoci, pensai, dopo aver ammirato il mio seno adesso avrà modo di guardare anche il mio culetto. Eppure benedii la scelta di aver indossato un perizoma. Volevo lo vedesse, inutile negarlo.
Mi voltai e mi sdraiai di nuovo. Sentii le sue mani sulla schiena, la sua voce indicarmi la presenza di altre bollicine.
“Anche qui ce n’è qualcuno..” mi disse appoggiandomi la sua mano sulle natiche.
Oddio, pensai tra me, mi sta toccando il culetto ora! Non chiedetemi perché, ma una donna quando è con un uomo che le provoca suo malgrado queste sensazioni, perde ogni inibizione. Ogni pudore. Non so se lui avvertì questa mia situazione mentale, se fu questo il motivo per cui cominciò spostare le sue dita su ogni centimetro delle mie natiche. Che erano davanti a lui praticamente nude.
Ero come drogata in quel momento, completamente presa da quella situazione che per me era diventata inspiegabilmente eccitante. Benedii anche il fatto di essere venuta a farmi visitare senza mio marito.
“Beh, Petra, niente di grave stia tranquilla. Devo solo essere certo che si tratti di una sorta di intossicazione alimentare o sia dovuto ad altro”
“Cosa intende dottore?” gli chiesi
“Uno sfogo alimentare avrebbe dovuto già essere esteso e con una certa regolarità sul corpo. Invece in questo caso si è esteso solo in alcune specifiche zone. Per questo vorrei capire meglio. Ha per caso utilizzato bagni pubblici in questi giorni?”
“Sinceramente no, dottore. A cosa pensa?”
“Vorrei escludere che si possa trattare di una infezione proveniente dalle vie genitali”
“In che senso?”
“Ecco, a volta capita che utilizzando un bagno pubblico, magari senza usare le dovute accortezze, si possa prendere qualche infezione sgradevole, appunto partendo dalle zone intime”
“Ah..” risposi un po’ spaventata
Il dottore a quel punto si allontanò leggermente dal lettino e mi disse: “Dovrei farle una visita ginecologica per scongiurare eventuali infezioni interne”
La sua richiesta mi sconvolse, non riuscivo a capire se la cosa era davvero necessaria o si stesse in qualche modo approfittando di me. Tornando un attimo seria, mi resi conto che stavo avendo pensieri stupidi. Lui era dottore e se riteneva necessaria una cosa del genere non potevo certo essere io a rifiutarmi.
“Va bene dottore, se necessario…”
Lui tornò alla sua scrivanie e prese il telefono. Io lo guardavo un po’ spaventata.
“Si Mandy, sono il dottor Naga. Puoi venire da me e portarmi uno speculum che non ne ho più? Ti ringrazio..”
Quando posò il telefono capii che faceva sul serio e la cosa mi sconvolse. Ero seduta sul lettino con indosso ormai solo le mie mutandine e aspettavo un po’ scioccata gli eventi. Quella che doveva essere una normale e veloce visita si stava rivelando qualcosa di più complicato.. e intimo!
Dopo un paio di minuti bussarono alla porta, entrò una infermiera con in mano una scatolina. Dovevano essere gli speculum…. oh mamma!!
Non era certo la prima visita ginecologica che facevo, ma l’idea di farmela fare da lui, dopo tutto quello che mi era passato per la mente, mi sconvolgeva.
“Ecco gli speculum, dottore”
“Grazie Mandy” rispose lui prendendo la scatola.
Quando sentii la voce dell’infermiera ebbi un sussulto! Ma era un uomo o una donna?? Dall’aspetto sembrava una donna, aveva perfino il seno. Ma la sua voce forse con accento brasiliano tradiva il fatto che potesse essere un transessuale. Rimasi impietrita, preda degli eventi….
Vidi il dottore aprire la scatola, prendere uno speculum chiuso in una confezione si plastica trasparente. La aprì e mi disse: “Petra, adesso ho bisogno che si sfili le mutandine e che si metta sul lettino con le gambe divaricate”. Me lo disse con tono imperativo, quasi senza darmi modo di obbiettare.
