I miei amici me lo avevano promesso da tempo, la festa per il mio “diciottesimo” non me la sarei scordata per tutta la vita.
Ed avevano ragione. Era risaputo in tutta la scuola che io non fossi proprio una “santerellina” visto che una delle mie passione più irrefrenabili era quella di tirare le pompe ai più fighi della scuola. A volte era capitato che mi portassero in bagno anche in due e mentre mi “lavoravo” il cazzo di uno l’altro mi infilava una mano nei pantaloni e mi masturbava da dietro. Così tornavo sempre in classe con le mutande fradicie per gli orgasmi che mi provocavano e dopo aver bevuto una discreta quantità di sperma.
Le voci a scuola girano veloci così la fila per portarmi in bagno divenne sempre più lunga. Avevo perso il conto di quanti ragazzi avevo ormai sbocchinato.
E devo dire che da qualcuno, non certo da tutti, mi ero anche fatta chiavare prima di rientrare per un’ora di lezione pallosa.
Avevano organizzato tutto loro per la mia festa, le mie amiche (che sante non erano neanche loro) e miei amici. Avrebbero portato anche qualche amico extra scuola.
Giulia e la Micky sapevano della mia curiosità verso i ragazzi di colore, ne avevamo parlato spesso. Purtroppo nella mia vita avevo avuto solo l’occasione per tirare una sega a un amico marocchino di un mio amico, ma fu sufficiente per rendermi conto delle dimensioni assurde dei maschi neri.
La festa si svolse in un locale e io mi presentai con un vestitino sexy che avrebbe convertito un gay, delle belle scarpe col tacco e le calze. Ballammo e bevemmo fino allo sfinimento. Ma il bello doveva ancora venire.
Verso le due la Giulia e la Micky mi dissero che avremmo finito la serata a casa di Marco con alcuni amici selezionati. A parte la solita “banda” c’erano altri loro amici che non conoscevo tra cui un ragazzo di colore che avevo già notato in discoteca. Mi presentarono così Omar ed altri ragazzi.
“Adesso facciamo un bel gioco tutti insieme” disse la Micky.
“Un’evoluzione del gioco della bottiglia” confermò la Giulia.
Già immaginavo dove saremmo andati a finire. La Giulia e la Micky erano mie amiche intime, con loro c’erano anche stati dei “giochini” molto intimi. Diciamo che ci conoscevamo molto bene tutte e tre.
Samuele arrivò con un vasetto contenente diversi bigliettini e spiegò le regole, mentre Niccolò ci rifornì di birre.
“Ognuno deve pescare un bigliettino” cominciò Samu “e fare quello che c’è scritto senza obiettare”.
Eravamo pieni di alcol, credo che nessuno di noi avrebbe avuto qualche inibizione quella sera.
Cominciò proprio Samuele pescando il primo.
“Scegli una ragazza a cui sfilare le scarpe e annusare i piedi” diceva il biglietto. Scoppiammo tutti a ridere.
“Speravo di cominciare con qualcos’altro di meglio” disse Samu “ma visto che è la festa di Sara, non posso che scegliere lei”
“Sono cazzi tuoi Samu, ho ballato tutta la sera!”
Samuele mi sfilò le scarpe e facendo mille smorfie infilò il naso tra le mie dita.
“Annusa bene!” lo incitò la Giulia ridendo insieme a tutti.
“Cazzo Sara puzzano forte!” e tutti di nuovo a ridere.
Il gioco proseguì, qualcuna dovette togliersi il reggiseno davanti a tutti e qualcun altro dovette segarsi per trenta secondi in mezzo al cerchio che avevamo composto.
La Giulia dovette pisciare in una ciotola per poi farsi ripulire la passera da un amico di Samu.
Niente in confronto a quello che avevano in serbo per me.
“Ragazzi, ora tocca alla festeggiata!!!” urlò Niccolò acclamato da tutto il gruppo.
“Vedrai che bella sorpresa ti abbiamo riservato!” mi disse Samu strizzando l’occhio alle mie amiche complici.
Poi la Micky prese una benda e si avvicinò a me “Vieni tesoro, è arrivato il tuo momento!”
Mi bendarono e mi misero al centro del cerchio che avevano ricostituito.
“Adesso la Sara, neo diciottenne, riceverà i nostri auguri per una vita meravigliosa e ovviamente ricca di sesso!!!” urlò Samu ricevendo i favori di tutto il gruppo.
