Mi chiamo Pietro, ho 55 anni, e quella che vi sto raccontando è la storia con mia moglie Eva, più giovane di me di 20 anni. I primi anni di matrimonio sono andati bene sotto ogni punto di vista. Tra noi c’è sempre stato un grande amore, che nei primi anni si è manifestato sotto ogni punto di vista. Anche sotto l’aspetto sessuale, nonostante io, purtroppo, sia oggettivamente minidotato.
Questo non è mai stato un problema per Eva, perchè la passione ha sempre superato anche i miei evidenti limiti fisici.
Lei è davvero una bella donna, mi sono sempre ritenuto fortunato per averla incontrata. Ha un fisico invidiabile nonostante sia piuttosto bassa, una bella terza di seno, i capelli castani. Del resto l’altezza non è mai stato un problema perchè sono basso anche io.
Non ho mai avuto grandi esperienze sessuali, perchè fin da ragazzo era girata la voce della mia poca dotazione tra le gambe e per questo le ragazze tendevano ad evitarmi. Si dice sempre che la misura non conta ma, credetemi, non è così.
Solo Eva non aveva dato peso a questo mio limite e a letto siamo sempre stati bene. Almeno così ho sempre creduto. E’ sempre stata una donna calda, quando mi faceva i pompini riusciva a prendermelo tutto in bocca vista la mia scarsa misura. E questo mi faceva impazzire, più di una volta non riuscendo a resistere alla sua abilità orale le avevo schizzato in bocca lasciandola a “fica asciutta”. Ma, per fortuna, sono sempre stato un abile leccatore e quindi riuscivo sempre a soddisfarla con la lingua e a farle comunque raggiungere dei begli orgasmi.
La nostra vita, però, è cambiata quel giorno.
Eravamo stati invitati a cena a casa di amici e per l’occasione Eva si era vestita in maniera davvero sexy. Del resto, il suo fisico glielo permetteva. Aveva un vestitino nero molto elegante e piuttosto corto, con la giusta scollatura che dava risalto al suo splendido seno, le calze nere e le scarpe con un bel tacco che la facevano più alta di me. In macchina la guardavo con ammirazione e lei mi sorrideva.
“Ti piaccio così tanto che mi guardi così?”
“Mi fai impazzire amore, lo sai”
“Allora stasera, quando torniamo, ti faccio un bel regalo” mi disse strizzandomi l’occhio e accarezzandomi la gamba.
Il mio pisellino già sussultava impaziente nelle mutande.
Quella sera a tavola bevemmo un bel po’ approfittando del clima di spensieratezza che si era creato con i nostri amici. Si parlava e si rideva di tutto.
Ad un certo punto suonò il campanello. Teresa, la moglie del mio amico Paolo, andò ad aprire. Sulla porta c’era un uomo mal vestito, sembrava veramente un barbone.
“Chi è?” chiesi a Paolo.
“Oh, è Manuel. Sai che mia moglie si occupa del recupero di persone disagiate. Manuel è di origine spagnola, vive in Italia da diversi anni. Purtroppo ha avuto dei grossi problemi di lavoro e si è ritrovato in mezzo ad una strada. E’ una brava persona, ha avuto una vita sfortunata purtroppo. Qualche volta lo invitiamo a cena da noi, lui in cambio ci fa sempre qualche lavoretto in casa. E’ abile nei lavori di idraulica e muratura sai?”
“Ah davvero?”
“Si si, lavorava in una impresa fino a poco tempo fa”
“Ah capisco. Beh se vuoi farlo unire a noi per me non è un problema, vero cara?”
Eva mi fece timidamente un gesto di accondiscendenza.
A quel punto Paolo disse a Teresa di farlo entrare. Ben presto mi pentii di quello che avevo detto, perchè appena si avvicinò al tavolo avvertii il suo forte odore “di strada”.
Si dimostrò molto gentile presentandosi a noi, poi prese una sedia e si mise a sedere proprio tra me e mia moglie. L’odore che emanava era fortissimo, puzzava in una maniera indegna. Eppure Eva sembrava non accorgersene, cominciò a parlare con lui e a chiedergli della sua situazione in maniera stranamente interessata.
Manuel aveva 40 anni ed era visibilmente grasso. Era ormai diventato protagonista della conversazione e quando parlava, col suo italiano sporcato dallo spagnolo, Eva sembrava guardarlo con ammirazione. Per un attimo mi sentivo perfino geloso di quell’uomo, di come aveva catturato l’attenzione di mia moglie.