Senza rendermene quasi conto mi infilai le dita nell’elastico delle mutandine e con un gesto rapido, come a volermi togliere il pensiero dell’imbarazzo, me le tirai giù fino alle ginocchia. Poi le feci scendere fino alle caviglie e me le sfilai dai piedi. Fu solo in quel momento che presi coscienza di essere completamente nuda……
Appoggiai le mie mutandine sul lettino, rendendomi conto che erano davvero umide. L’infermiera venne a prenderle e mi resi conto che anche lei, o lui, insomma quello che era, si sarebbe accorta di come le avevo ridotte durante la visita precedente. Mise le mie mutandine accanto ai pantaloni sulla sedia e poi aspettò ordini dal dottore. Capii che sarebbe rimasta anche lei durante la visita più intima.
Intanto il dottore si era cambiato i guanti ed aveva tirato fuori lo speculum dalla confezione. Lo vidi avvicinarsi verso di me con in mano quell’invasivo strumento medico.
“Si stenda e divarichi bene le gambe Petra” mi ordinò ancora.
Obbedii senza fiatare.
Mi sdraiai sul lettino, l’infermiera si mise accanto a me, indossava dei pantacollant neri e mi resi conto che anche lei, in mezzo alle gambe, doveva avere parecchia sostanza, visto il gonfiore che vedevo.
Il dottore, intanto, si mise ai piedi del lettino, mi prese per le gambe e mi fece capire che dovevo spostarmi col sedere più vicino al bordo, per permettergli di visitarmi la vagina. Poi mi mise le mani sulle ginocchia e mi spalancò le gambe. Ebbi un sussulto, ero oscenamente aperta davanti a lui!
Per qualche secondo si soffermò a guardarmi la vulva, spostando le mie labbra a destra e a sinistra per ispezionarla minuziosamente.
Poi si mise un gel sulle dita e mi appoggiò indice e medio sulle labbra della vagina. Appena mi toccò le labbra feci un salto sul lettino, ammetto che quel tocco mi aveva eccitata. L’infermiera mi tranquillizzò pregandomi di stare ferma, che non avrei sentito male.
Il dottore cominciò ad accarezzarmi le labbra per spargere il gel, ma quando con le dita me le aprì quel rumore fu eloquente: dentro ero fradicia cavolo! Ma che mi stava succedendo?? Quella visita mi stava eccitando oltre ogni aspettativa. Forse perché era per la prima volta qualcosa di strano, di diverso, rispetto alla routine con mio marito. Forse era addirittura qualcosa che avevo sempre sognato accadesse, nei miei sogni più perversi.
Sentivo che con le dita mi teneva le labbra spalancate e mi stava guardando dentro. Quando ero eccitata sapevo di avere un clitoride molto ben visibile ed ero quasi certa che in quel momento il mio “grilletto” era tutto scappucciato davanti ai suoi occhi. Spostai il viso verso destra, davanti a me avevo il “pacco” vistoso dell’infermiera. Dio mio che mi stava succedendo? Che mi stavano facendo questi due? Ero come stregata da quella situazione!
Quando sentii le dita del dottore entrarmi nella fica trattenni il fiato per non urlare. E non certo per il dolore! provai un piacere incredibile per quella penetrazione, aveva evidentemente inserito due dita in me ed erano due dita decisamente grosse!! Ormai non sapevo neanche più per cosa mi stava visitando, non avevo più il controllo della situazione. O forse proprio non volevo averlo.
Le sue dita sprofondarono nella mia fica, che avvertivo completamente piena di umori vaginali. Le spinse molto in fondo, mentre con l’altra mano mi spingeva sulla pancia. Sapevo che serviva per sentire le ovaie, ma non capivo come potesse interessargli in quel momento. E neanche mi interessava capirlo. Stavo bene, troppo. Questa era l’unica cosa che mi interessava. Mi sentivo già piena con le sue dita, quando me le muoveva dentro, quando le girava, mi eccitava come se mi stesse scopando. Poi sentii che sfilò le dita e questo mi dispiacque molto.
Ma dopo qualche secondo sentii che aveva appoggiato le alette dello speculum al mio ingresso vaginale.
“Stai rilassata Petra..” mi disse con quella voce pazzesca. Neanche mi accorsi che improvvisamente mi stava dando del tu.
Non era mai stato piacevole prendere dentro quello strumento medico durante le precedenti visite ginecologiche, ma quando lui cominciò a penetrarmi con lo speculum ebbi quasi la sensazione che fosse un membro a entrarmi dentro. Di nuovo trattenni il fiato per non gemere….