Partì la musica e cominciai a sentire due mani che mi accarezzavano le gambe, erano mani femminili, senza dubbio quelle della Giulia o della Micky.
Poi le mani sul mio corpo aumentarono, mi sentivo palpare ovunque. Praticamente da tutti. L’alcol in corpo mi rendeva completamente disinibita, anche se le inibizioni non facevano certo parte della mia natura.
Iniziarono a spogliarmi, mi sfilarono il vestito e qualcuno mi sfilò le calze. Ridevano, si divertivano a giocare con me. E la cosa non mi dispiaceva affatto. Le loro mani ricominciarono ad esplorare il mio corpo, alcuni mi palpavano le tette, altri erano già tra le mie gambe, sulle mie mutandine.
“Sara sei già tutta fradicia” sentii dire dalla voce di Samuele.
“Avevi dubbi?” gli rispose la Giulia.
“Stronza troietta!” dissi rivolgendomi a Giulia ridendo.
“Puttana!” mi rispose lei divertita.
Poi qualcuno mi sganciò il reggiseno, erano sicuramente mani maschili. Le mie tette furono liberate davanti a tutti loro, i miei capezzoli larghi e turgidi divennero il passatempo di alcuni di loro. Me li strizzavano facendomi male, mi palpavano le tette strizzandole con le mani.
“Bastardi vi divertite eh?”
Alcuni di loro afferrarono le mie mutandine e me le sfilarono senza ritegno. Ero adesso completamente nuda nelle loro mani. Cominciarono ad esplorarmi tra le cosce, ero veramente bagnata in maniera indecente, lo sentivo.
Poi la Micky salì sopra di me, la riconobbi dalla voce.
“Ora fai vedere a tutti come sei brava con me” mi ordinò schiaffandomi in faccia la sua fica bagnatissima.
“Sei la solita troia” le dissi e le ficcai la lingua dentro le labbra che teneva saggiamente aperte con le dita. Il suo sapore non era certo una novità per me, capitava spesso che le nostre pause dallo studio finissero con un bel 69 sul suo letto. Nello stesso momento sentii almeno due dita entrarmi senza tanti complimenti in fica, ero quasi certa che fossero di due persone diverse. Due maschi, erano dita grandi. Me le spingevano con forza dentro mentre qualcuno cominciò a passarmi la lingua sul clitoride. Mi facevano veramente godere come una troia.
Dopo poco la Micky mi venne in bocca, schizzandomi i suoi umori sul viso. Era bravissima a squirtare, ogni volta mi lavava il viso con la sua sborra. Non feci in tempo a godermi quell’amplesso che mi ritrovai un cazzo in bocca. Non era tanto grande, immaginai dovesse essere quello di Samu che avevo già succhiato diverse volte.
Mentre lo spompinavo gli altri alternavano le dita nella mia fica.
“Goccioli come una fontana Sara sei proprio una gran porca!”
“E lo scopri solo ora?” gli risposi sfilandomi per un attimo il cazzo dalla bocca. Qualcuno cominciò a strofinare la cappella sulle punte di marmo dei miei capezzoli. Qualcun altro mi sollevò una gamba e cominciò a leccarmi le dita del piede. Doveva essere Alessandro, era risaputa la sua natura feticista. Aveva provato diverse volte a leccarmeli ma avevo sempre rifiutato. Non perché non mi piacesse, la Giulia me li leccava spesso. Ma perché non volevo dargliela vinta, se la tirava troppo. In quella situazione, però, aveva avuto modo di approfittarne.
“Te Ale anche se mi puzzano eh!” gli dissi per incastrarlo.
“Ovvio!” mi rispose tradendosi. Tanto ero certa fosse lui.
I cazzi nella mia bocca diventarono due, il secondo doveva essere quello di Niccolò perchè era decisamente più grosso. Lo succhiai con vero piacere.
“Ora il tuo regalo Sara!” mi disse la Giulia.
Non avevo idea di cosa avessero preparato ancora per me. Mi aprirono le gambe lasciandomi completamente spalancata. Mi tenevano ferma ma probabilmente non ci sarebbe stato bisogno. A quel punto un cazzo dentro mi ci voleva proprio per finire in bellezza.
In effetti qualcuno si stese tra le mie gambe e sentii una cappella appoggiarsi alle mie labbra.
“Vediamo se indovini chi è!” disse la Micky.