Per fortuna la cena volse al termine, non ne potevo più di sentire il suo odore pesante. Già pregustavo il ritorno a casa e le “coccole” che mi aveva promesso Eva.
Ci alzammo tutti da tavola e feci cenno a mia moglie che si era fatto tardi. Ma lei sembrava ancora più interessata a parlare con Manuel.
“Tu adesso dove abiti Manuel?” gli chiese sfacciatamente.
“Beh, in questo momento vivo in una stanza con altre persone, non tanto distante da qui”
“Ti possiamo accompagnare noi con la macchina se vuoi”
Nel sentire queste parole lanciai un’occhiataccia a Eva come per dirle “Che diavolo ti salta in mente di far salire questo uomo sulla nostra macchina?”. Già immmaginavo che il suo odore sarebbe rimasto sui sedili dell’auto per tutta la vita! Mia moglie doveva sicuramente aver bevuto troppo quella sera.
“Non fare il solito asociale Paolo! Cosa ci costa dargli un passaggio?”
“Sarebbe molto gentile da parte vostra” ci disse Manuel con un sorriso.
Mi ritrovai così nella condizione di non poter rifiutare. Salutammo Paolo e Teresa, anche se in quel momento li odiavo per la situazione in cui mi avevano fatto cacciare. Uscimmo di casa e raggiungemmo la nostra auto.
Ero incazzato nero, per dirla tutta. Salimmo in auto, Manuel si accomodò dietro. Mi domandavo come facesse Eva a non accorgersi di quell’odore forte che continuava ad emanare. Non ne potevo più. Ci disse dove accompagnarlo e velocemente mi misi in marcia.
Ma dopo neanche cinque minuti di strada, Manuel mi chiese di accostare perchè doveva pisciare.
“Scusa ma non riesci a resistere fino a casa?” gli dissi anche sgarbatamente.
Ma Eva intervenne ancora: “Ma la smetti di fare lo zotico? Fa male trattenerla, che ci vuole, sarà questione di pochi minuti”
Per fortuna poco distante trovai un parcheggio ed accostai. Manuel scese di macchina ed io ne approfittai per riprendere mia moglie: “Ma sei impazzita Eva? Questo è un vagabondo, non sappiamo neanche chi sia e lo stiamo portando nella nostra macchina!”
“Ma smettila di fare sempre lo stronzo con le persone! Manuel ha solo avuto sfortuna nella vita, non è niente di meno di ciò che siamo io e te!”
Nel frattempo quell’uomo si mise proprio davanti ai fari dell’auto e cominciò a sbottonarsi i pantaloni.
“Ma che diavolo fa? La fa davanti a noi? Questo è pazzo! Perchè non va a farla più lontano? Ora scendo e gliene dico quattro!”
“La vuoi finire???” mi disse Eva fermandomi. “Lascialo fare, non fa del male a nessuno. Probabilmente lo sta facendo in maniera innocente, non sarai mica geloso di lui?”
Le parole di mia moglie ferirono la mia autostima, non potevo certo dimostrarmi geloso di quel barbone. Decisi di non dire nulla.
Manuel intanto si era sbottonato i pantaloni e quello che mi faceva più rabbia era che Eva non distoglieva lo sguardo da lui. Dopo qualche secondo l’uomo si tirò fuori il cazzo dai pantaloni ed io rimasi letteralmente sconvolto!! Quell’uomo aveva tra le gambe un tubo di carne!! Nonostante fosse ovviamente moscio, il suo cazzo era già lunghissimo e soprattutto la circonferenza era impressionante!!
Quello che però più mi sconvolse fu lo sguardo di Eva quando vide uscire il bastone di Manuel. Aveva gli occhi sgranati ed era rimasta letteralmente a bocca aperta!!
“Eva!!! Ma cosa stai guardando??!” le chiesi ancora sconvolto.
Mia moglie mi guardò allibita e poi scoppiò a ridere. Io rimasi scioccato, senza parole.
“Ma lo hai visto? Ha la famosa terza gamba!!” e rise ancora, evidentemente confusa dall’alcol.
“Amore ma cosa ridi? Stai guardando il cazzo di quell’uomo!!!”
“Shhhhh zitto che ti sente!!!!” e invece di distogliere lo sguardo si mise ad osservarlo ancora più attentamente.