Dentro di me speravo fosse Niccolò, quello che sapevo avere il cazzo più grosso tra tutti. In effetti la cappella sembrava davvero grossa, ma più grossa di quella che mi ricordavo di Nicco.
La cappella cominciò a spingere sforzandomi le labbra e allora mi resi conto che si trattava di una misura davvero grossa. Quando quella punta penetrò l’ingresso della mia fica lanciai un urlo, me la stava sforzando. Chi diavolo era con una cappella tanto grossa?
Il cazzo cominciò a penetrarmi, sentivo le mie pareti vaginali sforzarsi come mai avevo sentito prima. Era un cazzo enorme, mi stava letteralmente spaccando. Cominciai ad urlare quando quell’asta cominciò a farsi strada imponente dentro la mia povera fica.
“Ma che cazzo hai porca puttana!” dissi per capire chi fosse.
La Giulia mi sussurrò qualcosa all’orecchio “Il tuo sogno si avvera amore mio!”
Adesso cominciavo a capire. Mi ero dimenticato della presenza di quel ragazzo di colore, Omar. Doveva essere per forza lui.
“Oh mio Dio ma è un cazzo da cavallo!” urlai.
Il ragazzo mi teneva per le cosce e lentamente riuscì a infilarmi tutto il suo enorme bastone dentro la fica, riempiendomela fino all’utero.
“Dai pompala ora!!” cominciarono ad incitarlo tutti insieme.
“Sì spaccale la fica alla nostra troia!”
Il ragazzo non se lo fece ripetere e cominciò a stantuffarmi con una foga tale che temetti davvero mi lacerasse la vagina. Ero totalmente impalata. Mi tirò su prendendomi per le mani e mi fece mettere praticamente seduta su di lui. In quel modo ero come seduta su un palo di ferro e ad ogni movimento mi sentivo sforzare le pareti vaginali. Urlavo, nel mix dolore-piacere. E venni. Come non ero mai venuta.
Era vero, era sempre stato il mio sogno provare un ragazzo di colore e decisi di provarla fino in fondo.
“Sfondami bastardo!” lo incitai. Imprudentemente, perché aveva davvero i mezzi per farlo.
Senza sfilare il suo cazzone dalla mia fica mi prese in collo e cominciò a farmi saltare sopra di lui portandomi in giro per la stanza, davanti a tutti. Urlavo come una pazza. Il suo tubo mi teneva la fica costantemente allargata. Qualcuno si avvicinò mentre saltavo su di lui e mi infilò un dito in culo a tradimento.
“Ahi!!! Bastardo chi cazzo sei??”
Poi sentii avvicinarsi al mio buchino altre dita, ma questa volta erano senz’altro femminili. Erano bagnate, unte. Cominciai a capire. Infatti, dopo poco, sentii una cappella farsi strada tra le mie chiappe, puntare il mio forellino anale e prima che potessi davvero rendermene conto entrare nel mio culo.
Urlai ancora. Ero impalata sopra la mazza del nero e l’altro stava percorrendo il mio canale anale col secondo membro.
Mi stavano possedendo in due. Avevo già fatto, ovviamente, sesso anale. Ma mai una doppia. Cominciarono a stantuffarmi insieme e per poco non svenivo. Mi stavano spaccando. Godevo veramente come una puttana. Venni. Sborrai non so quante volte. Ero sfinita. Lo capirono e mi adagiarono a terra, ricoprendomi con tutta la loro sborra.
Ero sudata, era stata un’impresa. Mi tolsero la benda. Erano tutti nudi intorno a me. Guardai il mio corpo, ero coperta di sperma dalla testa ai piedi. Mi guardai tra le gambe, le mie labbra erano evidentemente slabbrate. Mi aveva davvero rovinata.
Mi faceva male l’utero, avevo le pareti vaginali doloranti. E ovviamente mi bruciava tantissimo il buco del culo. Mi guardai intorno, poco lontano con una birra in mano, vidi Omar. Capii subito il perché di tanto dolore, tra le gambe gli ciondolava una vera proboscide.
“Allora puttanella? Piaciuta la sorpresa? Buon compleanno!!!” mi disse la Micky offrendomi un bicchiere di Prosecco.
“Siete matti. bastardi. Porci del cazzo. Ma .. del resto .. io sono una gran troia”
E tutti scoppiammo a ridere.
Indimenticabile. Grazie amici. Vi lovvo.